Futsal

Chiara Bassi al Granzette: “Gruppo stupendo, mi sento fortunata”

Bassi

Capitan Andreasi e poi Longato non sono bastate per chiudere in bellezza l’anno di un Granzette che pure ci era andato vicinissimo. Dal 2-0 al 2-3 in casa col Bisceglie. Tutto in pochi minuti che hanno portato le neroarancio dalla gioia dei tre punti all’amarezza delle mani vuote. È la seconda volta che la resa arriva in questo modo (la prima era stata nella seconda giornata contro il Falconara), ma Chiara Bassi differenzia nettamente le prestazioni.

VITTORIA SFUMATA “Col Bisceglie abbiamo buttato via la vittoria. Potevamo essere più avanti, mettere dentro il 3-1 e probabilmente chiuderla e invece abbiamo preso il 2-2. Diciamo che ci abbiamo messo del nostro. Il ko con le marchigiane, invece, è il mio rimpianto più grande: avevamo di fronte una squadra molto più strutturata di noi, con una solidità che tante non hanno, ma siamo riuscite a metterle davvero in difficoltà. Almeno per l’approccio, in quel caso, un punto sì che ci sarebbe stato”.
Uno sguardo dalla linea laterale, quella riservata all’area tecnica, dopo una vita passata al centro della difesa nelle maggiori realtà di calcio e calcio a 5 del Veneto.
“Quale ruolo preferisco tra giocatrice e mister? Il secondo, e non c’è paragone. Per quello che mi dà, per la passione che sento. È come se fosse un lavoro che adoro e non mi pesa affatto. Da giocatrice, qualche volta mi è capitato di voler essere da qualche altra parte, piuttosto che all’allenamento. Da mister, mai. Prima non pensavo a questo tipo di carriera, però mi è sempre piaciuto l’aspetto tattico. Mi dicevano che rimanevo ferma a dare ordini, in realtà correvo tanto – sorride – solo che mi si sentiva parlare in continuazione, tra indicazioni e marcature da chiamare. Diciamo che ero una presenza autoritaria da questo punto di vista. Fossi stata io, il mister, non penso che mi sarei piaciuta: tatticamente ordinata e concreta, pronta ad aiutare le compagne, rispettosa. Ma dal punto di vista tecnico, c’era di meglio… Di quando giocavo ricordo poco, ma di quello che è venuto dopo, ricordo tutto perfettamente dall’inizio”.

VITA DA MISTER E che il suo destino sarebbe stato questo, in qualche modo era già scritto: la prima partita da giocatrice/allenatrice col Granzette è stata contro La Fenice e per Chiara coincide con un brutto infortunio, in seguito al quale decide di appendere gli scarpini al chiodo.
“Rottura della caviglia. Più chiaro di così… Dovevo dedicarmi ad altro – commenta con la solita ironia -. Andavo ad allenare con le stampelle, ma poi è stato tutto bellissimo: serie C, Serie A2, finale di Coppa Italia col Ragusa proprio nel palazzetto in cui tutto è iniziato, e Serie A. Io sinceramente non ci pensavo, sono una persona che guarda a quello che succede qui e ora, ma il mio secondo – Francesca Vallin – e Sara Sinigaglia, loro sì che ci hanno sempre creduto”.
Unico tecnico donna della Serie A, ma Chiara non ci fa neanche caso.
“Non ci penso mai, sai? Maleducazione ed educazione non hanno sesso, mi rapporto con gli altri senza avvertire nessun tipo di differenza di genere. Magari può essere motivo di orgoglio: è sempre una cosa positiva quando in uno sport puramente maschile, le donne raggiugono certi risultati, ma per il resto la cosa non mi tocca. Non mi sento in “minoranza” e quando partecipo alle riunioni, finisce sempre che litigo con qualcuno”, sorride prima di tracciare un bilancio del trimestre vissuto nell’olimpo del futsal.
“Per come siamo fatti noi, non possiamo essere contenti e non possiamo neanche dire che vada male. Quest’estate sono state fatte scelte che ci hanno fatto pensare di poterci piazzare tra le prime 8 del campionato, poi i piani sono un po’ cambiati e ci stiamo adattando. Questo non vuol dire che chi sia stato in campo non abbia fatto il suo, anzi, sono molto orgogliosa di tutte. Ma c’è un po’ di inesperienza e manca ancora qualcosa. La riformulazione della Coppa ci farà partecipare alle qualificazioni in Final Eight anche dal nono posto, ma per me – e lo dico a nostro discapito – non andavano cambiate le regole. Piuttosto avrei posticipato l’inizio del girone di ritorno e poi avrei stilato la classifica”.

PARABOLE Nono posto, dicevamo. Come fare, allora, a tirare fuori quel qualcosa in più? Ecco il piano B, spiegato alla “Bassi maniera”.
“Ah, ti riferisci alle mie parabole… – ride -. Durante la settimana penso tanto alla parte tattica della partita, ma – siccome ad incidere di più è sempre l’aspetto mentale – prima dell’appello, racconto delle parabole. Tre minuti, non di più. Qualcosa che faccia pensare, motivi il gruppo e sia attinente alla gara. Un esempio? Una volta, prendendo spunto da un libro, ho parlato di un ragazzo ridotto in schiavitù e ingiustamente mandato a processo. Della sua vita decideranno due biglietti estratti a sorte: su uno c’è scritto innocente e sull’altro colpevole. C’è un 50% di possibilità che si salvi, ma durante la notte, un altro schiavo gli dice che è tutto già deciso. Che su entrambi i biglietti c’è scritto colpevole. Appena arrivato sul banco di giudizio, allora, il ragazzo prende un biglietto e lo mangia. Per esclusione, essendo rimasto solo il biglietto di colpevolezza, la sua vita è salva. Questo cosa ci insegna? Che dobbiamo trovare noi una soluzione alternativa. Probabilmente non la vediamo o non è così scontata, ma dobbiamo trovarla insieme perché sicuramente c’è”.

Foto: Valentina Zanaga

Foto: Valentina Zanaga

L’ANNO CHE VERRA’ I giorni di Natale saranno perciò soprattutto di riflessione, anche perché il 2021 partirà con una sfida che le neroarancio non possono assolutamente sbagliare.
“Considero il recupero col Capena (6 gennaio, n.d.c.) la prima del ritorno e non l’ultima dell’andata, perciò bisogna subito cambiare rotta. Finora abbiamo dato tanto, ma dobbiamo dare ancora di più, allenandoci anche in maniera diversa, pur di aggiudicarci tre punti fondamentali. Pensa che Iturriaga non è neanche tornata a casa pur di essere sicuramente presente per quel giorno: so – e questo vale per tutte – che una Itu felice vale molto più di una Itu allenata e ci tenevo tantissimo che passasse le feste con i suoi, ma i tempi di quarantena non hanno purtroppo reso fattibile il suo rientro in Spagna. Certo – continua Bassi – dopo Capena avremo di nuovo Kick Off, Montesilvano e Falconara, il calendario non cambia, ma da parte nostra mi aspetto un approccio diverso: magari poi non succede, ma dobbiamo partire pensando di poter raccogliere punti contro chiunque”.

Granzette

Di solito Babbo Natale riceve sempre lunghe lettere, ma quella di Bassi contiene solo un ringraziamento.
“Mi sento molto fortunata. E non l’ho pensato dopo Pelletterie, come sarebbe stato più logico, bensì dopo il ko con la Lazio. Abbiamo affrontato una lunga trasferta tornando a casa alle 2 di notte e abbiamo giocato con tante assenze, ma non ho mai sentito la mia squadra così unita. Abbiamo perso 5-0, non di misura eh. Eppure, il risultato è passato in secondo piano. Quando mi sono messa a letto, mi sono detta: cavolo, siamo un bellissimo gruppo. Sono fiera di allenare ragazze così”.

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