Serie B

Levante Caprarica ad un passo dal sogno, Morello: “La felicità delle ragazze è la mia felicità”

Levante, Pier Paolo Morello

L’organizzazione del “Roots Festival” del 24 aprile (festival di musica indipendente avviato in tempi del Covid) e, poche ore prima, la gara interna col Team Scaletta che – in caso di risultato positivo e di concomitante vittoria del Lamezia col Noci, ma il conto potrebbe essere anche più semplice di così – potrebbe regalare al Levante Caprarica un sogno a tinte giallonere: la salvezza con una giornata d’anticipo. Clima a dir poco elettrico, a partire dal presidente Pier Paolo Morello.

“Finché non succede rimango in ansia, ma dall’altra parte sono felice soprattutto per loro per le ragazze che se lo meriterebbero. Io e Lucy Campanile ci speriamo dall’inizio, con fiducia cieca, perché abbiamo visto sin da subito mezzi importanti dei quali molte delle giocatrici non sono ancora consapevoli. Per certi versi è stata un anno difficile: sei abituato a vincere e le cose cambiano col cambiare della categoria, arrivano i primi malumori, ma fortunatamente – a parte qualche incomprensione – il gruppo è rimasto sempre affiatato. Per me è come se avessi 18 fidanzate – sorride – e lo ripeto: sarei felice solo per loro, per tutti i sacrifici fatti”.

Solo una volta Morello si è ritrovato costretto ad alzare la voce.
“Dopo la sconfitta con l’Altamura in casa. Entrare nello spogliatoio e farmi sentire è difficile per me, non riesco ad impormi se ci tengo. Il pensiero che una giocatrice possa sentirsi ferita mi fa stare male. Ma lo stesso vale quando voglio incitare: prima del Ragusa, avrei voluto fare un discorso e non ci sono riuscito. Mi blocco, non c’è niente da fare”.

A queste sensazioni possiamo tranquillamente dare un nome: Amore, con la A maiuscola.
“Al di là di come andrà a finire, vorrei solo che tutte sapessero che io per loro ci sarò sempre. Sia in campo che fuori. L’anno scorso, dopo la vittoria della Coppa, mi scattarono una foto in cui io ero steso per terra e loro mi “calpestavano” col trofeo in mano e ho detto loro che per me quella sarebbe rimasta la foto simbolo. Io come base per i loro successi. E questo vorrei non cambiasse mai. Quest’anno ne abbiamo viste tante, a partire dagli infortuni che ormai abbiamo smesso di contare. Non ci siamo mai lamentati di nulla, abbiamo lavorato in silenzio, abbiamo continuato a crescere a testa bassa. Abbiamo avuto “gufate” da chi non sapevamo nemmeno esistesse. Questo mondo ha bisogno di gente come le nostre ragazze, questo mondo deve andare oltre le stupide rivalità e le inutili parole. Abbiamo bisogno di fatti perché chi lavora in silenzio e persevera, gli obiettivi alla fine li raggiunge sempre. Per finire – conclude Morello con un pizzico di emozione – permettimi di omaggiare Lucy: rimango sempre sbalordito dalla sua professionalità, dalla sua dedizione verso queste ragazze e dalla sua voglia estrema di crescita”. Dalle radici nella terra del Salento fino ad un posto di rilievo nel palcoscenico nazionale: la salvezza è vicina, ma il Levante ha già vinto.

 

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