Caffè Corretto

Caffè Corretto – Boomer e Social

Anni di campagne social, condotte da raffinati sciacalli senza troppi scrupoli, dovrebbero aver insegnato a discernere la qualità dei contenuti.
Non è così.
Poniamo la nemmeno troppo remota eventualità che il sito web sportwakanda.it scriva che Cristiano Ronaldo è un giocatore finito. Voi lo immaginate il fuoriclasse portoghese replicare stizzito sui suoi profili social “vergogna”?
No?, ecco nemmeno io.
Quali sono però le ragioni per non replicare a qualsiasi opinione espressa?

  • L’irrilevanza della fonte
  • L’esposizione social addizionale che regalerebbe ad uno sconosciuto
  • Trasformare quel “nessuno” in un interlocutore

Se questa non fosse già una pericolosa piaga social, s’aggiunge come in una biblica sequenza di eventi quella degli “uomini liberi”. Già a dover puntualizzare che si è tali, si dovrebbe evidenziare che tale necessità si manifesta solo c’è il dubbio che sia vero il contrario.

I social appartengono a tutti, anche ai diversamente intelligenti, quelli che non s’accorgono di condividere “notizie” che hanno l’unico fine quello di rafforzare il loro pensiero già sedimentato.
Costoro non cercano d’informarsi, sono troppo impegnati a dimostrare invano che non hanno torto anche se non hanno davvero ragione. Condividerebbero anche il blog anonimo o quasi del loro pizzicagnolo guerriero vegano.

Nello sport, nell’ambito dell’informazione sportiva questo fenomeno era prima confinato nelle discussioni da bar, dove ognuno sventolava la copia dell’articolo che più si confaceva alla sua idea di realtà. Almeno lo facevano quelli che sapevano leggere, gli altri si affidavano alla fallace tradizione orale.
Gli juventini leggevano Tuttosport, che i tifosi avversi talvolta chiamavano “Ruttosport”, per i tifosi delle squadre milanesi c’era la Gazzetta, la rosea non si discuteva nemmeno quando asseriva che i molteplici passaporti di Recoba erano necessari per mettere in regola le sue molteplici personalità.
A Roma si legge il Corriere dello Sport, che nella sponda laziale della città, (si le conosco le battute che a Roma i laziali arrivano con il trattore ndr) viene amorevolmente chiamato Trigorriere, il corriere di Trigoria.

Ricordate Calciopoli?
La Juventus in B, gli scudetti di cartone, Luciano Moggi e gli arbitri negli sgabuzzini.
Informarsi per un tifoso della Juventus non poteva consistere nella sola lettura di Tuttosport, per quanto doloroso,  si doveva sfogliare e leggere anche la “rosea”. Limitarsi al solo quotidiano sportivo di Torino era paragonabile a leggere il Manifesto e convincersi che in Italia una rivoluzione bolscevica fosse sul punto di realizzarsi.
Portando all’estremo questa semplice considerazione è necessario concludere che se la rivista 90/60/90 scrive che siete bellissimi, impazzisce per i vostri lineamenti scultorei, voi felici condividete il pezzo.
Accade che nelle settimane successive la stessa rivista pubblicherà un pezzo nel quale critica la vostra cura del viso e vi invita a recarvi dal giardiniere perché l’estetista non basta.
Giustamente vi indignate ma non ne avete nessun diritto.
La vostra “condivisione” avventata, in realtà approva quella linea editoriale, eventualità questa che probabilmente avete sempre ignorato.
Un lettore deve essere consapevole, chi scrive deve essere responsabile.
Non sono un cronista, non ne ho nemmeno l’ambizione o la pazienza.
Propongo storie, che sono frutto di idee, di ricerche e di curiosità.
Non mi preoccupo di essere ecumenico, sono cosciente che i lettori più fervidi sono spesso gli haters.
In una società sportiva fortemente polarizzata, cerco di offrire uno sguardo, il mio, ai fatti.

L’uomo nell’alto castello mi fece notare, senza nemmeno essere troppo velato, che avevo verificato le informazioni di una storia che avevo ascoltato da lui.
Certo.
La sua storia, poteva diventare una storia da raccontare e sarebbe in qualche modo diventata mia e dei lettori. Ho il dovere, morale, di proporre a chi mi presta il suo tempo, qualcosa di reale perché posso poi radicarsi nell’immaginario di tutti.

Cameriere che s’affrettano a preparare i locali per il pranzo, sono andato lunghissimo con questa colazione.
Vorrei poter confidare in giorni migliori, riempiti da meno cinismo mascherato da realismo.
Ci sono più sogni, devo solo alzare la testa e liberarla dalla torma di parole vuote e confidare in futsal diverso dalla palla a muro appiccicosa.

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