Quando si passa tanto tempo con una persona, o con un gruppo di persone, è facile che il linguaggio si contamini, o per meglio dire arricchisca, delle espressioni gergali che ognuno utilizza. Entrano così a far parte del nostro vocabolario una serie di modi di dire che colorano e caratterizzano la conversazione, rendendola personale.
Questo avviene sempre, ma immaginiamo la poliedricità linguistica quando il gruppo è formato da elementi di Nazioni e culture differenti. Capita così che una brasiliana utilizzi l’espressione “che trash” per indicare qualcosa di grottesco oppure, come nel caso di Isa Pereira, chiosare con “chista fu bella” una conversazione con le proprie compagne di squadra. Dal Portogallo alla Calabria grazie a Falconara. “È un modo di dire utilizzato spesso da Silvia Praticò – racconta la numero 16 citizen – e oramai è diventato parte del nostro, mio, linguaggio. È naturale. Infondo -continua – incamerare i modi di dire delle altre persone quando si passa così tanto tempo insieme“.
Non si arricchisce e colora solo il linguaggio. E’ come la malta che unisce i mattoni di un muro. Crea coesione e rafforza i legami. “Si scende in campo per giocare, siamo tutte compagne di squadra e la priorità di ognuna è dare il meglio per raggiungere gli obiettivi personali e di società. Ma se il gruppo riesce a trovare un equilibrio e una sintonia che va oltre il campo, allora è tutto più semplice. A Falconara è così, e ne beneficiamo tutti, dal gioco all’intesa in campo“.
Non è un caso quindi che il gruppo faccia quadrato in ogni momento, riuscendo a gestire le difficoltà e volando sulle ali dell’entusiasmo nei momenti con il segno più davanti. “Prendiamo la Coppa Italia ad esempio, un’edizione stratosferica. Abbiamo dovuto fronteggiare non poche situazioni complicate. Abbiamo avuto la testa giusta, in grado di scacciare le ansie e credere fermamente in ciò che volevamo. Chi ha assistito alla competizione credo si sia divertito molto e, non ho dubbi, lo sta facendo anche in questi playoff scudetto“. Merito delle squadre protagoniste e delle singole giocatrici.
Nel suo primo impegno di semifinale, la squadra di mister Neri ha portato a casa una vittoria convincente e larga, battendo il Tikitaka con un perentorio 1-7. Eppure in risultato è stato ad inseguire. “Non che non stessimo giocando bene – spiega la lusitana – anzi. I primi dieci minuti sono stati giocati ad intensità incredibile da entrambe le squadre. Poi è arrivato il gol del Francavilla. Ad essere sincera, il modo il cui è arrivato, ha portato più benefici a noi che a loro credo. Sebbene fossimo convinte, quel gol ha suscitato in ognuna di noi la voglia di fare ancora meglio, di mette in campo ancora più cattiveria agonistica fino al suono della sirena“. E’ cambiata la luce negli occhi delle marchigiane, di Isa soprattutto.
Marcia ingranata come a dire “non ce n’è per nessuno” e prestazione maiuscola, l’ennesima di una stagione disputata ad alto profilo. “Sto bene, molto bene e sono crescita moltissimo. Tanto tecnicamente quanto tatticamente. Oramai i meccanismi della squadra sono diventati automatici, sono totalmente coinvolta nel gioco e mi sento parte di una grande storia. Ho lavorato e sto lavorando molto per alzare il mio livello sempre di più e la realtà nella quale mi trovo mi aiuta e stimola. Sono soddisfatta di quanto raggiunto fino ad ora, dell’anno che sta per terminare, della prestazione di domenica scorsa. Lo siamo tutte. Però, come detto, chista fu bella, ma questo fa parte di ieri. Bisogna guardare a oggi e oggi vuol dire di nuovo Tikitaka, in casa nostra. Non contano i gol realizzati, ora conta solo fare risultato in gara-2 ed arrivare in finale. Una finale che aspettiamo dallo scorso anno“.
L’amaro di gara -3 contro il Montesilvano non si è attenuato durante la stagione. Al più è cambiato, è diventato un punto di forza. “Perdere in quel modo ci ha fatto male. E’ stata una di quelle sconfitte che brucia. Una volta guarite le ferite, però, ci siamo resi conto, tutti, della vicinanza della nostra gente e del potere che potesse avere se avessimo sfruttato le cose a nostro vantaggio. Ed è quello che abbiamo fatto. Credo che molte delle situazioni di difficoltà in campo, quest’anno, siano state superate anche e soprattutto grazie a questo particolare. Il popolo citizens lo sa, l’ha visto, ed ora vogliamo tornare lì dove ci siamo fermate lo scorso anno sperando di regalarci un’altra grande soddisfazione“.
Impegno su doppio fronte per la società del presidente Bramucci, visto che anche la under 19 si gioca le sue chances nelle finals scudetto che si disputeranno a Salsomaggiore la prossima settimana. “Un altro motivo per chiudere la serie a gara -2 di semifinale – aggiunge Pereira -. Hanno fatto un percorso di crescita esponenziale le nostre giovani, considerando che per molte di loro questo è il primo anno di calcio a 5. E’ un orgoglio per tutto l’ambiente e spero che traino da questa esperienza, il massimo possibile. Sarebbe bello vederle giocare e, se tutto si incastrerà, vorremmo poterlo fare davvero. Staremo a vedere, la cosa certa – conclude – è che ogni singola componente di questa società ce la metterà tutta per far volare alto il falco che portiamo sul petto“.