Serie B

Natasha Barban sorride all’Infinity: “Insieme per sognare in grande”

Barban

“È un mondo fatto per due, come le selle delle moto”, canta Coez. E mai concetto fu più vero per Natasha e Melissa Barban, le gemelle passate durante il mercato estivo dal Dueville all’Infinity Futsal Academy. Stessa passione per il futsal, stesso percorso sportivo e stessa grande qualità, espressa – però – attraverso ruoli e caratteri ben distinti.
“Lei è la gemella che segna, io sono quella che esulta perché sua sorella ha segnato e manda il video dei gol a tutta la rubrica – scherza Natasha, prima di parlare dei primi mesi in biancazzurro -. Mi sto trovando benissimo, non mi aspettavo un’accoglienza così calorosa, invece tutte ci stanno aiutando tantissimo: forse devo ancora entrare completamente nel gioco, a volte sbaglio alcuni movimenti, ma c’è sempre chi mi richiama e soprattutto mi spiega quale sia l’errore. All’inizio è stato difficile, ma quando vuoi davvero fare una cosa, alla fine ci riesci”.

È stata Natasha, più che Melissa, a spingere per l’esperienza all’Infinity.
“Fosse stato per lei, avremmo smesso. Non riusciva bene a realizzare la fine del bellissimo capitolo col Dueville. Ma poi l’ho messa davanti al fatto compiuto: mister Carluccio mi ha chiamata, ci siamo organizzate per il primo allenamento di entrambe – separate sarebbe stato impensabile – e a Melissa l’ho detto solo all’ultimo secondo. Trascinarla a sorpresa al campo era l’unico modo per farla andare avanti. Tra le due, sono certamente io la più risoluta”.

Barban

Ma non per questo il saluto al Dueville è stato meno doloroso.
“Giovedì scorso siamo andate a vedere per la prima volta una partita delle nostre “piccoline” che poi fino all’anno scorso erano compagne di squadra – sorride -. Varcare quella soglia da spettatrici è stata una botta emotiva, una sensazione stranissima perché anch’io sono piccola, ma dall’altra parte mi sento cresciuta, proiettata in un mondo molto più grande. Dal Maso? Gli dobbiamo tanto e lo ringraziamo tanto. Non si aspettava di trovarci lì. Orso com’è, non lo ammetterà mai, ma aveva gli occhi lucidi anche lui”.

Lui il primo a crederci, anche se il futuro adesso passa dall’Infinity. Carlucci è stata chiara: l’obiettivo è vederle in Nazionale.
“E’ stato bello leggere quelle parole, sapere che ha fiducia in noi. Ma lo vedo come un traguardo troppo grande e poi ci sono tante ragazze più forti di me”.
– “Qualche nome?”, le chiedo.
“Melissaaa”, sento urlare dall’altro capo del telefono, prima che Natasha la cacci dalla camera tra le risate. “Scherzi a parte, mi piace tanto Erika Ferrara: ci abbiamo giocato contro da bambine e poi l’ho rivista che era una calcettista completa, mi piace tanto il suo futsal. Cosa penso del mio? Appena saliamo in macchina, io e Melissa analizziamo punto per punto ogni partita: abbiamo l’obbligo di dirci tutto, soprattutto gli aspetti meno positivi. E dopo 10’ passati a dircene di tutti i colori, la chiosa è sempre la stessa: “ma guarda che hai fatto bene, eh” – sorride -. In generale, ci sproniamo a fare sempre meglio, a non sentirci mai arrivate perché c’è sempre qualcosa di nuovo da imparare”.

Soprattutto nell’anno di esordio in una nuova categoria. Tutto stupendo fino a qui: il pareggio con l’Hurricane non spodesta l’Infinity dal podio e ora c’è il San Marino Academy per cercare di mantenerlo ben saldo, prima delle festività natalizie.
“Giro palla e azioni importanti ci sono state, ho anche riguardato la gara, ma non riesco ancora a spiegarmi il perché di questo 4-4. Che squadra sarà il SMA? Onestamente non lo so, ognuna ha i propri punti di forza in questo campionato, perciò preferisco focalizzarmi su di noi, senza guardare chi avremo dall’altra parte. Penso sia un buon modo per andare avanti, senza distrarsi dall’obiettivo”.

Che non è obbligatoriamente arrivare prime, “ma giocarsi bene le nostre carte da neo-promossa. E fino ad oggi sono felicissima: ho ancora i brividi se penso che nel 2019 ero a Faenza in finale con la Lazio e l’anno scorso in Puglia per la Coppa Italia. Figuriamoci cosa significhi per me giocare in A2, fatico a credere che sia reale”.
E c’è da aggiungere un suffisso se si parla di Serie A o di Azzurro. “Perché a quel punto sarebbe più corretto dire “sur-reale” – sorride -. C’è tanto da fare, ma si sogna sempre in grande: il calcio a 5 rimarrà a lungo nella mia vita, spero con il maggior numero di soddisfazioni possibili. Per me e per Melissa”.

Click to comment

Leave a Reply

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

To Top