Storie

Diario di Coppa – Devo imparare il portoghese

Osservare il futsal maschile è una esperienza che muta, la prospettiva, aggiunge una dimensione al gioco. Il campo che solitamente mi capita di vedere occupato in maniera bidimensionale, esplode ora sulle tre dimensioni. La massa dei giocatori del maschile aggiunge un livello al gioco.
Sulla linea laterale, l’arbitro ricorda ad uno dei contendenti che “questo è calcio”. Difficile distinguere quando ti prendono a calci.
Dura dodici minuti la resistenza dell’Eboli. Gol di Borruto e di Cuzzolino. La terra torna a ruotare sul suo asse ogni ventiquattro ore.
Una coppa consegnata ad un allenatore che né ha la bacheca piena. Non che avesse bisogno di regali, viene il dubbio che qualcuno ora da casa, debba avere più che un rimpianto.

Per passione, sempre, vengono impegnati, distribuiti importanti risorse economiche per allestire le squadre di vertice. Cerco qualcuno che mi spieghi le ragioni, che m’illustri con una analisi il perché di certi risultati. Le strategie economiche, i costi e benefici di rose allestite con quel giocatore piuttosto che con altri. Non trovo nulla. Che peccato.
Siamo quasi alla fine del primo tempo.

Ammiro l’innocenza con la quale Honorio difende ogni suo tackle affondato. Straordinario, spesso mi capita di credergli anche.
Venti secondi alla fine del primo tempo e siamo quattro a zero.
Credo che nell’intervallo si possa già allestire il palco per le foto di rito. Come per un matrimonio quasi ben riuscito.
Certo, la Feldi Eboli ha rimontato l’Acqua e Sapone in semifinale.
Osservate bene, i ragazzi con indosso la casacca del Pesaro. Li riconoscete? Erano a Pescara prima a vincere tutto, allora come adesso. Vi sembrano giocatori che si lasciano sfuggire un’occasione come questa.
Secondo tempo.
La porta è chiusa con quattro mandate, riusciranno i ragazzi dell’Eboli a scardinare quella porta?
Venti minuti per scoprirlo.

Ci provano. Due minuti però e i gol diventano cinque.
Duri a morire questi ragazzi della città dove s’è fermato cristo. Momento nostalgia. L’ex presidente, in una conferenza stampa in occasione di una partita della nazionale si vanto: “abbiamo portato la nazionale ad Eboli, nessuno conosceva Eboli!”. Peccato che l’hombre di Colleferro non ricordasse uno dei capolavori di Carlo Levi e della letteratura italiana. Già, proprio quel libro. Cristo si è fermato ad Eboli. Fine momento nostalgia.
Accorciano. Accorciano ancora. Il Pesaro fatica a chiudere il set e la partita sembra avere vita, solo però se siete distratti dalle luci psichedeliche del palazzetto. Oppure assetati come me.
Per l’almanacco finisce 5 a 3 per il Pesaro.
+1 per Fulvio Colini

MVP Borruto. Menzione speciale per il momento in cui s’accomoda su una sedia presa a prestito mentre attende la premiazione.
Ricordi di Coppa Italia.
Per altri ricordi basta così, anche per quelli brutti

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