Serie A

A tu per tu con Marco Bramucci: uno sguardo a tutto tondo sugli ultimi 365 giorni

Parola all’ordine del giorno: resistenza.
O forse meglio resilienza, termine tanto caro al presidente del Città di Falconara Marco Bramucci.
Vale per tutto il popolo citizens, alle prese con le positività al Covid-19. Ma vale anche per un movimento intero che, solo qualche giorno fa, ha festeggiato il primo anno di attività della nuova governance.
Dal maggio 2019 ad oggi per Bramucci ci sono stati 13 processi scaturiti da denunce fatte alla procura federale della F.I.G.C., tutti per reati d’opinione, qualche assoluzione, tantissime condanne, mai un patteggiamento. Per un totale di 18.000 euro di multe e 25 mesi di squalifiche subiti, di cui gli ultimi 18 consecutivi, finiti di scontare proprio a dicembre.

Ora che sei libero, potresti raccontarci qualcosa di quelle battaglie?
Non dimentico quello che accadde e non lo dimenticherò mai, ma non dirò una sola parola. Almeno oggi e di sicuro nemmeno domani. Un giorno magari si e ci scriverò pure un bel libro. Anche perché chi mi ha mandato così tante volte sotto processo sportivo non è più nel mondo del futsal. Dopo gennaio 2021 è tutto finito. Il calcio a 5 non aveva, non ha e non avrà bisogno di lotte tra guelfi e ghibellini. Bisogna guardare ai programmi e ai fatti, non alle persone.

Un giudizio su questo primo anno?
Per me positivo. Ma un giudizio completo lo potremo dare solamente al termine del quadriennio, tenendo presente che la crescita di un sistema dipende soprattutto dalla cooperazione tra le parti, noi società siamo le protagoniste, e purtroppo da fattori ambientali, Covid-19 lasciaci in pace.
A livello personale è motivo di soddisfazione ricevere i ringraziamenti di quelli che allora sono stati avversari elettorali con idee differenti da quanti sostenevano la candidatura di Bergamini. Questo vuol dire che chi ha operato, lo ha fatto nel modo giusto“.

Non le manda mai a dire Marco Bramucci. Che sia nel bene o nel male, la sua opinione è sempre chiara ed esposta alla luce del sole. Complimenti e critiche costruttive fanno parte degli strumenti per portare il futsal nel posto che merita. Tra coloro ai quali va detto grazie per il traguardo “a medio termine” al quale siamo arrivati, secondo il numero uno citizens, c’è senza ombra di dubbio Alfredo Zaccardi.

Credo sia l’uomo simbolo del futsal italiano. Ha unito due epoche, è il raccordo tra l’epoca Tonelli e quella Bergamini. Tutto il mondo del calcio a 5 dovrebbe sempre ringraziarlo e sono orgoglioso di essergli amico. E’ stato il regista di questa nuova governance, il primo a credere in Luca Bergamini. Va assolutamente recuperato nella sua piena operatività perché, oltre a doti di mecenatismo e signorilità da fuoriclasse assoluto, ha un pregio unico rispetto agli altri: vede in anticipo quello che sta per accadere.

Fascia al braccio, saldamente avviluppata a Luca Bergamini. “Bergamini è stato un colpo di fortuna per noi che, forse, non ci meritavamo un manager di questo calibro. Preparato, serio, ci ha portati insieme alla sua squadra fuori dal commissariamento e resi inattaccabili sia dalla FIGC che dalla LND, oggi a sua volta commissariata. Probabilmente non ci rendiamo conto, ma è così. Va ringraziata una persona che rinuncia in parte al proprio importante lavoro per potersi dedicare gratuitamente al nostro movimento.”   

Certo non si può conciliare sempre tutti i punti di vista. Antonio Dario, l’avversario di Bergamini nel 2021, in una recente intervista ha mosso delle critiche. Hai avuto modo di leggere?
Ho letto con molta attenzione l’intervista di Antonio. Avevo apprezzato la dignità con cui lo scorso anno aveva accettato la sconfitta. Ora leggere che fosse in parte dipesa dalle modalità di voto fa davvero sorridere. Significa aver poca memoria o non aver compreso quello che successe. La vittoria di Luca Bergamini e della sua squadra fu schiacciante. Non sarebbe cambiato nulla se si fosse votato da remoto anziché a Roma. Oppure sulla luna, posto molto caro al presidente uscente, di cui è stato a lungo la stampella.
Concordo invece che si debba fare meglio sulle tematiche dei “giovani” e sulla “riforma dei campionati”.

Sui giovani pesa certamente il macigno del Covid-19. Impossibile fare di più ora. E lo dico da presidente di club attentissimo alla tematica.
Sulla riforma dei campionati si è finalmente intrapresa la strada giusta con la diminuzione dei gironi dell’A2 maschile. Stessa strada da prendere nella medesima categoria femminile.
Invece trasecolo quando leggo critiche sulla visibilità. E mi chiedo dove sia stato Antonio Dario in questo ultimo anno.

Per la prima volta nella storia del futsal, una finale femminile ha chiuso il programma di un evento combinato: la Coppa Italia a Rimini ad aprile 2021, allungata di un giorno proprio per permettere la diretta su Rai Sport.
Per la prima volta nella stagione 2021-22 è stato previsto di mandare in TV anche una gara settimanale di futsal rosa.
E poi è arrivato SKY. Un altro mondo. Immagini, commenti da mille ed una notte. Per un’idea quella della SKY Arena sublime. Con possibili accorgimenti di miglioramento negli anni a venire.

Nel settore femminile siamo stati bravi a guadagnarci il nostro spazio. Prima una differita, poi una diretta mattutina, poi dirette pomeridiane e serali. Il prodotto è insomma piaciuto alla TV satellitare e ai suoi usufruenti. Brave e bravi tutti!

Se la strada è quella giusta, però, è ancora molto lunga. “C’è ancora moltissimo da fare, è vero, e lo sappiamo. Ciò che è necessario capire le necessità e operare di conseguenza. Va ridotta la distanza tra regionale e nazionale. Le idee per poterlo fare ci sono e questo è il vero grande obiettivo: avvicinare i due mondi e magari unirli.

E’ di fondamentale importanza che siano entrambi sotto la stessa campana, che si sfrutti la realtà nazionale per incentivare il regionale. Non siamo avversari, ma alleati. La “grande squadra” deve essere d’aiuto e non di ostacolo“.

Che situazione c’è nella massima serie nazionale?
E’ migliorata la serie A femminile. Da questo punto di vista, sono molto contento delle nuove realtà che vi si sono affacciate. C’è un grande spirito collaborativo, nonostante tutte le problematiche presenti. Bitonto, Francavilla, Verona ad esempio, realtà che ho avuto modo di conoscere da vicino, hanno capito che bisogna andare incontro alla gente, coinvolgere spettatori e sponsor per creare una comunità

Accanto alle mammasantissime della Serie A, come Kick Off, Pescara, Real Statte, a noi e alla Lazio che iniziamo ad esserci quasi da sempre, queste sono belle e nuove realtà ricche di energia, idee e con un buon seguito in termini di pubblico. Con loro, c’è una sinergia di sviluppo molto spiccata. Il loro entusiasmo richiama alla memoria quello sopito da tanti anni di massima serie. Nell’aria si sente un’energia palese, che può fare solo bene. E questa energia la sentono molto anche le protagoniste del nostro sport: le calciatrici.

Si è iscritta tra le grandi con merito, il Città di Falconara. Dalla retrocessione alla sesta piazza dell’olimpo mondiale del futsal femminile in poco più di tre anni. “Non mi piace celebrare subito le vittorie, soprattutto quando i margini di miglioramento sono molti. Ma è sotto gli occhi di tutti quanta strada abbiamo fatto negli ultimi anni. Il merito va dato a chi ha costruito la squadra pezzo dopo pezzo, ma anche a chi c’era quel 25 maggio 2018.

Mi riferisco a mister Neri, ad Erika Ferrara e a Sofia Luciani. Si, il merito va principalmente a loro. Quella del 2017/2018 è stata una stagione eterna, nessuno mai la dimenticherà. Al termine della gara che significava A2, il secondo play out in un campionato da 17 squadre dove non bastò arrivare 11°, Sofia ci disse che sarebbe rimasta comunque e nonostante tutto. La nostra retrocessione è durata il tempo della sua doccia. Massi Neri, inoltre, si merita tutto quello che sta ottenendo (non ultimo, la quinta piazza tra i migliori dieci allenatori al mondo), perché i risultati parlano per lui.

E’ riuscito a conquistare la stima e la fiducia di giocatrici di stampo mondiale. Questo non era nè facile nè scontato. Erika è giovane ed esuberante ed è per questo l’ater ego di Sofia, di cui è amicissima. Con lei sono solito usare più bastone che carota. Però quanto è cresciuta… Quella ragazzina nemmeno ventenne che piangeva sul vecchio taraflex di Via Stadio, oggi è uno dei punti fermi della nazionale.

Il feeling citizens si respira nell’aria tutt’intorno al PalaBadiali e ancora più in la. Unisce tutti, giocatrici, dirigenza e, soprattutto, tifoseria. Il motore di tutto. “E’ indicativo il fatto che, appena sollevata la Supercoppa al cielo, la prima cosa che le calcettiste hanno fatto, è stata portarla ai propri sostenitori. Non le foto, ma la gente. Questo per ricordare, a loro e a noi, che è stata proprio la gente ad aver salvato il Città di Falconara e continuerà a farlo. Le nostre atlete sentono molto forte il legame con le persone che alimentano i sogni del Badiali e del e di Falconara. Non posso che essere felice“. 

Il bello, però e per fortuna, arriva ora. “Il 2021 per il Città di Falconara è stato superlativo. Ora inizia un altro campionato. C’è una gran voglia di fare anche meglio dello scorso anno. Vediamo anche come si arriverà alla Coppa delle Coppe. C’è grande rammarico nel pensare che non si possa assistere alle gare in presenza, se non con grandi limitazioni. E’ davvero una sfortuna, perchè, come si è visto nella Supercoppa, la risposta di pubblico è stata grande. C’è voglia di futsal e di normalità. Proseguiamo sperando di poter tornare ad ospitare gli appassionati del pallone a rimbalzo controllato già ad aprile. Senza di loro, è proprio un altro sport“.

Nel mentre, la parola d’ordine è: resistenza.

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