La pausa di Natale le darà il tempo per un’altra operazione dovuta ad un fissaggio traballante dopo la rottura del crociato, ma nel frattempo Lucia Primitivo stringe i denti e si mette al servizio del Levante Caprarica come se quel ginocchio non le avesse mai dato problemi. “Tengo botta”, mi dice. E più tardi capirò davvero cosa vuol dire. Intanto mi parla con lucidità dell’esordio senza punti col Pucetta.
“Noi ci abbiamo creduto, ma loro più. E lo dico perché so quello che possiamo dare quando siamo davvero noi: se avessimo giocato come facciamo in allenamento, più a livello di atteggiamento che tecnico, il risultato sarebbe stato diverso. Non abbiamo avuto sufficiente consapevolezza nei nostri mezzi, ma il dispiacere sta prevalentemente nel non essere riuscite a dimostrare il lavoro fatto finora”.
Nel caso di Lucia, poi, c’è qualcosa in più: un nodo che le stringe la gola e le riempie gli occhi di onde.
“Avevo promesso un gol a papà, il mio tifoso speciale che purtroppo è in ospedale. Volevo essere il suo spiraglio di luce in un periodo nero. Ma deve solo darmi il tempo, deve aspettarmi perché so che quella gioia arriverà e sarà tutta per lui”.
Il derby in casa contro il Città di Taranto, sconfitta la settimana scorsa dal San Michele, è la prima occasione utile per mantenere la parola data.
“Quel 6-1 mi ha lasciata di stucco perché sono entrambe due squadre molto attrezzate, non da 5 gol di scarto per cui tralasciamo il risultato e pensiamo a noi. Mi auguro di vedere un Levante versione allenamento, con la stessa identica grinta: in questi mesi non ci siamo mai fermate e dobbiamo mettere in pratica tutto quel che abbiamo assimilato, senza quell’inutile tensione che può giocare brutti scherzi. A volte, anche voler far troppo può essere controproducente. Serve un gioco equilibrato e sicurezza, perché per me solo una squadra può esserci superiore: l’Atletico Chiaravalle mi ha positivamente impressionata, ma ora è presto per pensarci”.
Lo stesso non può dirsi per gli obiettivi stagionali, sui quali Lucia risponde senza un attimo di esitazione pensando in primis a chi ha fatto sì che tutto questo iniziasse.
“Pier Paolo Morello è un tifoso, un amico, un fratello. E non ci ha mai fatto pressioni. Lucy Campanile ha scommesso ancora una volta di noi e – a parte un paio di innesti – non ha mai guardato fuori dall’orto giallonero, sapendo che lì avrebbe già trovato tutto ciò di cui c’è bisogno. In base a questo, raggiungere la salvezza il prima possibile è un traguardo che mi pongo personalmente, anche anteponendomi al gruppo: ogni sacrificio di questo club merita di essere ricompensato perché il Levante Caprarica è una delle migliori società di sempre. E come diciamo noi: “Siamo il Levante Caprarica e dobbiamo esserne orgogliosi”. Io lo sono fortemente”.