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A Ball Player

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Foto LLWS

Maddy ha dodici anni, invece di giocare con le pentole, fare i video su Tik Tok e aggiungete a caso un passatempo pre adolescenziale qualsiasi, gioca a baseball.
Baseball, quello vero, con le misure del campo regolamentari e tutto il resto.
Maddy è una bimba di poche parole ma di un talento smisurato. Gioca seconda base, un ruolo che ti fa coprire un sacco di campo e di spazio laterale e prevede che tu abbia delle sinapsi velocissime ma soprattutto l’esatta cognizione della tua posizione in campo relativamente al piazzamento dei tuoi compagni.
Maddy è di un piccolo centro del Minnesota, dove la neve, l’hockey e il football americano di solito la fanno da padroni.
La squadra del suo Stato è alle Little League World Series. Le World Series giovanili sono una questione seria, un torneo vero e che poi in campo ci siano dei bimbi non importa davvero nulla a nessuno. Alle LLWS si va per vincere, per giocare del gran baseball e per provare a farsi reclutare da qualche college Division One oppure direttamente dai professionisti della Major League.

Le LLWS sono trasmesse su ESPN, oscurano la stagione di baseball che entra nella fase che precede la post – season e perfino il prestagione della NFL.

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Foto LLWS

Quindi bimbi in campo a parte, non è il torneo amatoriale dell’oratorio salesiano, è una questione dannatamente seria anche perché c’è tutta la stampa del settore e il giro d’affari è davvero a livello dei professionisti.

Non vi siete chiesti cosa ci va una “femmina” in una squadra di maschi in un torneo così importante?
Gioca e domina.
Non accadeva dal 2014, quando Mo’Davis si prendeva la ribalta dal monte di lancio della sua squadra e da li finiva in finale e sulla copertina di Sports Illustrated.
Maddy è solo la diciannovesima giocatrice di sesso femminile a calcare i campi di una LLWS, non ti chiamano a giocare li per farsi pubblicità, devi essere capace di giocare, dannatamente capace.
Partita inagurale, Minnesota vs Virginia. La biondina si sistema in seconda base, sul monte di lancio il suo compagno di squadra concede otto punti agli avversari e quando finalmente il bagno di sangue finisce, il tuo coach scuote la testa e sa che deve fare qualcosa. In attacco Maddy non arriva nemmeno al suo turno di battuta, tre battitori eliminati al piatto e si torna in difesa, a lanciare torna il partente perché farlo uscire in quel momento, pensa il suo coach potrebbe essere devastante. Inizia a lanciare e riempie le basi.
Avversari in scoring position, qualcuno deve fermare il massacro.
Il segnale dal dugout di Minnesota, mano sul braccio opposto teso. Il segnale che si cambia lanciatore.
Il Reliever Pitcher che s’avvicina al monte di lancio dove ci sono già l’allenatore e il catcher è la biondina di dodici anni.
Indossa la maglia numero quindici, sulla schiena è ricamato il suo cognome Freking.

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Foto LLWS

Diciassette lanci dopo Maddy è in difficoltà, si è aggiunto un corridore in prima base.
Bases loaded.
Un solo out.
Stanno arrivando i clean up batter, quei giocatori specializzati in situazioni come queste. Con le basi cariche di compagni di squadra, il loro compito è sbatterla fuori dallo stadio per permette ai ragazzi sulle basi di segnare.
2-2
Due strike e due out.
Arriva il segnale dal catcher.
Maddy scuote la testa, rifiuta quella chiamata di lancio, ne chiede una diversa.
Arriva il segnale che voleva.
Palla esterna nell’angolo lontano dal battitore.
Per un lanciatore cercare gli angoli delle basi è “painting the corners”, una pratica per pochi.
Possono succedere due cose quando cerchi l’angolo basso e esterno.
Puoi diventare un eroe: perché il battitore ingolosito dalla posizione della palla, sa che arriverà nel luogo ideale per essere mandata fuori dal campo per un Home Run, proverà a girarla  ma l’effetto della palla lo metterà fuori gioco.
Oppure puoi guardare la palla volare fuori dal campo e la tua squadra andare sotto di 12 punti in due inning.
Froosh.

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La palla nelle mani del catcher. Strike out.
Due eliminati ma ancora le basi cariche.
Il commentatore della ESPN si desta quasi dal torpore di una partita che sembra ormai decisa.
Quella che ha appena visto è una gran giocata.
Nuovo battitore al piatto.

Questa volta la palla è alta e interna, praticamente nell’orecchio del battitore.

Basterebbe lasciarsi colpire, prima base automatica e corridore dalla terza a casa base salvo automaticamente.
Questa femmina però che pensa di essere forte merita di essere messa al suo posto.
Il battitore gira ugualmente la mazza.
La prende sporca, corta lungo l’out di sinistra a metà strada verso la terza base, non c’è nessuno li, corre in prima base e il suo compagno prova a volare a casa base.
Maddy però è già li, esattamente dove sta per arrivare la palla, la raccoglie e con un unico movimento spedisce un missile a casa base.
Terzo out. Zero punti per gli avversari.

Il suo sguardo serio e i suoi capelli biondi e ribelli a fare il giro del mondo, perché questa bimba di dodici anni ha fatto qualcosa che molti professionisti sono incapaci di fare.
Sugli spalti c’è il manager dei Pittsburg Pirates, che si trova a Williamsport perché la sua squadra deve affrontare i Chicago Cubs nel MLB Little League Classic. Gli chiedono cosa pensa della ragazzina, lui li guarda e serissimo risponde: “The last time I saw that much blond hair throwing that hard, it was Syndergaard”
“L’ultima volta che ho visto tanti capelli biondi lanciare così forte, si trattava di Syndergaard”, si proprio lui Noah Syndergaard il lanciatore dei New York Mets.

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Foto CBS Sports

Clint Hurdle a poi aggiunto: “Senza voler mancare di rispetto a nessuno ma ha delle abilità notevoli”.
Intervistato nel dopo partite il catcher di Maddy preoccupato per la sconfitta che li costringerà a giocarsi tutto nel match contro la Louisiana si è mostrato però ancora più sorpreso quando si è sentito chiedere: “Sei sorpreso dalla giocata di Maddy?”.
“Non capisco perché siete così sorpresi. Maddy fa giocate così da sempre, da quando è con noi.”
“She is a ball player”
“Lei è un giocatore”
I bimbi, le loro risposte semplici e dirette.

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