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Francesca Lollobrigida: “A me piace pattinare tanto e bene”, sperando in una medaglia alle Olimpiadi

Francesca Lollobrigida, classe 1991 di Frascati, è una delle potenziali medaglie alle Olimpiadi Invernali di PyeongChang 2018. L’azzurra, campionessa di speed-skating, è già al villaggio olimpico e ci ha rilasciato questa piacevole intervista.

  1. Francesca sei in una fase particolarmente intensa di gare in Russia per i Campionati Europei ed  in Germania prima delle Olimpiadi di Febbraio. Quali sono le tue sensazioni sul livello fin qui raggiunto?

Le sensazioni sono positive. Sto seguendo i programmi federali, dopo l’europeo e la coppa del mondo siamo stati un periodo in Giappone per l’adattamento di fuso orario ed ora siamo al villaggio olimpico. Devo dire che grazie al sostegno del mio gruppo sportivo, Aeronautica Militare e del mio staff, fino ad oggi mi sono potuta allenare serenamente.

  1. L’oro di questi Europei fa ben sperare per i giochi a cinque cerchi. Come giudichi il tuo cammino verso l’Olimpiade?

E’ stato finora un ottimo cammino. Nel corso della stagione ho ottenuto risultati che mi hanno portato a guidare la classifica della coppa del mondo di masstart e a centrare gli obiettivi di qualifica olimpica anche sulla distanza dei 3000 metri e della 1500 (liberandosi un posto Francesca dovrebbe essere qualificata anche in questa gara in quanto era la prima riserva ndr). Come detto  sto cercando di rifinire al meglio la preparazione, il livello delle avversarie è molto alto, e sarà una sfida veramente avvincente. Mi piace lottare per dare soddisfazioni a tutti, compresa me.

  1. Lo speed-skating è una disciplina poco conosciuta. Tu, ed Arianna Fontana per lo short-track, state portando alla ribalta uno sport ancora poco considerato in Italia. Cosa pensi del tuo movimento? Pensi ci siano margini di crescita?

Credo di non  stupire nessuno se dico che in Italia c’è ancora uno squilibrio enorme tra alcuni sport come il calcio e tutte le altre discipline. Inclusa ovviamente la nostra della quale sembra ricordarsi solo quando ci sono le olimpiadi. Certamente i successi ottenuti da Arianna e da me e prima di noi da altri atleti aiutano ad accendere i riflettori sugli sport del ghiaccio e farli conoscere. Avere più visibilità mediatica aiuterebbe il movimento e anche a far avvicinare gli sponsor. Credo però che il discorso vada affrontato in maniera più complessa dove l’atleta ha il suo ruolo, ma intorno ad esso ci devono essere anche altri soggetti che permettano la diffusione dell’immagine dell’atleta e dello sport del ghiaccio. Personalmente ho affidato questo ruolo ad un professionista che cura per me queste cose, così io penso solo a pattinare.

  1. Come è nata la passione per questa specialità?

Come atleta nasco sul pattinaggio a rotelle, seguendo l’esempio di mio padre Maurizio che ancora detiene il record italiano sulla 50km e che il mio attuale allenatore. Nel 2006 dopo l’Olimpiade Invernale di Torino mi sono appassionata al pattinaggio su ghiaccio. Per me che vivo a Roma e che all’epoca ancora frequentavo le scuole superiori, non è stato semplice allenarmi in Trentino, ma grazie all’aiuto della mia famiglia che mi ha sempre sostenuto  al Gruppo Sportivo Aeronautica Militare e la passione del pattinaggio a rotelle, che mi riempie l’anno agonistico (Francesca è anche campionessa mondiale di pattinaggio a rotelle ndr) ho affrontato grandi sacrifici e ne continuo ad affrontare.

  1. La tua disciplina ti ha costretto a trasferirti in Olanda. Quali sono i lati positivi e quali i negativi di questa scelta?

In Olanda c’è tutto quello che serve per allenarsi sul ghiaccio. A livello di impiantistica sono all’avanguardia, lo sono anche per le molte gare che fanno settimanalmente, quasi giornalmente. Ho scelto di allenarmi in Olanda circa 5 anni fa, sia per imparare dai migliori, sia perche mi piace gareggiare per verificare i progressi reali. Allenarmi e gareggiare è la cosa che più mi motiva. Questo mi è costato molti sacrifici anche economici perché ho sempre dovuto affrontare da sola ogni spesa. Dunque il lato positivo è certamente quello sportivo perchè grazie alla mia esperienza in Olanda sono molto migliorata anche se credo avrei potuto fare anche meglio se avessi avuto la possibilità di avere il mio allenatore al mio fianco. Questo accade per 6 mesi l’anno, quando sono a casa. Per il resto siamo in contatto molto stretto e la tecnologia ci aiuta. Il lato negativo è sicuramente la lontananza dalla mia famiglia e dagli amici coi quali riesco a restare in contatto grazie ai social networks.

  1. Pensi che in Italia ci sia una cultura dello sport da migliorare?

Su molte cose potremmo fare di più. Soprattutto nel cercare di mettere sempre gli atleti che sono i protagonisti dello sport al centro di tutto creando per loro le condizioni migliori per prepararsi e lavorare. Proprio per questo mi sono iscritta alla Facoltà di Scienze Motorie San Raffaele, una Università Telematica, cosi posso seguire sempre le lezioni, apprendere le conoscenze necessarie sia per migliorarmi sia per trasmettere in futuro ad altri atleti le mie esperienze.

  1. La notorietà che stai acquistando è qualcosa di piacevole o più una cosa da saper/dover gestire?

È sicuramente un aspetto piacevole che mi ha permesso ad esempio di diventare insieme a mia mamma Sondra ambasciatrici della famosa iniziativa di Procter & Gamble “Grazie di cuore, mamma” che si propone di mettere sotto i riflettori il ruolo della mamma e con lei della famiglia nell’accompagnare i figli nella crescita e verso una piena realizzazione di un video musicale dell’artista Lena Lane che uscirà tra poco. Questo però è un diversivo divertente per il tempo libero perchè il mio lavoro principale è pattinare. A me piace pattinare tanto e bene…

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