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Alice Sabbatini, il CdF e un fine settimana per una doppia finals

Cosa abbiamo visto sul campo del PalaBadiali domenica sera: il Città di Falconara che passa il turno battendo, anche tra le mura amiche, il Bisceglie Femminile, il tributo di tutto il palazzetto a Giusy Soldano per l’ultima partita da calcettista della sua vita e un ideale passaggio di consegne generazionale.

Di tutte, forse è questa la notizia da sottolineare con maggiore attenzione. Perchè, se è vero che domenica si è conclusa la carriera di Soldano, è vero anche che un’altra è appena iniziata: quella di Alice Sabbatini. E’ la vita – sportiva in questo caso – che va avanti.

Alice è una classe 2003, Giusy 1980. 23 anni e tanto futsal di differenza. “Non la conoscevo Soldano – esordisce Sabbatini – non so molto della sua storia, quasi nulla a dire il vero. Ma tutto il palazzetto in piedi per applaudirla a fine partita mi ha emozionato e, in un certo senso, mi ha fatto capire di quanta storia fossi testimone in quel momento“.

Le immagini sono rimbalzate sui social nel giro di qualche click, un susseguirsi di 0 e 1 capaci di suscitare emozione in quanti, quella storia, l’hanno vista e vissuta. “E’ stato come fossimo generazioni a confronto e – aggiunge Alice – se ho la fortuna e la possibilità di continuare a giocare, è grazie a persone come Giusy Soldano“. La vecchia guardia che prepara il terreno per il futuro che verrà. “Se questo sport muove sempre più passi verso l’emancipazione è grazie a chi ha lottato in passato e lotta ancora oggi“.

Il PalaBadiali era tutto per Giusy. Ma chissà se Alice si è resa conto di quanto fosse tutto per lei. “Ho avuto modo di giocare in un quarto di finale scudetto. Alla mia età e con la mia piccola esperienza. Già solo dirlo è emozionante, figuriamoci scendere in campo davvero“.

Credo fermamente che sarà uno di quei momenti che rimangono fissi nella memoria. Per quanto lontano si potrà mai andare, torneranno sempre a ricordare da dove si è partiti. “Quando il mister si è girato e mi ha detto “dai scaldati”, ho perso tutte le ossa e sono diventata un budino“. Forse enfatizza un po’, ma non si fa nessuna difficoltà a crederlo. “Scherzo ovviamente – o forse no – l’ansia è stata tanta quanta la paura di sbagliare ma mentre in campo, con delle campionesse di tale calibro, non ho potuto far altro che essere concentrata e fare bene.

Se da una parte avevo molta tensione, dall’altra avevo anche la sicurezza di essere parte di una grande squadra fortissima, con delle giocatrici professioniste sempre pronte ad aiutarmi“.

Non è ancora il suo mondo, quello delle grandi. Si sta preparando per quello. C’è da masticare tanto calcio a 5 prima, minuti, partite, soddisfazioni, delusioni. C’è tempo, c’è un tempo per tutto. Alice lo sa. E’ per questo che l’impegno è tutto focalizzato su quella che è la realtà sulla quale può e deve incidere: l’under 19. E, seppur in pochi mesi, di strada le baby citizens ne hanno fatta, arrivando a disputare una Coppa Italia e ad essere in corsa per un posto nelle finals di Salsomaggiore.

alice sabbatini

C’era da aspettarselo? “A dir la verità no. A settembre abbiamo ripreso ad allenarci in tante, poi la rosa è andata scarnendosi. Siamo ripartiti da zero con nuove ragazze e con non poche difficoltà e ad oggi siamo dove siamo. La Coppa è stata un’esperienza unica che ha avuto sicuramente buoni risvolti, ed ha aperto nuovi orizzonti. Anche il campionato procede meglio di quanto ci aspettassimo.

La crescita è stata graduale, vincendo le prime partite abbiamo acquisito un po’ più di consapevolezza. Abbiamo capito che, se giochiamo con la testa e restiamo concentrate possiamo farcela, persino a ribaltare la sconfitta subita contro la Lazio nella partita di andata e vincere. Ora speriamo di giocarci bene questi spareggi per accedere alle finals e confrontarci con le migliori squadre del campionato“.

Gara-1 contro la Top Five, in quel di Torino, ha dato ragione alle ragazze di mister Mosca, grazie ad un risultato finale di 4-2. Sabato sarà proprio il PalaBadiali ad ospitare la gara di ritorno. Soddisfazione a metà però. “La Top Five è una squadra molto pronta, sia fisicamente che mentalmente.

alice sabbatini

Dopo 5 ore di viaggio forse noi siamo arrivate un po’ scariche ed è mancata la voglia di finalizzare per tutto il primo tempo. La partita ha avuto sempre ritmi alti, e le occasioni non sono mancate. Gli animi si sono alleggeriti grazie al pareggio di Silvia Praticó che ci ha portate poi in vantaggio sulle avversarie . Da lì e dal punto ritrovato nel riposo tra i due tempi. Il mister ci ha preparato bene per la partita, sapevamo cosa dovevamo fare. È mancata maggiore decisione e convinzione nei contrasti e rimpalli“. Cosa che, assicura Sabbatini, non mancherà nella gara di ritorno.

Sarà sicuramente fiero papà Sabbatini, lui che si era ripromesso di chiudere per sempre con il calcio per poi innamorarsi di nuovo, questa volta grazie a sua figlia. “Il calcio è eredità di mio padre. Ha giocato a calcio a 11 e anche calcio a 5 e quando riesce gli piace venire alle partite. dopo un infortunio che ha avuto però, aveva deciso di cancellare questo sport dalla sua vita e così è stato finché non è giunto a bussarmi alla porta. Ora è come se sentissi di doverlo riscattare. Ma non è solo per lui che gioco. Questo sport mi rende felice“. L’orgoglio non può essere che doppio.

Non ci sarà da stupirsi se il signor Sabbatini trascorrerà il fine settimana sugli spalti di Via dello Stadio, per la gara di under 19 prima e della prima squadra poi. Ad attendere le marchigiane in semifinale, la matricola Tikitaka. Ci si aspetta tutto tranne che una gara facile. “La partita di domenica sarà una sfida come sempre, con due squadre che hanno individualità molto forti e un gioco mirato che sa dove colpire. Entrambe cercheranno di aggiudicarsi il vantaggio di gara 1, per questo – conclude – la competitività sarà alle stelle e lo spettacolo è assicurato“.

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