Calcio

Beita tra futsal e calcio a 11: “Ci divertiamo e ci alleniamo per la Coppa”

Beita

Chiusa la regular season di calcio a 5, si apre il campionato di Eccellenza di calcio a 11. La noia non è certamente di casa alla Lazio che, domenica 11 aprile – mentre il resto della Serie A di futsal giocava la sua ultima giornata – ha esordito con tre punti in erba sintetica contro la Women Atletica Lodigiani. Un tuffo nel passato per Beita Fernandez che ha rispolverato in men che non si dica le sue doti di centrocampista alla Iniesta, che l’hanno portata anche al gol.
“In realtà, l’assist di Grieco era per D’Ambrosio, ma ormai ero a tu per tu col portiere e ho segnato. Se non lo avessi fatto con quella porta così grande, mi sarei ritirata alla fine della partita – sorride – si deve anche dire, però, che è difficile imprimere potenza al pallone: ora capisco perché Cristiano Ronaldo ha tutti quei muscoli ai quadricipiti! In ogni caso è stato bello fare questa esperienza, mi ha riportata a quando da piccola praticavo tutte e due le discipline: il calcio a 5 permetteva di fare più uno contro uno, nel calcio a 11 era più questione di filtranti e lanci, mi piacevano molto entrambi”.

Beita

Anche oggi, insomma, giocare all’aperto ha il suo fascino per la spagnola.
“Giocando a metà campo, devo correre sia in avanti che indietro per cui – quando ho sentito l’arbitro chiamare solo 2’ di recupero – ho tirato un sospiro di sollievo. Non avevo più forza per fare neanche un cambio gioco ma,pigrizia a parte, il bello è che ricopro un ruolo in cui tutte le azioni passano dai miei piedi. Rischio di sovraccarico prima della Coppa Italia? No – risponde sicura Beita – e poi mister Chilelli difficilmente ci avrebbe lasciato un giorno di riposo, quindi meglio allenarsi con una partita da 90’ di puro divertimento, che in altro modo”.
A questo, poi, bisogna aggiungere l’attenzione mediatica percepita dalla giocatrice.
“Credo che in questo momento il calcio a 11 sia più valorizzato, mentre al futsal manca un’organizzazione che dovrebbe magari seguire la falsariga del Burela, primo club femminile a riconoscere il contratto collettivo alle proprie giocatrici. Non parlo di cifre, ma della possibilità di arrivare al professionismo: per come sta la situazione ora – senza un contratto di quel tipo – è come se per 20 anni non avessi lavorato neanche un giorno. Penso che tutte le società dovrebbero muoversi quella direzione, con stipendi anche più bassi, ma regolati da un contratto di lavoro che possa garantire benefici a lungo termine. Se io avessi una società mia, partirei proprio da questa base”.

Beita

Nel frattempo, a dar valore al pallone a rimbalzo controllato, ci penseranno le 8 big d’Italia che il 23 aprile si affronteranno nei quarti della Final Eight di Coppa Italia.
“Noi partiremo dal Pelletterie. Per tanti un buon sorteggio, ma sappiamo già che le toscane entreranno in campo senza nulla da perdere, mentre per noi da perdere ci sarebbe moltissimo. E questa diventa in un certo senso una condizione di svantaggio dal punto di vista mentale. Guardando agli altri abbinamenti, avrei visto benissimo la Kick Off, la squadra più in forma fisicamente, ma – alla luce dei casi Covid, per i quali faccio il mio in bocca al lupo a tutte – ora nutri dei dubbi. Occhio poi allo Statte che ha nell’imprevedibilità di Renatinha il suo valore aggiunto in grado di fare la differenza, ma per me – chiude Beita – le prime a poter arrivare in finale rimaniamo sempre noi”.

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