Serie B

Levante Caprarica e Lucy Campanile, sogni e progetti made in Salento

Isef Napoli (con tanto di Supercoppa), Martina Franca, Ita Salandra, Fasano e Breganze le ultime esperienze di una lunghissima carriera sportiva, alla quale ha messo fine solo la pandemia. Ma che tra Lucy Campanile e il futsal non sarebbe mai finita, in qualche modo, era già scritto. Ed ora eccola alla guida del Levante Caprarica, formazione della provincia di Lecce, che si appresta a disputare la sua prima stagione in Serie A2.

Stone Five Fasano

“Ho sempre avuto il pallino di voler allenare, anche da giocatrice pensavo alla cosa giusta da fare in determinati momenti della partita. Sono maniacalmente appassionata alla tattica di questo meraviglioso sport e da sempre ho sognato di portarla nel Salento in modo concreto. Sono entrata nel mondo del futsal quasi 25 anni fa, l’ho visto evolversi in meglio e fare passi da gigante. La massima serie ora è una meraviglia per gli occhi, e sono certa che con le nuove generazioni che imparano già da piccoline, il livello finirà inevitabilmente per alzarsi. Mi auguro che sia così in tutte le categorie, in modo che tutte le ragazze abbiano un’opportunità per emergere”.

Le sue, intanto, si sono guadagnate un posto di rilievo nel panorama nazionale.
“Lo scorso anno abbiamo vinto contro ogni pronostico la Coppa Puglia e poi abbiamo sfiorato la Final Four perdendo solo ai rigori col Futsal Ragusa, squadra che ritroveremo quest’anno nel nostro girone. Avremmo voluto festeggiare la promozione lì, come da regolamento, dopo quei rigori. Ma abbiamo presentato domanda di ripescaggio, per dare il giusto merito e la giusta ricompensa a queste ragazze. L’ho detto subito che quella sconfitta aveva comunque il sapore della vittoria – sorride -. Ora proviamo a prepararci al meglio, ricordando sempre chi siamo, con umiltà e testa bassa. Abbiamo iniziato presto perché siamo consapevoli di dover rincorrere giocatrici e società con più esperienza, provando a diminuire quanto più possiamo il gap che ci divide da loro”.

Ampia e variegata la rosa che le è stata messa a disposizione per questo arduo compito.
“Mi sento fortunata ad avere caratteristiche tecniche di ogni tipo, così da poter adattare ogni ragazza alla necessità del momento. Le ragazze più giovani sono delle spugne, in un anno e mezzo hanno ascoltato e memorizzato ogni informazione data. Le ragazze più grandi hanno avuto modo di rimettersi in gioco ed adattarsi al mio modo di vedere il futsal. Sanno quanto tengo ai valori di una squadra: quanto sia importante la forza del gruppo, non a parole, ma quel carattere costruito soprattutto nelle difficoltà e dell’errore. Se non sai affrontare al meglio le cadute, vuol dire che non sei pronto a gioire dei bei risultati. Se pensi che arrivare in A2 sia il massimo a cui puoi aspirare, vuol dire che non sei pronto ad affrontare gente più brava di te. Ed è essenziale migliorare se stessi, tecnicamente e caratterialmente, senza puntare mai il dito, ma piuttosto tendendo la mano. Solo così – prima o poi – puoi far dei passi avanti. Che non vuol dire per forza vincere una partita, ma arrivare a maggio più matura, cresciuta, sotto ogni aspetto”.

E una visione tanto lungimirante, non può non includere un progetto Under che merita applausi.
“Per quanto riguarda il settore giovanile, ci tengo a nominare il presidente Pier Paolo Morello, con il quale presto entreremo nelle scuole per promuovere il futsal femminile e per presentare ‘Pioggia di gol’, progetto calcio integrato per bambini/e ragazzi/e con disabilità intellettive medio gravi e disabilità motorie lievi”.
Sensibilità sociale, sana competitività e crescita individuale e collettiva: questi i valori alla base di un Levante Caprarica da prendere d’esempio nella costruzione di un disegno sportivo.
“Conosco tanti tecnici e tante ragazze del girone. Alcune avrebbero meritato di calcare campi anche nella massima serie. Per quanto ci riguarda, sulla carta sarà un’impresa proibitiva, ma conosco l’entusiasmo e la fame delle mie ragazze e ho fiducia in loro: faremo il possibile per conquistare la salvezza, un passo alla volta. I conti li faremo solo a maggio, provando a mantenere saldi i principi che ci hanno sempre contraddistinto e per i quali lotterò sempre. Sono felice – continua Campanile – di aver avuto l’occasione di iniziare questo nuovo percorso nel mio Salento perché ho sempre desiderato, da giocatrice, di dare più luce ai talenti nascosti che vivono nella mia provincia. Ne ho visti tanti senza possibilità di uscire dal proprio bozzolo e spero che col tempo ci sia più coraggio di crescere e cogliere gli spiragli che si presenteranno”.

Campanile lo ha fatto, così come Margarito e Nicoletti.
“Ma in fondo siamo poche, da queste parti, ad aver toccato con mano il sogno della Serie A e mi auguro che in futuro tante bambine abbiano la forza di credere davvero nel proprio sogno. Non c’è cosa che potrebbe rendermi più felice”.

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