Prima in classifica, terzo miglior attacco e miglior difesa, dato al quale Ketty Gava ha contribuito mantenendo inviolata la porta nell’esordio personale contro il Villaguardia. È un’Athena Sassari completa sotto tutti i punti di vista quella che in estate ha accolto l’ex Rovigo Orange, che della vita sull’isola condivide poco tempo ma di qualità.
“Per motivi di lavoro, arrivo in Sardegna il venerdì e mi ritrovo poi proiettata dentro la partita. Non è sicuramente semplice, ma mi sto trovando molto bene e sono felice dei nostri risultati: contro la Jasna, in particolare, è stata una partenza sorprendente. La forza di una realtà consolidata avrebbe potuto avere la meglio su quella di buone individualità che giocano insieme solo da qualche settimana, e invece…”.
Non ancora squadra nel vero senso della parola, ma sicuramente un gruppo che sta lavorando per arrivare ad esserlo, legando l’uno all’altro gli anelli di una catena che dovrà essere indivisibile.
“Anche domenica – ammette Gava – siamo uscite fuori principalmente con le individualità: il Villaguardia è una neo-promossa con un’idea di gioco niente male e organizzazione, ma Marques e Da Rocha sono giocatrici che trovano facilmente la via della rete e l’hanno sbloccata alla fine del primo tempo. Come ci dicono sempre dall’area tecnica – sorride – cerchiamo di non prendere gol, che il modo per farlo si trova. In questo senso, noi portieri abbiamo sicuramente responsabilità importanti, aspetto che in fondo è una prerogativa del ruolo: domenica l’emozione era innegabile, ma è andata bene perché sono riuscita a giocare come avrei voluto. Se in Serie A gli attacchi arrivano con uno-due sotto porta, in Serie B posso divertirmi a giocare alta rispetto all’area di rigore, cercando anche l’anticipo sul pivot. Un paio di volte ci sono riuscita e sono ripartita palla al piede, ma poi l’ho scaricata su Marques. Se penso al gol? No, ma se dovesse arrivare, mi farebbe piacere”.
Ora due venete in fila, l’Hurricane e l’Infinity, e Ketty ha già fatto i compiti a casa. “Sono effettivamente due avversarie che conosco bene, con tante ex compagne anche di grande esperienza: dovremo fare il nostro gioco e prenderci dei rischi ben calcolati, con occhio particolare alla difesa. Rispetto al mio ultimo campionato cadetto, parlo del 2018 con La Fenice, ritrovo un torneo più bello e livellato. Ma come Athena Sassari vogliamo ritagliarci uno spazio importante, tra Coppa Italia e playoff. Tornare in A sarebbe bellissimo. Certo i problemi di lavoro rimarrebbero, ma nel caso – sorride di nuovo – sarò felice di dovermene preoccupare”.