Futsal

Luca Bergamini, professionalità per il futsal

Luca Bergamini, una lunga carriera alle spalle da atleta nel calcio a 5. Chiusa la parentesi agonistica si dedica alla carriera da dirigente sportivo. Diviso tra Bologna e Montreal Impact nel calcio a 11. Non calca la scena del futsal italiano da quasi trent’anni.
Non si candida come allenatore o giocatore.
Lancia la sua corsa, allo scranno di presidente della Divisione Calcio a 5.
Come nasce, senza retorica la sua candidatura. Si sente l’uomo giusto al momento giusto?
“Mi muove la riconoscenza verso uno sport che mi ha accolto e reso l’atleta che sono diventato. Intravedo questa come la possibilità di mettere a disposizione la mia professionalità, acquisita in tutti questi anni di intensa attività come dirigente sportivo e come avvocato”

Il suo approdo sulla scena elettorale arriva quasi sul filo di lana. Probabilmente, rallentata dalle vicissitudini di giustizia sportiva che hanno piagato gli ultimi mesi di esistenza della Divisione Calcio a 5. Tanto da indurre molte società a chiedere l’uscita dalla LND.
Quale sarà la sua posizione da presidente eletto circa questa istanza delle società?
“Sebbene l’interesse della FIGC sia palese e rilevante, sono convinto che si debba costruire un percorso istituzionale d’autonomia, da intraprendere con azioni concrete e fattive”.

Nel suo programma c’è la proposta di una piattaforma di crowfunding per aiutare le società sportive a finanziarsi. Con un movimento che fatica a riempire i palazzetti, parlo anche del movimento al femminile, pensa che sia sufficiente?
“Questo è uno strumento proattivo, all’interno di un concerto di attività tese ad accrescere le capacità di finanziamento delle squadre. Diretto, senza intermediari, tra gli appassionati e le società principali artefici del movimento.”

Il ritardo nella formazione tecnica degli atleti e tattica per gli allenatori, ha creato un enorme gap formativo rispetto alle grandi colossi di questo sport, mi riferisco a Spagna e Portogallo.
La sua lunga esperienza, nell’ambito dei settori giovanili, la rende particolarmente adatto a indicare a rispondere a questo domanda. Quali interventi specifici ritiene indispensabili?
“Questo è un tema particolarmente caro, per affinità professionale. Credo sia possibile, anzi doveroso a livello normativo, chiedere che i settori giovanili del calcio inseriscano, nella fascia otto – undici anni, allenatori di calcio a 5 opportunamente formati. Maurizio Viscidi, coordinatore delle nazionali giovanili maschili della FIGC, ha riconosciuto pubblicamente la propedeuticità del calcio a 5 alla pratica del calcio a 11. Se le scuole calcio vogliono ottenere lo status di elite, credo sia doveroso inserire l’obbligo che ho indicato.”

Grazie agli investimenti di grandi colossi della comunicazione e di grandi società sportive, in Italia c’è un risorto interesse per il calcio femminile. Almeno quello di vertice. Non sfruttare questa coincidenza d’eventi per il futsal femminile potrebbe essere letale. Come intende affrontare, eventualmente, con la sua squadra di governo le peculiarità e le necessità del movimento al femminile?
Quali sono i punti del suo programma dedicati a questa importante area del calcio 5 italiano?
“Non vorrei nel calcio a 5 si ripetesse l’errore dell’approccio top-down applicato nel calcio a 11 femminile. Poche grandi società in possesso di brand globali, hanno investito sul progetto. C’è necessità di sostenibilità. Di percorsi chiari, verso il futuro. Necessario un percorso pragmatico di sviluppo.
Si tratta di ricostruire un collante con la base del movimento. Con quella massa di praticanti, anche amatoriali che non si sentono parte della grande famiglia del calcio a 5”.

Le donne producono da anni, grazie agli investimenti delle società, uno spettacolo sportivo di alto livello. Eppure si continua a sentir parlare, di necessità di “visibilità” che per il momento è ancora ferma alla televisione come mezzo di diffusione.
Quale approccio indicherà una sua eventuale presidenza, alla comunicazione istituzionale? Alla creazione di contenuti specifici?
“Non c’è un tasto magico. Si tratta di una questione complessa che attraverso il dialogo, deve portare a ragionare sui problemi. Per approdare ad una finalità vanno inanellati degli elementi che rendano il prodotto calcio a 5 appetibile per una distribuzione al di fuori del circuito degli addetti ai lavori e degli spettatori già fidelizzati. Penso all’OTT*  sostenuto direttamente dalla Divisione Calcio a 5. Editore diretto dei contenuti, valorizzando la capacità creativa, inserendo quelle professionalità capaci di sostenere un progetto a lungo termine”.

*over-the-top è un servizio di streaming multimediale offerto direttamente agli spettatori sul web. OTT bypassa le piattaforme televisive tradizionali, società che tradizionalmente agiscono come controllori o distributori di tali contenuti.

 

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