Serie A

Nadia Boukaleb diventa grande col Molfetta: “Punto a crescere ogni giorno”

Nadia Boukaleb

In campo come una veterana, anche se di anni ne ha appena 19. A distanza di 4 stagioni dal primo esordio in Serie A con la Salinis, Nadia Boukaleb torna a giocare tra le grandi con la Femminile Molfetta: tanti minuti (e ottimamente disputati) nella gara con il Rovigo Orange che purtroppo per le biancorosse non ha portato alla qualificazione al secondo turno di Coppa Italia, ma il futuro è pronto a splendere per la numero 20.
“Gaby Oselame mi aveva già detto di scaldarmi perché non era al 100%, così ho passato il primo tempo sempre in piedi e poi sono entrata: ero un po’ in ansia perché venivo da uno stop di tre settimane per uno stiramento al flessore del gluteo, ma – a parte il dispiacere per il risultato, dovuto alla poca cattiveria in fase realizzativa – per il resto mi sono sentita tranquilla. Dopo la partita, come al solito, ho sentito mia madre che mi ha rassicurata. Mi segue e mi dà la forza per fare sempre di più”.

Per tanti casa è tra quattro mura, per lei il perimetro amico è disegnato da tre legni che sono stati un dolce ritrovarsi, dopo mesi di calvario.
“A 10 anni, ho scoperto di avere l’ epifisiolisi, una malattia congenita che provoca problemi alle cartilagini e che mi ha causato la rottura del femore. Stavo semplicemente camminando, ho sentito un “crak”: 9 mesi per capire cosa fosse, continui dolori alla schiena, un’operazione complicata con due perni a tenere ben saldo il femore e nessun tipo di attività fisica, esclusa la piscina”.
Uno choc per la piccola Nadia, alla quale viene consigliato un lungo riposo.
“Era impossibile per me. In Marocco (il padre è di Dcheira El Jihadia, 10 km a sud di Agadir, n.d.c.), durante i mesi estivi, ogni occasione era buona per giocare a calcio con i miei fratelli e i miei cugini. Una volta eravamo in una zona desertica piena di cunette di sabbia, io ero scalza, quando sento che ho schiacciato qualcosa: fortunatamente era solo un’ape, se fosse stato uno scorpione non me la sarei cavata solo con un po’ di dolore”.

Una passione così impavida non può essere messa in attesa, così Nadia fa di testa sua: decide di giocare in porta per poter risparmiare sulla corsa. E da quella soluzione nata “di ripiego”, parte una nuova vita sportiva.
“Durante un torneo alle medie, era presente la dirigenza della Salinis che aveva deciso di istituire una Under 19 ed ho iniziato seriamente. Devo tanto al primo preparatore che ho avuto, Sabino Giannino, se penso alle giocatrici – invece – ho avuto la fortuna di poter giocare con pluricampionesse e ognuna mi ha insegnato qualcosa”.
Crescita continua anche con la Femminile Molfetta.
“Sono molto contenta di essere rimasta qui, sto ancora meglio rispetto all’anno scorso perché tutti credono in me. Il “come stai?” dopo un allenamento, la parola in più è quel valore aggiunto che mi fa capire di essere importante. Punto a migliorare ogni giorno e, come ogni ragazza in questo sport, sogno la maglia azzurra: è l’obiettivo che mi pongo, poi il destino farò il suo corso”.
Dalle ambizioni future all’immediato presente, con le tricolori del Falconara che busseranno alle porte del PalaPoli.
“Ci stiamo riprendendo fisicamente, avremo di nuovo a disposizione anche Roxy Ion e questo sarà di grande aiuto – analizza la gara Boukaleb -. Se entriamo in campo con la stessa voglia avuta in casa Lazio, quando nessuno avrebbe scommesso su di noi, con la mentalità da grande sfida, di sicuro riusciremo a giocarcela. Vogliamo assolutamente risalire e mantenere la categoria, per avere la possibilità di vivere ancora le straordinarie emozioni della Serie A”.

Foto: Di Corato

 

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