Serie A

Prima squadra, scuola calcio, progettualità: Francesco Cambione e il Bitonto a 360°

Cambione

Il campionato è in pausa. E’ il momento delle nazionali essere protagoniste. Noi ne approfittiamo per  una conversazione a 360° con Francesco Paolo Cambione, Responsabile della Comunicazione del Bitonto C5 Femminile, campione d’Italia in carica e in testa alla regular season sin dall’inizio della stagione.

Francesco come sta andando finora la stagione 2023-24?
E’ una stagione lunga e complessa che ha richiesto una programmazione ad hoc fisica e mentale.  E’ iniziata già a metà settembre con la Supercoppa, poi c’è stata la Champions prima di Natale e quindi in primavera ci aspettano la Final Eight e gli Play Off Scudetto. In mezzo un campionato da onorare e da giocare al meglio. Tanti stop & go che hanno richiesto attenzione particolare perché anche in questa stagione ci troviamo a dover fare la parte degli allievi per poter raggiungere obiettivi e nello stesso tempo garantire equilibrio a tutta la nostra organizzazione. Può sembrare banale ripeterlo ma noi siamo in serie A da due anni e mezzo e in certe situazioni il miglior antidoto per anticipare criticità e problematiche è l’esperienza. Di fatto il nostro è un learning by doing, impariamo man mano che incontriamo i problemi. Trovare sempre la soluzione migliore può essere molto faticoso. Ma l’impegno massimo ci aiuta a sbagliare il meno possibile.

Quest’anno la squadra è cambiata in pochi ma determinanti elementi pur con qualche colpo di scena strada facendo.
La squadra è forte, coesa. Il gruppo è sano e motivato e questo ci rende ottimisti sulle performance che potrà avere. Abbiamo subito la decisione di Bianca Castagnaro che rimarrà nella storia di questa società per quello che è riuscita a conquistare ma non possiamo negare che la sua scelta ci poteva creare problemi. Per questo io continuo a complimentarmi con Trumino che a 23 anni, in 4 mesi, è passata dal praticare il futsal quasi per hobby a dover sostituire per diverse partite il miglior portiere del mondo nella squadra in testa al campionato e mantenendo nervi saldi in situazioni da far tremare i polsi come la partita di Falconara o le partite casalinghe davanti a 1000 spettatori.

Ma adesso è arrivata Jozi.
L’arrivo di Jozi è qualcosa che ci inorgoglisce perché Jozi è un monumento del futsal femminile mondiale e quando gli è arrivata la richiesta ha deciso veramente in poco tempo di accettare questa avventura. Io dico sempre che noi la nostra Champions l’abbiamo vinta ed è la credibilità che ci siamo conquistati a livello internazionale. Sono tantissimi gli addetti ai lavori e i semplici appassionati che ora seguono il Bitonto da ogni parte del mondo. La scelta di Jozi è anche figlia di questa bella impressione che abbiamo dato di noi a Burela, come squadra e come società.

In Spagna avete avuto modo di conoscere realtà e un futsal considerato all’avanguardia.
Il futsal, secondo me è in crescita ovunque. In Spagna e in altre realtà la pratica di questo sport è più avanti rispetto a noi. Ma non possiamo negare che anche in Italia si stanno compiendo grandi passi avanti.  Alcune scelte della governance attuale della Divisione e alcune felici coincidenze a livello internazionale hanno portato molta attenzione sul nostro sport. Ritengo che in un momento in cui il calcio a 11 femminile sta segnando un po’ il passo, il futsal femminile è invece in forte crescita di interesse e di praticanti e la decisione della FIFA di organizzare il mondiale conferma questa valutazione. In Italia il futsal femminile ha avuto dal Covid in poi un grande crescita di attenzione e di pubblico. Penso che ovunque, in serie A, sia aumentata la media degli spettatori per partita e i dati di audience delle partite trasmesse da SKY dimostrano come il prodotto futsal femminile sia spendibile non solo per la tv ma anche per gli sponsor. Il futsal femminile si sta facendo ammirare attirando l’attenzione e la curiosità di imprenditori e addetti ai lavori e non è un caso che alcune società e alcuni manager che finora avevano avuto solo esperienze nel futsal maschile abbiano deciso di investire e dedicarsi al femminile. Significa che l’intuizione di Silvano Intini di qualche anno fa era corretta e che questo è un movimento che potrà regalare ancora molte soddisfazioni

Il progetto Bitonto invece a che punto è?
E’ difficile dire a che punto è il nostro progetto perché certo avevamo degli obiettivi, ci siamo dati a suo tempo delle scadenze ma non ci aspettavamo di diventare la squadra da battere e la società da imitare dopo due anni soltanto. O addirittura di sentire presidenti che annunciano di voler essere “il nuovo Bitonto”.  I risultati sono arrivati e copiosi con grande anticipo. Con la parte sportiva così avanti adesso ci possiamo dedicare alla promozione della pratica sportiva e a capillarizzare la nostra presenza sul territorio. E’ una fase propedeutica fondamentale per far crescere la scuola calcio. Al primo anno di attività abbiamo già 14 bambine iscritte in un unico gruppo. L’obiettivo è quello di dividerle per fasce di età e standardizzare il percorso di crescita. E vorremmo farlo imitando, facendo le dovute differenze, il modello usato in Portogallo in cui la crescita delle scuole calcio è andato di pari passo con l’aumento della presenza nelle scuole per promuovere la pratica del futsal sia tra i ragazzi che tra le ragazze. E’ un percorso che richiede tempo, strutture, risorse e personale ma a cui stiamo dedicando molto del nostro lavoro e confidiamo che anche questo potrà porterà a dei risultati importanti.

La scuola calcio è sempre stata una vostra ambizione.
La creazione delle giovanili è fondamentale per il movimento per sopravvivere e autoalimentarsi. La scelta della Divisione sui formati va nella direzione giusta ma penso che è una scelta che vada completata. Non si può pensare di puntare sulle formate se non si creano i presupposti che creare delle scuole calcio di alto livello e portare le società a dotarsi di rappresentative giovanili. Anche in questo caso l’aiuto ci può venire dall’esterno. La decisione del Club Italia di iniziare a radunare ragazze under 16 che poi saranno il serbatoio per l’under 19 e la nazionale maggiore rappresenta il punto di partenza. Pensare a forme di premialità per le società in grado di “produrre” atlete che poi sbarcano nei campionati principali potrebbe incentivare l’attenzione e la cura dei vivai e delle scuole calcio.

Per la scuola calcio è importante la disponibilità delle strutture. A che punto è la realizzazione del nuovo Palazzetto?
Le strutture rimangono un nostro grave problema. Oramai la prima squadra è quasi sempre a Giovinazzo, si allena a Bitonto una sola volta a settimana. Inoltre, tra poco rischiamo di perdere anche il Palaborsellino perché i tempi dei finanziamenti PNRR costringeranno il comune a far partire i lavori per realizzare il palazzetto dello sport (che verrà realizzato sul basamento del Palaborsellino, ndr) e questo priverà anche l’Under 19 del campo su cui potersi allenare e giocare e con i tempi incerti dei cantieri italiani questa è la incognita più grande sulla realizzazione del progetto che stiamo portando avanti. Teoricamente tra due o tre anni potremmo avere due bellissime strutture a disposizione (una tensostruttura da 400 posti a sedere e a pochi metri un palazzetto da 1300 posti a sedere) ma di fatto rischiamo di rimanere senza alcun campo per parecchi mesi. Questa sicuramente è l’incognita che ci preoccupa di più in prospettiva.

Hai iniziando l’anno sorprendendo tutti con il tuo matrimonio, hai in serbo sorprese anche per i tifosi del Bitonto?
Per i bitontini questa squadra è già qualcosa di inaspettato ma per loro abbiamo in serbo tante sorprese nei prossimi mesi. Loro sono il primo pensiero nella progettazione della stagione e loro ci ripagano con una passione pazzesca. Pensate 400 maglie ufficiali andate a ruba in 40 giorni!!!

 

 

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