Serie A

“Atleta eccellente, eccellente studente”, premio a Benedetta De Angelis

De Angelis

Audace Verona di ritorno da Fondi col pieno di buone notizie dopo il 6-0 imposto alle rossoblu. Ora, infatti, sono 17 i punti messi in cascina dalle rossonere, un numero che – in barba alla scaramanzia – significa nuovo record stabilito in Serie A (quest’anno targata Puro Bio), dopo i 16 accumulati nella stagione 2021/22. Ma di motivi per sorridere, come sta per spiegare Benedetta De Angelis, ce ne sono diversi.

“È stata una delle poche partite chiuse senza gol subiti e con 6 marcatrici diverse sul tabellino, il che è sempre un bene perché significa che stiamo cercando dinamiche collettive, più che individuali, cosa che ci ha penalizzate in altre circostanze. Poi ci sono il ritorno al gol di Exana che veniva da un momento difficile a livello fisico, la buona prestazione di Bisognin, la continuità di Puttow e il turnover ben orchestrato che ha dato spazio a Piccirillo (al suo esordio, n.d.c.) e a De Cao (fresca di prima convocazione in Nazionale, n.d.c.). Elena gioca con una spensieratezza e una tranquillità che le sono proprie, in più credo che sia in un contesto ideale per la sua crescita: sa che c’è tanto da lavorare, ma sa anche che qui potrà farlo con calma perché rispetteranno quei tempi che le permetteranno di mettere a frutto nel calcio a 5 la già buona base tecnica”.

Rispetto ad un momento tanto bello, l’augurio è solo uno: che possa durare. E De Angelis sa che contro la PSB Irpinia, in casa, dipenderà solo dalle intenzioni dell’Audace.
“Dobbiamo vincere, senza se e senza ma. La gara di andata è stata una grandissima delusione, ma – in generale – è stato un percorso in cui abbiamo fatto solo ciò che dovevamo. Con la Lazio ci siamo fermate a 3’ dalla fine, idem con la Kick Off. I miracoli – sorride – sono ancora tutti nel cassetto e sarebbe opportuno tirarne fuori qualcuno nel girone di ritorno, così da poter raggiungere quella parte di classifica col pallino azzurro davanti – dice riferendosi ai playoff. – Fare il nostro, adesso, non basta più. Dobbiamo riuscire a rosicchiare anche tutti quei punti lasciati per strada nella prima parte”.

Forte e gentile, come gli abruzzesi visti con gli occhi di Primo Levi. De Angelis ne è una delle massime espressioni ed è proprio grazie a questo suo temperamento – misto ad un rigidissimo senso del dovere – che la calcettista rossonera è risultata indiscussa vincitrice del premio indetto dal CONI “Atleta eccellente, eccellente studente”, riconoscimento datato 2020 e slittato ad oggi per via del Covid, che la porterà a Roma il prossimo 23 febbraio. Oltre alle presenze nella Nazionale italiana di futsal, sul curriculum della 22 pesa molto il trascorso calcistico con le Nazionali U17, U19 e U20 e le partecipazioni a 5 Europei, uno dei quali sfumato in semifinale contro la Norvegia. A tutto questo si aggiunge il secondo indispensabile requisito: la laurea conseguita con 110 e lode in “Filologia della Letteratura Italiana”, con una tesi sul rapporto tra Leopardi e Montale.

“Questo premio significa tanto per me perché ho sempre avuto il timore di essere un po’ a metà rispetto ai miei altissimi standard interni di eccellenza – ride -. A volte mi chiedo: e se mi fossi dedicata solo ad una delle due cose? Magari avrei proseguito col dottorato di ricerca e avrei intrapreso una carriera accademica; dall’altra parte penso che se non fossi rimasta a Roma per motivi di studio e fossi andata in un’altra squadra di calcio a 11 di serie A, ora avrei avuto una carriera diversa. Alla fine, ho portato avanti sia università che sport, ma con la paura costante della precarietà e del confronto con la vita degli altri: a 15 anni, ad esempio, giravo già per tutta l’Europa e mi sentivo più avanti rispetto ai miei compagni, ma – proseguendo con gli anni – quegli stessi compagni iniziavano a lavorare e io cominciavo a percepire la distanza, a sentirmi indietro. E di questo incolpavo lo sport, che mi toglieva tempo ed energie che avrei potuto utilizzare per realizzarmi a livello lavorativo”.

Da questi dubbi, De Angelis, ha cercato di uscir fuori con soluzioni concrete per evitare che altre giocatrici possano trovarsi nella stessa situazione d’impasse.
“Attraverso l’Associazione Calciatori, vorrei studiare un modo per dare maggiore consapevolezza sul percorso di “doppia carriera” nel dilettantismo, contesto in cui lo sport non è assolutamente un lavoro. Vorrei proporre soluzioni alternative come percorsi di formazione o magari partnership con le aziende e coinvolgimenti nei progetti FIFA. È stato un sacrificio sì, ma lo sport mi ha dato tanto, dalla possibilità di mantenermi negli studi come fuori sede, a quella di muovermi, creare nuovi legami e aprire nuove opportunità per la mia vita. Fare tutto questo senza paura della precarietà sarebbe il sogno di ogni atleta e, in qualche modo, dovrebbe essere anche realizzabile”.

Foto: Federica Arca (Audace Wave)

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