Serie A

Renatinha: “I gol fanno sempre piacere, ma è il risultato collettivo che conta”

Le 12 reti segnate in appena 5 giornate di campionato? L’effetto speciale di una “causa” chiamata Bitonto, in tutto il suo complesso: la squadra mette Renatinha in condizioni di segnare e lei ringrazia, facendo sì che il bottino delle neroverdi risulti incredibile.
“Ogni gol è frutto del lavoro collettivo – si affretta a dirci -. Tutte stiamo bene, se venisse meno il contributo di anche una sola di noi, la prestazione non sarebbe la stessa. Io sono contenta di riuscire a fare tanti gol e ancora di più di fare assist, ma alla fine conta che questo ci porti a vincere. Vogliamo restare in vetta con tutte le nostre forze”.

Il + 3 maturato col Falconara, è stato confermato con un’altra super prestazione in casa Lazio. Eppure, c’è qualcosa da limare.
“La rete subita su palla inattiva, ad esempio. Mister Marzuoli impazzisce quando prendiamo gol così – sorride – ma sappiamo che ha ragione: anche se non abbiamo problemi con l’attacco, potranno esserci giornate in cui girerà male e la palla non vorrà proprio entrare e allora la fase difensiva sarà fondamentale. Il fatto che non sia la nostra principale attitudine non è una giustificazione, va assolutamente curata e migliorata”.

Con le sue improvvise verticalizzazioni, la Kick Off costituisce sicuramente un ottimo banco di prova. Senza contare poi la voglia di riscatto che accompagnerà le lombarde, già battute sia in finale di Coppa Italia che nella gara secca di Supercoppa.
“I precedenti – fa notare subito Renatinha – non dicono abbastanza di quanto siano stati duri i nostri confronti: loro sono molto organizzate tatticamente e in più non mollano mai, perciò massima attenzione ai dettagli. Se non daremo il 100%, sarà difficile uscire dal campo con una vittoria”.

Non è solo per i tre punti in sé. Il vero gusto dei successi del Bitonto è nella condivisione: tanto con la gente che da tre anni affolla il PalaPansini, quanto con chi c’era quando Renatinha non era ancora Renatinha. E la ritrova ora, per giocare al suo fianco il trofeo più prestigioso del femminile: l’European Women’s Futsal Tournament.
“Ho conosciuto Tampa che dovevo ancora compiere 18 e per 4 stagioni siamo state vicine di stanza, ai tempi del Futsal Female (Chapecò). Mi ha dato sempre tanta forza: lei aveva più esperienza di me ed era ben inserita. In squadra c’erano persone come Manieri, Vanessa, Cely, Vanin e Schmidt, tutte calcettiste immense che avevano già giocato anche in Nazionale: io ero poco più di una bambina, vivevo a 450 chilometri da casa e mi sentivo nella fossa dei leoni – sorride –, ma Tampa mi ha aiutata e lo stesso ha fatto Paka, che era nello staff e mi aveva presa a cuore. Il suo supporto è stato determinante nella mia carriera”.

E se con Diana, anche lei originaria di Caxias Do Sul, il rapporto risale sin dai tempi della scuola e dei campionati studenteschi, Lucilèia l’ha conosciuta solo in Nazionale. Anche quella è stata un’esperienza bellissima che ha portato alla vittoria di due Mondiali e di tre Mondiali universitari, ma – quando l’Italia ha chiamato -Renatinha non ci ha pensato su un attimo.
“Qui mi sento a casa, per me è un onore poter indossare la maglia azzurra. E poi c’è tanta organizzazione a livello di Federazione , cosa che in Brasile purtroppo ancora manca. Spagna e Portogallo, con i loro continui raduni, sono esempi da seguire per migliorare ulteriormente. Non aver raggiunto la qualificazione all’Europeo con le Azzurre è un grosso rimpianto, ma ci riproveremo”. Per quanto riguarda la Champions, invece, l’occasione giusta è qui e ora.
“Sarà un livello diverso da quello a cui siamo abituate, ma non c’è obiettivo che il Bitonto non possa raggiungere con la giusta testa”.

Renatinha

Renatinha

 

 

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