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Maria Centracchio: una vita sul tatami

Abbiamo raggiunto per Any Given Sunday Maria Centracchio. Classe 1994, Maria e’ una delle atlete italiane piu’ forti nel Judo, categoria -63 Kg.  Molisana, ha recentemente vinto il Grand Prix di Tel Aviv e si sta preparando per il Grand Slam di Dusseldorf che si terra’ nel weekend.

1. Maria sei reduce dal successo al Grand Prix di Tel Aviv dove hai vinto nella categoria -63Kg contro avversarie davvero toste. Come e’ stato l’andamento della gara e come ti sentivi alla vigilia?

La giornata di gara è stata molto equilibrata, paradossalmente tranquilla fuori dal tatami ma intensa sopra.
Sicuramente non ero la favorita, nè tantomeno la più supportata dal pubblico, ma per una serie di fattori sono riuscita ad avere la meglio su tutte le altre atlete. Non so dirti come mi sentissi prima, ogni gara si porta dietro una serie di emozioni tali da non essere effettivamente identificabili: non sempre le sensazioni che pensi di provare rispecchiano quello che poi sarà il percorso di gara

 2. Il tuo prossimo appuntamento e’ a Dusseldorf per il Grand Slam. Come stanno andando i tuoi allenamenti?

Questo sabato gareggerò a Düsseldorf, per il momento gli allenamenti stanno andando bene e la mia condizione è la stessa di sempre, ma quello che succederà sabato in gara sarà qualcosa che oggi non posso sapere nè anticipare. Ovviamente si lavora e si spera per il meglio.

3. Vieni dal Molise. Una piccolo regione, tante volte dimenticata e poco considerate. Come e’ stato crescere e vivere in Molise? Cosa ti piace dei tuoi luoghi?

Nata e cresciuta in Molise, un luogo spesso dimenticato, ma popolato da persone fantastiche, tenaci e piene di valori, gli stessi che mi porto dietro in qualsiasi parte del mondo mi ritrovi.

4. Una familgia dedita al Judo, Sia te che tuo fratello siete atleti di punta per la nazionale italiana. Tuo papa’ e’ il vostro allenatore. Come e’ nata la passione per il Judo?

Sono nata sopra un tatami, ho anche sognato di fare la ballerina ( mi piace ballare e sono anche abbastanza portata ), ma vive in me da sempre il bisogno di combattere. La mia famiglia è la mia prima spalla, il fulcro di tutta la mia attività. Senza mio padre non sarei dove sono oggi.  Anche mio fratello minore sta intraprendendo la mia stessa carriera e spero davvero che arrivi il più lontano possibile.
5. Cosa c’e’ nella tua vita oltre al Judo? Come passi le tue giornate?

La mia vita è tutta incentrata sul judo. Gli allenamenti e le gare mi portano via quasi tutto il tempo. Quando ho dei momenti liberi mi dedico alla famiglia. Inoltre mi piace ballare e cucinare.

6. Appartieni al Gruppo Sportivo delle Fiamme Oro (Polizia di Stato). Cosa significa per te essere all’interno di un Gruppo Sportivo come questo?

Stando in un gruppo sportivo ho la fortuna di fare della mia passione il mio lavoro. Credo sia un privilegio, soprattutto rispetto alla moltitudine di ragazzi della mia età che, pur impegnandosi, non hanno la fortuna di avere una certa stabilità economica; quindi ringrazio infinitamente le fiamme oro per darmi la possibilità di allenarmi in maniera professionale e di onorare allo stesso tempo il nome della polizia di Stato.

7. C’e’ uno sportivo/a a cui ti ispiri?

Non ho uno sportivo di riferimento in particolare. Credo che ogni campione sia un’entità unica e irripetibile e che si possa imparare tanto dalla storia di moltissimi atleti, quindi ogni persona che riesce, con sacrifici e dedizione, a raggiungere i propri obiettivi per me è fonte di ispirazione.

8. Cosa vorresti dire ad un bambino o ai suoi genitori per invogliarlo a fare Judo, sport di combattimento che puo’ all’inizio essere percepito anche in maniera negative dale famiglie?

Credo che il judo, nonostante il suo aspetto “violento”, sia in realtà una disciplina fondamentalmente per lo sviluppo e la formazione di un ragazzo, in quanto impartisce precise regole e trasmette dei valori molto forti applicabili alla vita di tutti i giorni. Il judo forma delle persone prima di formare degli atleti e tiene i ragazzi lontano dalla strada.

 

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