Serie A

Marilisa Tricarico: “Collaborare con Paka Marques è un’opportunità unica”

Tricarico

Da consigliere con delega allo sport nel comune di Terlizzi e giocatrice di futsal, ad insegnante in un istituto superiore e vice-preparatrice atletica del Bitonto, come braccio destro di chi si occupa della forma fisica della Nazionale più titolata al mondo: Paka Marques, di recente vista all’opera nella doppia amichevole vinta dal Brasile contro la Spagna. Soprattutto in quest’ultimo campo, Marilisa Tricarico sa di aver attirato l’”invidia” (bonaria, ovviamente) di chi ama il futsal.
“Ho avuto una possibilità che pochissimi hanno, perché – ammette con un sorriso – affiancare Paka non significa solo bruciare le tappe, ma arrivare direttamente alla meta: quando si è diffusa la voce, mi hanno scritto da tutte le parti d’Italia incuriositi ed affascinati dal suo lavoro”.
Sicuramente un grande onore, ma altrettanto grandi sono le responsabilità che ne derivano.
“E’ un mettersi alla prova in tutti i sensi. Fino all’anno scorso e fino alla rottura del crociato, ho giocato a Molfetta. Poi è arrivato questo cambio di vita: avere a che fare come preparatrice con Luciléia, Renatinha e Diana Santos, per esempio, non è paragonabile a nessuna altra esperienza avuta in precedenza. Tu per prima rimetti in discussione tutto quel che sai e impari a guardare ogni aspetto anche da altri punti di vista”.

Tricarico

Pur essendo laureata in Scienze Motorie, Tricarico si è sempre dedicata più alla parte sociale-educativa che prettamente pratica.
“Insieme al Comune di Terlizzi, ho ideato il progetto “Sport di altro genere” per sensibilizzare le atlete più giovani verso discipline ritenute prettamente maschili e la collaborazione è continuata anche dopo la scelta di non ricandidarmi – sempre su forte spinta del Comune – che mi ha voluta al tavolo delle pari opportunità, tema che mi sta molto a cuore. Tutto il resto è venuto dopo: lavorare con Paka è una di quelle occasioni da prendere al volo senza pensarci mezzo secondo, ed ora eccomi qui”.
Ma com’è il rapporto con Paka?
“Inizialmente ero terrorizzata. Mi sentivo l’ultima parte della matriosca, quella più interna e staccata dalle ragazze. Ma poi lei mi ha preso per mano, facendomi entrare nel suo metodo di lavoro: ora che è in Brasile ci sentiamo più volte al giorno, sempre agli orari più assurdi – ride -. Altrimenti, lei segue le ragazze in palestra e io al campo. L’aspetto fondamentale è mantenere il suo standard: tra pause e raduni nazionali è stato un campionato complicato, ma quando è tornata per la gara in trasferta col TikiTaka è rimasta soddisfatta del lavoro svolto in sua assenza. Mi tiene sempre per mano – precisa – ma mi ha trasmesso l’essenziale per potersi fidare di me”.

Mi trovo nel contesto giusto per poter carpire qualche segreto, e allora ci provo.
“Con lei ho capito che è fondamentale l’adattamento all’allenamento. In pratica – spiega Tricarico – non c’è una regola per allenare una giocatrice: è la giocatrice stessa a suggerirti come devi lavorare con lei, e da qui partono radici che si diramano in base alle conoscenze di ognuno. Ogni atleta dovrebbe migliorare dell’1% ogni giorno, a beneficio di tutta la squadra. Il preparatore atletico è prima di tutto un osservatore: prima di ogni partita mi fa notare un’espressione, uno sguardo. Entrambe siamo rimaste a bocca aperta davanti al livello di concentrazione di Susy Nicoletti: è di una disciplina spaventosa. È lì e non la muovi dall’obiettivo che si è prefissata”.

Gli input sono quelli di una fuoriclasse, ma Marilisa è libera di seguirli seguendo studi accademici e inclinazioni personali. Braccio destro sì, senza però dover pagare il caro prezzo della rinuncia alla propria individualità.
“Anzi – rimarca Tricarico con forza – quel che più mi piace di questo ruolo è la possibilità di esprimermi come meglio credo. Ringrazio il presidente Intini per aver creduto in me e per avermi dato carta bianca non solo in questo progetto, ma anche quelli di inclusione nello sport che continuo a portare avanti tramite le scuole. E poi ringrazio tantissimo Paka – conclude – per tutto quello che mi ha trasmesso in così poco tempo e per la grande professionista che è”.

To Top