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Se Fossi un Mister – Chiamami ancora amore

amore

Adesso la notte è quasi finita e la luce è accesa.

Ho girato il telefono tra le mani per circa 3 ore, pensando a chi poter chiamare, chiedendomi cosa fanno all’alba delle 5 le persone che non hanno appena giocato una partita di futsal.

Mi ronza un suono in testa, quasi frastuono, mi scoppia una specie di tuono nelle orecchie, mi domando se e cosa e quando potevo far di più e domani all’allenamento di cosa parliamo, e quando abbiamo sofferto quella pressione cosa avremmo potuto fare di diverso?

Trovo mille cose che potevamo fare meglio, la copertura e la marcatura, la transizione, la profondità e la pressione.

Si lo so, sono domande alle quali dovrei trovare una risposta io, si lo so non guardarle in faccia, si lo so non sono i sentimenti che ti fanno vincere le partite, si lo so non devi farti condizionare dall’emozione che senti per quello che fai, vai dritto per la tua strada, con la ruspa scava in mezzo a tutto ciò che è sentimento e confidenza e mani intrecciate, sogni condivisi, scava e fregatene che devi solo vincere la partita, vai oltre.

Oltre te stesso, oltre loro, oltre gli occhi umidi, oltre una confidenza, oltre la stanchezza ed i momenti in cui ti senti cosi piccolo anche se il tuo specchio dice che sei un gigante di mille chili.

amore

C’è qualcosa che sfugge ai manuali, alla teoria a quello che i professori possono insegnarti ed è qualcosa a cui non sei mai preparato, è l’amore e di solito sorprende tutti quelli che sono in grado di sentirlo, stringerlo forte per non farlo scappare e poi metabolizzarlo alle 5 di notte sdraiato sul divano di casa mentre la gente normale dorme.

L’amore è quel momento in cui la tua squadra si riconosce in se stessa, il momento in cui dallo spogliatoio esce bella come il sole una ragazza con settemila segni sulle ginocchia e gli occhi più bagnati dei capelli e ti dice è tutto ok, l’amore è un time out in cui si avvicina il tuo portiere zoppicando e ti anticipa dicendo che sta bene prima che tu glielo domandi, l’amore è l’ultima scivolata oltre le forze, l’ultimo abbraccio prima di andare a dormire, l’ultimo pallone recuperato sul filo del fallo laterale che ti  permette di allontanare l’avversario dai tuoi 10 metri e far scorrere più veloce il tempo sul tuo cronometro, tanto il mio cronometro è truccato, quando vinciamo il tempo non passa mai e quando perdiamo va al doppio della velocità, l’amore è quel gusto amaro che sento in fondo alla gola mentre fisso i tuoi occhi pieni di lacrime e cerco di non piangere con te.

L’amore è una ragazza seduta in panchina, uno scricciolo che trema perché ha paura per le sue compagne, sa che probabilmente non entrerà nemmeno oggi ma non le importa più del giusto, lei è qui con noi e se non ci fosse sarebbe certamente tutto meno vero, l’amore è una ragazza in piedi accanto a te da 6 minuti perché l’hai fatta scaldare per entrare e poi hai deciso che non si poteva toccare nulla, non ora, non oggi.

amore

L’amore non è una parola, le parole sono convenzioni tra gli uomini per potersi capire, l’amore è qualcosa di più, è un pugno nello stomaco, è il buio totale quando ci pensi, è il rossore delle guance quando sei occhi negli occhi, sono i mille mila km che fanno i ragazzi del tuo staff solo per poterti vedere felice, è la pietra sopra il dolore, il sole dopo la tempesta, un bacio sopra la ferita che brucia, è l’abbraccio per dirti non sei solo, è il momento in cui dai le maglie prima della partita e senti che sono tutte li con te, per te, per noi che a volte perdiamo ma non smarriamo mai la via che ci ha condotto fino a qui.

L’amore non vince su tutto, a volte perde anche in maniera sonora ma è ciò che ti permette di  riprovarci il giorno dopo e nel momento in cui vinci ti fa sentire quanto te lo sei meritato, quanto è grande ciò che fai e quanto sarebbe piccolo se lo facessi solo per te stesso.

Sono le 5 di notte, vi amo, sorseggio un bicchiere di bianco, Francesco Nuti canta Lovelorn Man, l’orologio sul muro scandisce ogni secondo con il suono della lancetta dei secondi, tic, tac, tic, tac, sembra un tempo senza fine mentre invece sono passati già tanti anni e tante notti, eterne come le domande, vaste come le ferite e grandi come le gioie, tutto passa e niente torna tranne voi.

Il mio corpo scomposto, sgraziato ma l’anima che c’è dentro sa ancora amare, voi professori dei libri e della tattica, voi pieni di sole diagonali e schemi su schemi e di luoghi comuni, un’ allenatore non deve aver pietà, sentimenti e sentirsi coinvolto ed è sempre colpa degli altri.

amore

 

A tutti quelli che vogliono razionalizzare, come se passare tutto questo tempo insieme sia solo un lavoro e niente più, per tutti voi, mentre il tempo passa e le lancette scandiscono i secondi penso che dopo tanti anni riesco ancora a chiamare la mia squadra AMORE:

Per la barca che è volata in cielo
Che i bimbi ancora stavano a giocare
Che gli avrei regalato il mare intero
Pur di vedermeli arrivare

Per il poeta che non può cantare
Per l’operaio che ha perso il suo lavoro
Per chi ha vent’anni e se ne sta a morire
In un deserto come in un porcile

E per tutti i ragazzi e le ragazze
Che difendono un libro, un libro vero
Così belli a gridare nelle piazze
Perché stanno uccidendo il pensiero

Per il bastardo che sta sempre al sole
Per il vigliacco che nasconde il cuore
Per la nostra memoria gettata al vento
Da questi signori del dolore

Chiamami ancora amore
Chiamami sempre amore
Che questa maledetta notte
Dovrà pur finire

Perché le idee sono come farfalle
Che non puoi togliergli le ali
Perché le idee sono come le stelle
Che non le spengono i temporali
Perché le idee sono voci di madre
Che credevano di avere perso
E sono come il sorriso di dio
In questo sputo di universo

Che questa maledetta notte
Dovrà pur finire
Perché la riempiremo noi da qui
Di musica e parole

Chiamami ancora amore
Chiamami sempre amore
In questo disperato sogno
Tra il silenzio e il tuono
Difendi questa umanità
Anche restasse un solo uomo

Chiamami ancora amore
Chiamami ancora amore
Chiamami sempre amore
Perché noi siamo amore

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