Serie A

Un gesto da numero uno: Mascia campionessa di fair play

“Oops, she did it again”. Lo scrivo in inglese perché sono in Scozia e la notizia dell’ennesimo gol dalla porta di Marika Mascia è arrivata fin qui, tra il mare del Nord e il Castello di Edimburgo. [Nessuno commenti il castello di Harry Potter, per favore, tanto continuerò ad ignorarlo fino a che i figli di mia cugina non mi chiederanno di leggere loro qualcosa del celebre maghetto (e temo accadrà presto)].


“Notitia”
: sarebbe meglio scritto alla latina, come derivato di “notus”. Perché il feeling di Mascia con la rete è davvero cosa conosciuta e questa domenica lo sarà una volta di più. C’è il suo nome, infatti, tra le 5 reti di Vanin e il poker di Belam. L’estremo difensore azzurro, che quest’anno veste la maglia del Cagliari, ha visto la collega avversaria fuori dai pali e ha usato i suoi piedi telecomandati per una traiettoria che si è spenta sotto la traversa. 30 metri di parabola, una distanza che blocca anche gli attaccanti puri, perché quella che separa la gloria dalla figuraccia – in quei casi – è davvero una linea sottile.

Tanti la temono, Marika – invece – ci passeggia su come farebbe un equilibrista. Le bastano pochi millesimi di secondo per decidere: se c’è il lancio, il pallone arriverà col contagiri alla compagna più lontana. Ma se c’è uno spiraglio in porta, è a quello che mira. E il più delle volte fa centro. Esattamente com’è accaduto al PalaConi: 3-2 con rete del portierone, insieme a Gasparini e Marchese.
Di questo ci informano i tabellini.
Poi, fortunatamente, ci sono le persone. Quelle che hanno il piacere di regalarci storie che altrimenti non avremmo mai avuto modo di conoscere, come quella che Marco Bramucci – presidente del Città di Falconara – racconta su una chat che raccoglie tutte le società. E fa più o meno così: invece di correre a festeggiare, Marika aspetta il fischio finale per attraversare tutto il campo e andare a consolare Antonaci, in lacrime dopo la sconfitta.
“Le ho detto di alzare la testa, che sono cose che accadono e che glielo consigliava una che di gol in carriera ne ha presi tanti – confessa prima di tornare seria. – Si piange sotto la doccia, ma ci si rialza sempre”. Due portieri con maglie diverse, stretti nello stesso abbraccio. Un numero uno che è meno solo con un altro uno accanto e due che diventa una somma di valori inestimabili.
Si chiama per fair play, per noi è meraviglia.

“Quando saremo due non avremo metà
saremo un due che non si può dividere con niente.
Quando saremo due, nessuno sarà uno,
uno sarà l’uguale di nessuno
e l’unità consisterà nel due”.

Erri De Luca

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