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“Tieni duro, resta fedele”. Così l’Audace Under 19 trionfa ancora: parola alle protagoniste

Secondo titolo in appena 7 mesi. Dopo la Supercoppa, l’Audace Verona del presidente Betteghella centra anche la vittoria della Coppa Italia che le era sfuggito lo scorso anno. Niente sembrava più possibile a 3” dalla sirena… e invece la storia l’ha riscritta Elena De Cao con un gol in extremis e altri 3 nei supplementari.
“Sono emozioni che non si possono spiegare a parole, attimi che durano tutta la vita dentro di te. Cosa ha fatto la differenza? Crederci e stringere i denti, anche quando le gambe non stavano dietro alla testa”, dice convinta l’MVP dello Stadium. Poi il capitano Giulia Romano. “Non ho mai pensato potessimo perdere. Siamo scese in campo con la fame di chi vuole vincere a tutti i costi. Sullo svantaggio ci siamo guardate negli occhi e ci siamo promesse di non mollare e così è stato, siamo andate a riprenderci il risultato riuscendo poi a portare a casa la Coppa”. Tieni duro, resta fedele.

Queste le parole dell’allenatrice Arianna Pomposelli, ripetute da un’altra delle protagoniste: Eleonora Zandonà. “E’ esattamente quello che ho pensato sul 3-3. È stata una partita molto dura a livello fisico, ma non abbiamo mollato un secondo e i risultati li abbiamo visti. È stata un’emozione che non posso spiegare, perché la si può capire solo stando in campo. In finale siamo state una famiglia, una squadra”. E Lucia Zardini è stata un muro. “Anche quando tutto sembrava finito nella mia testa sentivo solo il mantra di Pomposelli. Una partita appesa ad un filo rosso, lo stesso che ci teneva unite e ci ha dato la forza per non mollare”, dice il miglior portiere della competizione facendo riferimento al braccialetto che la società ha messo al polso di ognuna delle rossonere per ricordare loro che insieme sono indistruttibili.

Se lo sentiva, Valentina Morosini, che sarebbe accaduto qualcosa di bellissimo. “Ho passato le settimane prima a dire a tutti che avremmo vinto la Coppa. Quando abbiamo pareggiato e abbiamo pianto abbracciate, ho capito che avrei avuto davvero ragione”. “Sono stata con il cuore in gola fino all’ultimo secondo, ma non ho mai perso la speranza che ce l’avremmo fatta”, le fa eco Alessia Zenti, a segno in semifinale. “Siamo riuscite a fare ciò che Pomposelli ci ha detto, in campo da parte nostra si è visto il massimo dell’impegno”, commenta soddisfatta Alessia De Luca. Poi è il turno della sorella gemella Giulia. “Una vittoria che è figlia del duro lavoro e della fiducia reciproca che ci hanno uniti come squadra. Abbiamo dimostrato che con la giusta determinazione si può superare qualsiasi ostacolo”. Ansia e gioia. Per Giulia Pagan Griso è stato un mix di emozioni. “Ma di sicuro la ricorderò come una delle serate più belle della mia vita. A pochi secondi dalla fine, ho visto Pomposelli con gli occhi lucidi e mi sono detta: è il momento di fare gol. Il 3-3 è stata un’esplosione di felicità, si è riaccesa la luce ed è scomparsa ogni paura. Di questa pasta è fatta l’Audace!”. Tanta saggezza per la piccola Nicole Perina. “Più difficile è la vittoria, più grande è la felicità nel conquistarla. Ho sempre pensato che avremmo potuto farcela. Ringrazio tutte le mie compagne e tutto lo staff che ha creduto in noi fino alla fine”.

“Non pensavo che il futsal potesse regalare emozioni così forti, ieri ho ricevuto un regalo bellissimo che mi accompagnerà per tutta la vita: quando ormai tutto era perduto grazie alla forza e alla tenacia del gruppo abbiamo raggiunto un risultato bellissimo”. E su quei momenti decisivi tornano anche Chiara Persiano e Sara Zenari. “Eravamo tutte in piedi per quell’ultimo calcio d’angolo. Iniziavo a non crederci più e invece eravamo ancora vive. L’emozione provata è quella di un lungo abbraccio che unisce una squadra che non molla mai”, dice la prima. “Ricordo le lacrime che scendevamo giù e il fischio dell’arbitro che per noi è stato liberatorio. Ho il cuore pieno di orgoglio per una squadra che ha saputo lottare fino alla fine”, sono le parole della seconda. “Il gol di De Cao? Pensavo fosse un miraggio – sorride Bello, che ha visto la gara dal Veneto. – Ho iniziato ad urlare per tutta la casa per la felicità. Anche se non sono ancora al livello delle altre, sono fiera di far parte di questo gruppo. Allenarmi con l’Audace mi rende felice”. Presente in tribuna Ilaria Di Gregorio. “Il tempo stringeva, ma non ho mai perso le speranze. Quel pareggio all’ultimo respiro è stato il più emozionante e imprevedibile mai visto. Davanti ai sorrisi delle mie compagne ne ho avuto la certezza: stavamo per vincere la Coppa Italia”. Infine, Sofia Rizzuto. “Confesso di aver pianto per la paura di non farcela, ma quelle lacrime sono diventate di gioia per la stupenda squadra che siamo”.

E dopo le giocatrici, palla allo staff, a partire da mister Arianna Pomposelli. “Una partita senza senso, al cardiopalma, in cui è successo di tutto, in cui abbiamo sorriso, poi pianto, poi di nuovo riso e poi esultato tra le lacrime. Tieni duro, resta fedele. Abbiamo trattenuto il respiro con questo mantra in testa e al triplice fischio abbiamo pianto di gioia tornando a respirare. Ci siamo sentite vive, davvero. Ho un gruppo immenso”. Sulla stessa linea d’onda la vice Marta Zanetti. “Essere Audace è l’essenza di questa partita. Vedere dei giovani cuori diventare audaci è una delle gioie più grandi per noi che cerchiamo di trasmettere questi valori a chi entra a far parte di questo mondo”. Un mondo sempre più a tinte rossonere, come confermato da Benedetta Bianchi. “La parte più bella? Le piccole dell’Audace non mollano mai! Un gol a tre secondi dalla fine è pura follia, accompagnata alla fine dei supplementari da un boato impressionante che possiamo leggere esattamente così: Audace sul tetto d’Italia”.

Foto: Paola Libralato (Divisione Calcio a 5)

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