Serie B

Martina Podda: “Athena Sassari gruppo fantastico. Il 22? Omaggio a Diego Milito”

Podda

Athena Sassari saldamente sul podio con 8 reti a Bagnolo e Villaguardia. Procede spedito il cammino delle rossoblù che domenica 18 febbraio torneranno finalmente in casa per il replay con un Futsal Hurricane bisognoso di punti e nettamente battuto all’andata.
“Penso che ogni partita vada giocata – dice Martina Podda – perciò azzereremo risultato ottenuto in Veneto (10-3) per lasciare spazio alla nuova sfida. Guardare la classifica sarebbe un errore: le gare vanno nel modo in cui le imposti e noi dovremo essere brave a dimostrare di aver voglia di vincere”.
22 sulle spalle per la laterale originaria di Nurallao, e non è certamente un caso.
“Pur essendo cresciuta in una famiglia di juventini, io sono interista sfegatata e quello è il numero di Diego Milito: lui è stato fonte d’ispirazione, l’amore oltre l’amore. A parte me – continua – non posso dire che il calcio giocato sia una vera e propria passione di famiglia, ma – avendo 6 fratelli e un’ampia veranda – mi capitava spesso di ritrovarci a fare partite in una sorta di gabbia in cui la palla non usciva mai. Una volta finite, io prendevo i vasetti vuoti delle piante di mia madre e li usavo come cinesini, cercando su Youtube esercizi da poter fare a casa. Abbiamo partecipato anche a dei tornei estivi. Ho sempre praticato calcio senza etichette, solo per il gusto di fare qualcosa che amo. Ma, nonostante ciò, i miei genitori non sono stati subito favorevoli: venendo da un paese di appena 1000 anime, preferivano non espormi al classico pregiudizio della ragazza che fa uno sport da maschi. Quando si sono convinti, però, li ho avuti totalmente dalla mia parte. Mio padre, per esempio, si faceva un’ora di viaggio ad ogni allenamento fino a Villacidro e poi rimaneva ad aspettarmi con la comitiva di genitori che a loro volta erano lì per le figlie”.

Al Villacidro rimane 2 anni, poi passa all’Oristano in Serie B successivamente arriva la firma con la Torres. La squadra è estremamente competitiva, le pressioni sono tante ed è difficile ritagliarsi spazi, così Podda termina la stagione e torna ad Oristano. “A parte il discorso calcistico, lì ho messo radici: se giocare a Sassari significava giocare fuori, Oristano è sempre stata casa”. Ma è per rispettare una promessa che Podda, a dicembre del 2021, decide di sposare il progetto dello Shardana.
“Avevo dato la mia parola ad alcuni amici, dicendo loro che nel giorno in cui avessero allestito una squadra femminile, io sarei stata in prima linea. A prescindere dalla categoria. E così sono passata da un campionato nazionale alla serie C regionale: loro avevano l’obiettivo di divertirsi e io volevo andare in A2 – sorride -. Ricordo ancora l’esordio: manita all’Ittiri, l’unica mai realizzata nella mia vita. Per me non erano 5 gol in Serie C, ma erano 5 gol davanti a 200 persone. Di sicuro il mio debutto più bello in tanti anni di sport”.
Nel frattempo, le cose iniziano a farsi serie per tutti. Tanto che alla fine lo Shardana si ritrova a giocarsi lo spareggio nazionale col Monastir: i favori del pronostico sono tutti per le rivali, mentre per Podda e compagne conta solo vincere. Una sconfitta avrebbe significato addirittura terzo posto, facendo sfumare anche la possibilità dei playoff.
“Praticamente spacciate – ride -. Avevano maggiore esperienza, erano già più volte che tentavano il salto di categoria e in più avevamo il ricordo di un’amichevole pre-campionato a dir poco disastrosa. Ma mister Concas se l’era studiata in bene e in due giorni decide di passare dal 3-1 a 2-1-1, con me come intermedio: della serie “se la perdiamo, la perdiamo male, ma se la vinciamo è per questo”. In quei due giorni apprendo tutto sul mio nuovo ruolo e do tutta me stessa: a 5’ dalla fine, sul risultato di 1-1, faccio l’assist per il sorpasso, poi arriva subito il 3-1 e così via. Alla sirena ero così stanca che non sono riuscita neanche a festeggiare: eravamo salite in A2, avevo vissuto la stagione da protagonista e avevamo un gruppo pazzesco”.


E allora perché la scelta di lasciare lo Shardana? “La società, ci tengo a sottolinearlo, mi ha dato tutto, ma ad un certo punto le dinamiche sono cambiate e iniziava a starmi stretto anche uno spazio fino a quel momento così familiare”.
I saluti non sono a cuor leggero. Quando si presenta l’occasione con l’Athena Sassari, però, Martina non ci pensa troppo. E non sbaglia.
“Sono felicissima di aver accettato a scatola chiusa, perché non mi era mai capitato prima di stringere tanto e con così tante ragazze. Magari c’è qualcuno con cui ho legato di più, ma non qualcuno con cui non ho legato. Questo è il nostro pregio più grane: ci autoalimentiamo, ci diamo forza da sole. Non so come possa essere possibile, ma è come se giocassimo insieme da anni. Quelli che per altre squadre potrebbero essere problemi insormontabili, per noi passano inosservati. Prendi le trasferte: il fatto di stare fuori spesso e a lungo potrebbe essere pesante, ma noi stiamo talmente bene che neanche ce ne accorgiamo. Anzi, è tutto tempo condiviso. In una parola, sono grata all’Athena Sassari. Credo che la società sia stata brava a trovare tutte persone splendide che possono porsi obiettivi importanti: se hai un gruppo unito, certi traguardi sono la più logica delle conseguenze possibili”.

Foto: Melania Cenedese

To Top