“Finale playout. Guardo il cronometro. 7 secondi ci separano dal nostro obiettivo, dal nostro sogno. Io sono davanti al mio portiere e la palla è dalla parte opposta. Mi concedo il lusso di accucciarmi e di guardarmi tutta la mia squadra da lì. Da quella parte del campo che amo e che ho difeso con tutte le mie forze. Mi crolla tutta l’emozione e la tensione accumulata in questa stagione, in questo finale di stagione. Quella tensione bella, positiva. Che ti fa rialzare e alzare lo sguardo per goderti quello spettacolo di squadra che hai”.
A scrivere questa storia a lieto fine per il Real Grisignano è Gloria Prando, una delle giocatrici simbolo della squadra blaugrana e anche una penna che andrebbe prestata più spesso al giornalismo, se mai avesse tempo da perdere con AGS.
Ma adesso c’è spazio solo all’adrenalina che è altissima anche in chi alle emozioni forti dovrebbe essere abituato, come Sara Iturriaga.
“Quello che siamo riuscite a fare quest’anno con tre allenamenti a disposizione è stato incredibile. Il nostro è un gruppo unico che mister Turcato ha saputo sempre portare avanti con ironia nei momenti di difficoltà. Ricordo che durante un partita col Pescara che perdevamo 4-0 mi ha urlato: “Quanto sei scarsa, meglio se continuiamo a lavorare in palestra e applaudi dalla panchina” – ride. – E’ capace di strapparti un sorriso gigante nei momenti più impensabili e questo ha fatto in modo che vivessimo con semplicità e leggerezza anche le domeniche peggiori, da lui ho imparato tanto”. Accanto a lei il “motorino” Lorena Turetta scalpita: non vede l’ora di dire la sua, così come ha sempre fatto in campo. “Ringrazio il mister e lo staff che ci fanno sempre sentire importanti, poi Giorgia Benetti e Giuliana Fiscon per l’ottimo lavoro e tutte le persone che ci hanno seguite fino a Falconara. Il mio pensiero alla fine della partita è stato anche per loro. Ce l’abbiamo fatta, mi sono detta e poi mi sono persa negli abbracci di tutte”. Perché come afferma capitan Manuela Nicoli “la divisa del Real Grisignano ti diventa una seconda pelle. E noi adoriamo in particolare quella gialla accolta al grido di “maglietta che vince non si cambia”… e a mala pena si lava” – scherza prima di tornare sul match che ha dato il via alla festa. – “La permanenza in A è stata frutto dell’impegno e della passione che giocatrici, staff tecnico e tifosi hanno espresso per tutto questo lunghissimo campionato. E alla fine siamo uscite vincitrici dal campo”. E se parliamo di impegno, non possiamo non citare Sandra Rovira Navarro, da quest’anno miss “RyanAir”. “Ho fatto avanti e dietro da Barcellona ogni settimana, ma ne è valsa la pena perché sento di aver dato il mio contributo alla squadra. Sento la parola salvezza da quando sono arrivata qui e raggiungerla è stato bellissimo: da questo viaggio torno a casa con una serie di persone straordinarie che rimarranno per sempre impresse nel mio cuore”. Emozioni incancellabili anche per Sofia Vajente, che ha una lunga serie di ringraziamenti. “Alle mie compagne di squadra che mi hanno capita, supportata e soprattutto sopportata anche con le mie giornate storte, ai dirigenti, a chi ha lavorato per darci la possibilità di vivere un campionato di serie A, a Giorgia Benetti e Giulia Fiscon che mi hanno aiutata a rialzarmi quando non vedevo la luce e sono sempre venute ad allenarci con entusiasmo, fino ad arrivare ai tifosi che sono stati la nostra arma in più anche quando le cose non andavano. E’ stata una stagione di alti e bassi, ma alla fine è venuta fuori l’anima di questa squadra: abbiamo lottato senza mai arrenderci, ma – senza nulla togliere alle altre – penso che gran parte del merito sia di Itu che ha messo la sua esperienza a nostra disposizione. Con lei al nostro fianco siamo cresciute”.
Parola quindi alle piccoline, a partire da Martina De Gaetano – “Da Juniores, è stato molto importante poter giocare con la prima squadra; è stata un’esperienza importante in un campionato molto difficile, che abbiamo concluso raggiungendo il nostro obiettivo” – a Martina Guidotti, che ha esordito nel match contro il Montesilvano – “la Serie A è un percorso ad ostacoli, ma grazie all’impegno, la passione e la dedizione, la squadra si è guadagnata e ha riconfermato il suo posto” – passando poi per Lisa Semolini, messa ko da un ginocchio che non è riuscita a togliere il buonumore. “In questa squadra non pesa niente, neanche l’infortunio perché superiamo tutto insieme, come in una famiglia. E poi vogliamo parlare delle nostre indimenticabili trasferte? “Nilo quando ci fermiamo?” “Nilo puoi accendere l’aria?” “Nilo quanto manca?”, più le altre domande che dovevo fare per conto terzi perché il presidente le sopporta solo da me”, scherza la giovane veneta.
Amiche fuori e dentro il campo, questo il segreto del Real Grisignano secondo Monica Prosdocimi. “Ci siamo sostenute a vicenda e siamo riuscite a cadere senza abbatterci mai grazie al nostro legame e ad una grandissima società. Dopo un anno di emozioni altalenanti, vincere ieri è stato bellissimo anche per i nostri tifosi che non hanno mai mollato”. Mattone dopo mattone, così il club ha costruito il suo successo. “Con il passare dei giorni il gruppo è diventato sempre più forte e unito – conferma Maeva Giacomazzi. – E sono state proprio le lunghe ore di trasferta a farci diventare quelle ragazze che sono scese in campo con una grinta meravigliosa”. Una trasformazione che Laura Penello descrive con una sensibilità fuori dal comune. “Siamo partite come gruppo e siamo arrivati ad essere una grande famiglia, fino ad arrivare a portarci a casa la tanto desiderata salvezza dopo mesi di duro lavoro. Qualche aneddoto? Forse potrei parlare dei soldi spesi e mai ripresi in gratta e vinci durante i nostri viaggi, oppure dei caffè bevuti solo per il semplice piacere di farci leggere il fondo della tazzina (grazie Facino) e del pre-partita della semifinale contro la Bellator passato all’outlet a fare shopping sfrenato… In poche parole, un anno incredibile”. Dello stesso parere Lidia Silva, detta Lilli. “Non c’è stato solo il gioco, ma soprattutto il cuore che poi è la cosa che più conta: qui puoi sempre far affidamento su un abbraccio o la parola giusta al momento giusto e questo ha creato una complicità che si è vista anche nelle piccole cose: lo scambio di parastinchi con Sofia, Itu che mangia il suo dolcetto e lo offre a tutti pur conoscendo già la risposta, le coreografie e il materasso degli allenamenti. L’elenco è infinito, ma chiudo dicendo semplicemente grazie Grisignano, perché questa per me è una famiglia. E adesso, ancora una volta Serie A”.
Tutto così bello che Sofia Miola stenta a realizzarlo. “All’inizio mi sembrava un traguardo inarrivabile, ma poi ti ritrovi con la rete inviolata nelle semifinali, con 2 gol di vantaggio ad affrontare la gara di ritorno della finale e lì non puoi far altro che crederci, riuscendo addirittura a parare un rigore. Subito dopo mi veniva da piangere, ma ho dovuto trattenere le lacrime perché mancavano ancora 2’. Ora lo dico: siamo salve, eppure non mi sembra ancora vero”.
E a proposito di verità, manterrà la sua promessa la nostra eroina Sonia Facino? “Quando Lilli (si è presentata bionda all’allenamento ho dichiarato che mi sarei colorata i capelli allo stesso modo se ci fossimo salvate.. e ti posso assicurare che non sarebbe un bel vedere su di me – sorride. – Ovviamente non ho scommesso: non perché non avessi fiducia sulla salvezza, anzi, ma perché speravo non mi avrebbero preso sul serio. Ora – invece – mi sa che dovrò mantenere la parola data… o sperare che prima o poi mie compagne si dimentichino”.
Difficile dopo questo articolo, e a noi non resta che attendere la foto-prova di una salvezza che profuma anche di sana follia.
Il Real Grisignano lo dice in coro: “Salvezza”
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