Softball

Palla Gialla

Palla Gialla

Sei quasi arrivato.
Davanti a voi c’è questo lungo rettilineo, cerchi dove parcheggiare la macchina e ti fermi.
Il cielo è nuvoloso, fa abbastanza fresco, un Aprile strano.
Le prime gocce di pioggia arrivano all’improvviso.
Il campo è nascosto da una piccola costruzione. Sei felice perché l’idea di voltare quell’ultimo angolo e trovarti di fronte al campo, all’improvviso, anche sai esattamente cosa c’è li, ricorda al tuo cuore quell’attimo speciale quando per la prima volta hai messo piede all’interno di uno stadio.
Da allora e, non eri abbastanza grande da poter andare da solo, nulla è cambiato.
L’emozione è la stessa, il cuore è solo un po’ più vecchio ma batte forte e all’impazzata, adesso, come allora.
Quella però, è un’emozione che vale solo se è condivisa, esiste perché se ne posso gioire insieme.
Hai portato la macchina fotografica, la usi poco, questo è un pomeriggio nel quale vuoi indicare al pezzo di famiglia sportiva che ti ha accompagnato cosa c’è di tanto speciale in questo piccolo diamante ai confini del mondo e in quella palla gialla un po’ troppo grande.
Puoi indicare loro le giocatrici, raccontare un pezzo della loro storia e passi il tempo a osservare i dettagli, a rispondere alle domande e scrutare gli occhi, di tutti.
C’è un’intensità in campo che s’irradia tutto intorno.
Chiara ha quell’aria seria da campionessa vera, hai sempre l’impressione che sia sempre più preoccupata di sbagliare che di liberare il suo talento. Somiglia in questo allo spilungone in piedi alle tue spalle. Una esperienza nuova per molti, eppure la vostra conversazione s’interrompe ogni qualvolta le Atoms sono in battuta.
Per lunghissimi minuti tutto quello che riesci a sentire è il rumore metallico della mazza che colpisce la palla oppure il tonfo sordo del guantone che l’afferra.
Quando Chiara scatta per rubare tre basi, di fila, tu ci vedi le sue ore passate in palestra, i sacrifici e il dolore di muscoli troppo stanchi. In quello scatto rabbioso, in quella voglia di sacrificarsi, in quella strenua volontà di non arrendersi alla sconfitta, c’è la differenza tra VINCERE o PERDERE e non ha nulla a che fare con il punteggio sul tabellone. Vedrai la stessa luce negli occhi ancora, sarà vestita da Maleficent e nemmeno lì la sconfitta è una opzione che è disposta ad accettare.
Ti basta voltarti, li guardi e loro sono in silenzio. Tutti. Nelle loro maglie da gioco continuano a guardare la partita ammirati dal talento, dall’impegno. Da Atleta ad atleta, le lettere minuscole sono per quelli seduti a bordo campo ovviamente.
Sull’esterno destro gioca Fabrizia.
L’hai osservata e non le avresti dato un centesimo, minuta, con il capello giusto e il trucco sempre a posto. Cosa ci fa una tipa così sul campo?
Fa la campionessa.
Gioca con la nazionale di softball, ha un braccio che fa impallidire la quasi totalità dei quarterback che ti è toccato in sorte di vedere ed è veloce, dannatamente veloce. Ti daresti una botta in testa per esserti lasciato per una volta ingannare dall’apparenza, guardalo il suo talento era così evidente come ha fatto a sfuggirti?
Dietro casa base c’è Sara.
Te la ricordi dallo scorso anno. Una di quelle atlete che a osservarle bene ti accorgi di quanto impegno e dedizione metta in ogni cosa che fa, hai ammirato perfino le sue creazioni sartoriali.
Mentre l’osservi e prendi qualche appunto ti ritrovi a riflettere su quanto il duro lavoro e l’impegno siano più importanti del puro talento ed ecco che lei, ti sorprende. Palla battuta in foul, lei salta fuori dalla sua posizione come un gatto e procura un out, dove fino a qualche attimo prima c’era solo uno strike.
Si alza la maschera ed è una pioggia di abbracci, di grida e di sorrisi, le scorgi per un attimo gli occhi, brillano.
Esattamente li, in quella magica comunicazione tra gli occhi e il cuore che trovi quei giocatori che hanno voglia di vincere, quelli disposti a trovare quell’ultimo balzo quando sono tutti sfiniti.
Le vorresti abbracciare tutte, per il regalo magnifico che fanno al bambino seduto nel tuo cuore, ogni volta che scendono in campo, ad ogni vittoria e ad ogni sconfitta.

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