Futsal

D’Orto: “Abbiamo vinto tanto, ora stacco un po’”

D'Orto

Imprenditore a tempo pieno, con la passione per il calcio a 5 che occupa ogni minuto libero. Daniele D’Orto ha poco tempo per parlarmi, ma basta quel poco per una chiacchierata sincera.
“Sono stanco”, mi dice subito, anticipando la mia prima domanda: “Perchè hai lasciato?”. E’ questo che mi risponde, eppure quando mi racconta del capitolo appena chiuso con l’Olimpus Roma è un fiume in piena. “5 finali in due anni (le prime due con l’Isolotto, n.d.c.) poi il triplete e la Coppa a Drachten. Che emozione è stata la Champions: ogni ragazza ha dato il massimo per sopperire alle assenze, non smetterò mai di ringraziarle”.
E tra tutti gli impegni, non abbiamo ancora parlato del primo anno di Serie A a girone unico.
“Un campionato logorante. Fai 25-30 trasferte e turni infrasettimanali, per arrivare a giocarti tutto in due partite in cui la rosa non è al completo: quest’anno mancavano Lisi e Giuliano, in più avevamo Maite e Taina Santos al 30%. Si lavora una stagione intera, si perde tutto in un attimo. Arriva un momento in cui non ti diverti più”.
Ma – guardando indietro (in bacheca c’è anche il prestigioso premio “Panchina d’Oro” dedicato alla famiglia – resta la certezza di aver scritto la storia, insieme ad uno staff di primo livello.
“Il presidente Verde, il direttore sportivo Serafini ed il direttore generale De Bartolo in primis, per la loro trasparenza e serietà. Ma devo dire grazie a tutti indistintamente, perchè ho avuto la fortuna di essere circondato da persone eccezionali e preparate. Abbiamo vinto tanto: credo fosse impossibile fare di più, adesso però vorrei un anno di riposo”, chiude D’Orto.

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