Tainã Santos tra Falconara e impegno sociale: “Caro futsal, c’è bisogno di maggiori tutele”

Per domanda “Falconara perchè?” Tainã Santos ha una risposta ben chiara e precisa: “Perchè mi ha voluta prima che io volessi lei”.
Non sempre si riesce a riconoscere quando qualcuno ti riserva un’alta considerazione, quando ti sceglie, quando ti dedica i propri sforzi e le proprie attenzioni, penso. Spesso capita che queste consapevolezze arrivino in ritardo, fuori tempo massimo, con la conseguenza di esserci giocati, senza neanche giocare, un’opportunità d’oro. Tralasciando il momento melodrammatico, Tainã Santos ha riconosciuto, nelle attenzioni del Città di Falconara, il posto giusto, fisico ed emotivo, dal quale ripartire. “Non potevo dirle di no. So che questa volta, insieme, possiamo fare qualcosa di bello. Credo in questo progetto”.

Ciò che più l’ha colpita, è la parità all’interno del gruppo. “E’ un ambiente tranquillo e un gruppo che, possiamo dirlo senza nasconderci, ha grandi ambizioni. Una squadra che ha la consapevolezza di aver bisogno di tutti, senza distinzione tra brasiliane, portoghesi, italiane. Senza dubbio questo è l’aspetto che mi piace di più del Falconara”.

Non ne ha dubbi chi conosce la numero 20 verdeoro. Le sue iniziative per lo sviluppo del futsal tra i più piccoli, per la costruzione di un ambiente sociale favorevole alla crescita e all’inclusione soprattutto nelle zone del suo Paese meno fortunate, l’impegno per la difesa dei diritti delle calcettiste, sono fatti conosciuti ai più. Non solo Brasile però. L’impegno è volto anche alla condizione delle sportive che vivono e lavorano in Italia.

“Recentemente ho avuto modo di aprire i lavori del congresso UIL parlando proprio di quanto sia difficile non essere tutelati in questo sport. Ai bambini, negli eventi che organizzo, dico sempre di non fermarsi davanti alle difficoltà e mi viene difficile spiegare che una delle difficoltà è proprio non essere tutelati nello svolgimento di quello che per noi in fin dei conti è un lavoro. Facciamo questo per quasi tutta la vita, ci dedichiamo tempo, risorse, energie, competenze.

Cerchiamo di essere delle professioniste in un modo dilettantistico. Bisogna parlare, confrontarsi, lavorare nei tavoli di discussione per cercare di dare ognuno il proprio contributo per rendere la realtà sportiva italiana, quella calcistica nello specifico, un ecosistema che tutela i propri componenti. Spero che nelle prossime interviste si possa parlare di novità e belle notizie in questo senso. Così posso raccontare a quei bimbi con gli occhi perennemente a cuoricino verso il calcio, qualcosa di affascinante e, perché no, rassicurante”.

Di pari passo alle iniziative sociali, c’è, appunto, il lavoro sul campo per arrivare alla migliore condizione possibile per raggiungere, assieme alle proprie compagne, gli obiettivi stagionali. “Personalmente sto migliorando settimana dopo settimana e sarò di certo pronta per le partite che conteranno. Come me, così le mie compagne. L’anno appena iniziato richiede pazienza e tanto lavoro di squadra. Pian piano arriveranno belle soddisfazioni e per quest’anno ne immagino tante”.

La prossima che il Città di Falconara cercherà, sarà la vittoria contro la Vis Fondi nel quarto turno di campionato, così da mantenere la classifica a punteggio pieno e continuare a fare benzina nel serbatoio del morale. “Sarà sicuramente una partita simile a quella contro il Pelletterie. Oramai abbiamo capito, da anni aggiungerei, che sono pochissime le partite in cui non si trovano difficoltà. Ogni gara necessita di impegno ed è ad alto tasso di competitività. Anche quella di domenica sarà senza dubbio così. Inoltre abbiamo diversi elementi appena rientrati dalle fatiche della Nazionale e non abbiamo ancora avuto modo di allenarci per bene tutte insieme.

Queste pause – sottolinea in chiusura Tainã – fermano un po’ il ritmo partita però – assicura – non saranno mai una scusa per fermarsi. Anzi, sono uno stimolo in più per lavorare sempre meglio. Ed è proprio questo che dobbiamo fare: continuare a lavorare per arrivare lì dove ci siamo prefissate”.