Futsal

Un po’ di estate a Terni

“Che strano arrivare al PalaDiVittorio e non sentire la voce di Stefano.
Mauro e Federica qui sono di casa, io – al contrario – mi muovo con il passo incerto dell’ospite. C’è un omone grande e grosso che coglie il mio imbarazzo e rompe il ghiaccio per primo. “E’ dalle 16 che sono qua, non sai i pianti appena sono entrato. Ma per fortuna sta meglio, ha parlato subito della finale“. Non so neanche il suo nome e ha già creato un contatto fortissimo con me, che ho visto solo in foto la persona che gli ha lasciato un velo lucido davanti agli occhi.
Sugli spalti i ternani sono piccole formiche laboriose, alcune lo sono anche di età: si danno da fare come avrebbe fatto il loro capo ultras, creando l’atmosfera giusta: gonfiano palloncini bianchi e distribuiscono bandiere rossoverdi a chi inizia a prendere posto. Un richiamo tricolore che porterà bene.

estate

Il tempo di accendere il computer in tribuna stampa ed ecco che in campo compare un trampoliere, è un effetto speciale della finale: inizia una coreografia e il pubblico gli fa da specchio. Lo sguardo, però, è sempre fisso verso la porta d’entrata che si popola di giocatrici dopo una lunga attesa.

estateTra tutte ce n’è una che è chiamata a fare un passo avanti. Le telecamere vanno a cercare Presto che riceverà un premio per il suo coraggio: non la targa che ha tra le mani, ma l’abbraccio di una donna che le sarà riconoscente a vita. Per la vita.

Poi si parte. Finale atipica. Si gioca subito a viso aperto. Il primo fallo arriva tardissimo nonostante i numerosi affondi: Mascia e il palo dicono no al gol dell’ex Guti, è invece Valeria a sbloccare di tacco. Si gira verso i suoi tifosi e indica il nome che viene contemporaneamente scandito dallo stesso speaker che poco fa ha presentato la squadra. “Con il numero 6 c’è il sesto uomo: il pubblico di Terni”. Ed è proprio così.

estate

Poco prima ho parlato con un’abbonata che se la prende con gli occasionali: qui il calcio a 5 è una fede e in chiesa non si va solo la notte di Natale, che in questo caso coincide con la prima della serie Scudetto. Fedelissimi o no, comunque, tutti vivono gara-1 in autentica tensione. Sul risultato di 3-1 all’intervallo, un signore dall’accento umbro mi chiede delucidazioni sul regolamento: “E se finisce in parità?”. Non si può, oggi ci sarà per forza un vincitore. Ma la sua è una preoccupazione infondata perché in pochi minuti la Ternana prende il largo fino al 7-2: Neka impiega solo qualche secondo a gonfiare la rete, Renatinha fa centro su punizione. Belli allo scadere addolcisce la pillola, ma torna nella sua metà senza sorridere.

estate

Lo fa con compostezza mister Shindler con le sue scarpe bianche a spezzare il completo delle grande occasioni, lo fa Coppari alla sua prima finale da protagonista. Lo fa di sicuro anche Stefano che, avrà seguito le sue beniamine in TV. Dopo aver parlato con Valeria cerco una Kick Off che ha fatto fatica a riconoscersi nella ripresa e adesso è già su un autobus che sarà un’incubatrice di pensieri ì, nei chilometri fino a Milano. In campo, ormai, è rimasta solo Presto circondata da 4-5 ragazzine. Anche loro hanno una partita a cui pensare: l’ultimo atto della Final Four contro la Lazio che oggi abbiamo visto vincere contro l’AZ a Chiusi. Chi vince, porta a casa il titolo Juniores.

Lazio

Forse è arrivato il momento di andare e mi ritrovo seduta ad un tavolino con Dayane Rocha. Ci presentiamo lì. Mezz’ora passata a ridere insieme a lei e ai miei compagni di viaggio. Vorrei programmare subito un secondo appuntamento al bar, magari in gara-2 a Milano, ma sta per rientrare in Brasile. L’ho conosciuta troppo tardi: la stessa sensazione provata dopo aver ascoltato per la prima volta gli esilaranti racconti di Taty, giusto un paio di settimane fa. Stefano, invece, non l’ho ancora conosciuto. Sono certa che sarà una di quelle persone che mi farà pensare di aver sprecato tempo a non averlo fatto prima.

estateMauro e Fede sembrano leggere nei miei pensieri mentre torniamo a casa.
“Era bello lo stesso oggi sugli spalti, ma Stefano… Stefano da solo è mezza tifoseria”.
Fuori dal finestrino le montagne tagliano in due un cielo che non vuole saperne di scurirsi.
“Che bella questa notte che non diventa ancora notte”.
“Si chiama estate, Silvia. Estate”.
Un giorno troverò il modo per non girare intorno a tutto quello che mi piace.
Un giorno, questa vita la prenderò di petto.

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