Serie B

Chiara Cialfi e la salvezza: “A 30″ dalla sirena piangevo, a 13″ la gioia più grande di tutte”

Chiara Cialfi  mentre corre a braccia aperte verso il pubblico che ha letteralmente riempito il palazzetto di Cepagatti. Si chiude così la stagione della Lux Chieti, con quel gol della provvidenza che – a soli 13” dalla sirena che l’avrebbe condannata alla retrocessione – riscrive la storia col più dolce dei finali: sarà ancora serie A2 per le teatine, poi dilaganti nell’extra time. Ma nulla di ciò sarebbe stato se Cialfi non ci avesse messo lo zampino in extremis, mettendo a segno la rete più pesante della sua carriera.
“Mi ricordo che ho alzato lo sguardo verso il tabellone, mancavano circa 30” ed ho iniziato a piangere. Poi è arrivato quel pallone e le lacrime si sono trasformate in un sorriso ed abbracci per chiunque fosse vicino. È tutta qui la bellezza di questo sport. Nei supplementari ero certa che sarebbe finita bene: il Reggio aveva il morale a terra e noi alle stelle. La fortuna era dalla nostra, la ruota stava girando e noi ci abbiamo creduto un po’ più delle nostre avversarie. A chi dedico questa vittoria? Ai miei genitori che non si sono persi una partita”.

Non la stagione dei sogni per la Lux, ma senza dubbio un anno che ha permesso di crescere in una categoria nuova e per certi versi “spietata”.
“Eravamo partite molto fiduciose e con la consapevolezza di poter puntare ai playoff, poi però qualcosa non ha funzionato e ci siamo demoralizzate. La notizia di dover affrontare i playout è stato il colpo finale, ma ci siamo guardate in faccia e ci siamo dette di fare un ultimo sforzo. È stata salvezza nel vero senso della parola, perché ha dato valore ai nostri sforzi e al nostro impegno. Alla fine, questa lotta ci è servita e ci ha regalato una gioia finale ancora più grande. Non doveva andare così, ma siamo riuscite a dare un senso importante a tutto il viaggio compiuto. Ci ripenso e sono felice: per la prima volta mi sono state date responsabilità pesanti, non sono stata solo un elemento di contorno e penso di essere cresciuta”.
Un viaggio che Cialfi ha deciso di incidere in modo indelebile anche sulla pelle.
“L’idea è venuta a Nobilio, ci tatueremo un 13 sul braccio, proprio i secondi che hanno cambiato il corso degli eventi – sorride -. Giusto farlo insieme sia per l’amicizia che ci lega, sia per il modo in cui abbiamo sentito nostra questa strana ma bellissima annata”.

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