Serie A

Elisa Tonon in A con la Rovigo Orange: “Difficile abituarsi ad un’idea tanto bella”

Elisa Tonon

Quattro pareggi in un mese. Questo il singolare record di una Rovigo Orange che va avanti nel segno “X” e deve anche far fronte ad un improvviso cambio tecnico: dopo i saluti di Marcio Santos, in panchina torna (almeno provvisoriamente) Chiara Bassi, colei che ha portato il club veneto tra le grandi della disciplina. Un momento sicuramente delicato, al quale la giovane Elisa Tonon risponde vedendo il bicchiere mezzo pieno.
“Quando un mister va via è sempre difficile, ancor di più se la notizia arriva a ridosso di una gara importante. Col Molfetta puntavamo a vincere, ma alla fine credo che – tra trasferta e stato emotivo della squadra – l’1-1 sia un discreto risultato. Certo dispiace per tutto l’impegno che ci stiamo mettendo, avremmo meritato qualcosa in più, dall’altra parte – però – meglio un punto che tornare a casa a mani vuote”.

Neroarancio sempre in attesa del primo olè, anche se per Elisa (che ha esordito in Serie A a soli 21 anni) le emozioni non sono certamente mancate.
“Più che all’ingresso in campo, fase in cui ho cercato di mantenere tutto sotto controllo, ho realizzato davvero cosa fosse successo soltanto dopo. Ero orgogliosa per miei amici che erano lì ad assistere al mio debutto e per la mia famiglia, che ha sempre creduto in me. Mi alleno con la squadra già da un paio di mesi, eppure ogni tanto capita ancora di dirmi: “Cavolo, sono in Serie A!”. È difficile abituarsi ad un’idea tanto bella”.

Il primo a scommettere che ci sarebbe riuscita è stato di sicuro papà Fabio.
“Praticamente gioco grazie a lui. Sin da piccolissima, mi ha messo il pallone tra i piedi e in qualche modo ha avviato la mia strada. Quando avevo 3 anni facevamo partite con le porticine di plastica nel corridoio, per la gioia di mamma – sorride – e ad 8 anni mi ha portata nella prima squadra maschile di calcio a San Fior, il paese dove abito”.
È con l’attuale Futsal Hurricane che Elisa passa al futsal: per 5 anni milita nel regionale, poi il campionato viene sospeso causa Covid e inizia l’avventura al Vip, in A2, durata fino a quest’estate.
“E’ stata la squadra che ha un po’ aperto i miei orizzonti, è come se fossi uscita dalle 4 pareti di casa per buttarmi davvero in una carriera sportiva che – un po’ per l’università, un po’ per la distanza geografica dai grandi club – avevo sempre visto lontana da me. Durante la prima stagione di nazionale ho fatto stampare una maglia col nome e l’ho regalata al mio papà: non è di molte parole, ma so che ha tanto apprezzato”.

E pensate alla felicità di casa Tonon, quando è arrivata la chiamata della Rovigo Orange.
“Che fosse una proposta importante, mia madre lo aveva capito già dalla mia faccia. Mi ha sempre spronata a non mollare mai e anche in quella circostanza è stata un sostegno fondamentale per me. Quando ho detto sì, l’ho fatto un po’ per me e tanto anche per papà, perché sapevo che l’avrei reso orgogliosissimo”.
Il prossimo passo? Regalargli una vittoria, anche se il campionato la vedrà in trasferta per tre settimane consecutive: domenica c’è la Kick Off a Gorgonzola, poi la Lazio su Sky ed infine il Città di Falconara al PalaBadiali.
“Vuol dire che giocheremo più in casa al ritorno, quando magari accuseremo maggior stanchezza – risponde con serenità -. Per quanto riguarda il prossimo turno, ci aspettiamo pressing a tutto campo, ma stiamo lavorando proprio su questo aspetto: sarà una gara giocata ad alti livelli”.
Lì dove i Tonon hanno sempre saputo che sarebbe arrivata, col cognome di papà sulle spalle.

Foto: Alessio Monaco Photography

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