Serie A

Ana Sestari – Uno sport dolorosamente bello

Uno sport dolorosamente bello. Concorderà Ana Carolina Sestari, proprio lei che ieri ha fatto il bello e – per un solo lampo – il cattivo tempo per il Città di Falconara. Sfide così affascinanti, soprattutto con Vanin, si erano già viste nei derby delle due passate stagioni. Ma questa volta, la storia – seppur con gli stessi ingredienti di base (Sestari a far da muro e il capitano giallorosso a provarci in tutti i modi dall’altra parte) – ha assunto una sfumatura nuova.

Siamo al 13° della ripresa, un buon momento per il TikiTaka che sta spingendo con continuità fino all’episodio che potrebbe sbloccare la gara: Vanin si sposta palla da sinistra verso il centro e la spedisce sul palo più lontano. Sembra fatta per le abruzzesi. Prima o poi dovrà capitolare, Ana non può arrivare anche qui. E invece Sestari si tuffa e devia, incredibilmente. Quando ancora Vanin scappa sulla destra e tenta il destro dalla linea dell’out, la gente del PalaBadiali ha già girato la testa dall’altra parte attendendo il lancio per Boutimah. Forse Sestari sta pensando proprio a questo, a quello che accadrà dopo. Per lei che fa sembrare tutto facile, questo è davvero un intervento da fare ad occhi chiusi.

Ma ecco che la sfera le scivola via dalle mani e si infila in rete. Il classico gollonzo. Quello che ti fa dire: “non ci credo”. Che ti fa partecipare più al dispiacere di chi lo subisce, che alla gioia di chi lo realizza. Seppur lo abbia meritato. E qui arriva il bello: perché il pubblico si alza in piedi e fa partire un coro dedicato solo a lei. Nessuno punta il dito su chi in u secondo è passata dal paradiso all’inferno. Letteralmente rialzata a suon di applausi. Non è nuovo il pubblico del Città di Falconara a questi gesti. Vi ricordate lo scudetto perso contro il Montesilvano? I tifosi rimasero a cantare le gesta delle citizens ancora a lungo, nessuno ha lasciato il PalaBadiali da sconfitto. La vittoria era stata uscirne insieme più uniti di prima.

Ma torniamo a ieri. In due minuti, Ferrara scappa sulla destra e Praticò pareggia i conti con una deviazione volante sul secondo palo. Elpidio potrebbe dare il colpo di grazia se non fosse per l’ottima Duda, poi l’ultimo guizzo: Bertè riceve tutta sola al limite dell’area, Ana è l’ultimo baluardo. 9 secondi sul tabellone, forse sarebbero troppo pochi per tentare una nuova rimonta. Mentre da fuori possiamo pensare, in campo si agisce: tiro di Bertè e parata, anche questa decisiva. A sottolinearla sono gli stessi applausi che in precedenza avevano minimizzato l’errore in una fase cruciale. Il numero 1 li sente e ringrazia. Gli spogliatoi ovattano un caloroso “rumore” di fondo. È uno sport dolorosamente bello, pensa Ana ancora una volta.

Foto: Federica Arca (Audace Wave) e Città di Falconara

To Top