Calcio

Sei una donna, non puoi stare seduta qui.

Il caso di Aurora Leone dei The Jackal alla Partita del Cuore, cacciata dal tavolo della Nazionale cantanti: «Sei donna, non puoi stare con le squadre»

«Ti devi alzare perché le donne non possono stare al tavolo delle squadre». Sono queste le parole rivolte ad Aurora Leone, l’attrice dei The Jackal, che ieri sera, in occasione della cena della vigilia della partita del Cuore, in onda questa sera su Mediaset, tra la Nazionale Cantanti e la squadra dei Campioni per la Ricerca, ha denunciato di essere stata cacciata dal tavolo della nazionale cantanti in quanto donna.

 

La vicenda ha dei connotati surreali. Così grave, nella scelta delle parole, per il contesto da essere rimbalzata giustamente ovunque. La voce di Aurora è rotta da un pianto che è li, non si vede ma potete sentirlo. C’è la compostezza di chi prova a raccontare, spiegare, perfino sostenere una causa, quella della Ricerca. Su queste pagine digitali, ogni giorno leggete di donne che giocano, segnano, indossano un “completino” e non in tribuna, sul campo. Calcio a 11, Calcio a 5, senza distinzione d’etnia, condizione sociale. Tutte donne che s’impegnano nel praticare uno sport. Inseguendo un pallone e un sogno.

Non ci può essere spazio solo per la retorica. L’inevitabile condanna, lo scherno per chi sostiene attivamente comportamenti come questo. Aggiungere parole a quelle dei The Jackal è del tutto superfluo. C’è la necessità di smantellare però un contesto comune che permette che certe condotte vengano perpetrate. Uscire dalla bolla auto refenziale, dello sport “solo” al femminile e invadere con forza anche i contesti sportivi limitrofi.
Le donne, si, possono giocare a calcio. Forse di ricordarlo, spesso me ne dimentico, perché per me è la normalità. Ecco dovrei portare questa normalità mia anche in quella di altri, per quanto ottusi e ignoranti siano.

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