Serie A

“Cosa non dovrà mai mancare? La lazialità”. Parola di Marchese

Catch Me If You Can.

Sicuramente avrete presente la locandina di questo film, Prova a prendermi, dove un incravattato Tom Hanks corre cercando di raggiungere il finto pilota di aerei Leonardo Di Caprio.
Capovolgendo il genere e contestualizzandolo all’oggi di AGS, li davanti, senza cappello ma con i ricci al vento, potrebbe senz’altro esserci Sabrina Marchese.
Non tanto per l’esplosività della sua corsa sulla banda (che comunque ha), piuttosto per la capacità di elusione nelle interviste. Di certo avrebbe +10 nell’abilità di smarcamento. Il che, visto lo sport, è anche utile.

Ne approfitta sicuramente la Lazio che, con Marchese, ha implementato soluzioni di gioco e una pedina di indubbia esperienza anche per il calcio a 11.

Abbandonare la sicurezza di un luogo conosciuto, come la Sardegna, pieno di ricordi, affetti e pezzi di vita, non dev’essere stato semplice immagino. Ma quel motore che batte nel petto della numero 9 – e quanto mi fa strano non scrivere 17 – aveva bisogno di nuovi giri. “Credo che si debbano abbandonare i propri “porti sicuri” per conoscere meraviglie nascoste – mi racconta dalla sua nuova casa romana (più o meno)
La Sardegna è casa, un pezzo di cuore che non cesserà mai di battere, ma avevo bisogno di stimoli nuovi, di avventure, di sentirmi nuovamente in discussione.
Mi sento di dover ancora crescere e migliorare, spostare l’asticella qualche metro più in là, e sinceramente, quando ho ricevuto l’offerta della Lazio, ho sentito a pelle che sarebbe stato il posto giusto”.

Mi viene da pensare che i posti siano solo persone. Trovarsi nel posto giusto, vuol dire trovare la giusta alchimia con le proprie compagne di squadra. Un gruppo, quello laziale, che ha saputo unire con sapienza i volti storici e i nuovi innesti, come Sabrina appunto. Partendo presto, anche per quel che riguarda la preparazione, e facendosi trovare pronto al primo appuntamento stagionale. “Abbiamo iniziato la preparazione presto, è vero, ciò ha implicato delle rinunce personali, ma credo che abbia pagato a livello atletico e mentale.
Siamo arrivate alla prima partita stagionale concentrate e cariche.

La Lazio aveva un così detto “conto in sospeso” con lo Statte e sono stata molto felice di far parte di questa piccolissima – quasi insignificante tiene a specificare – rivincita.
Per il resto delle battaglie che ci attendono, si continuerà a lavorare giornalmente con fiducia, consapevoli che questo campionato sarà decisamente una scalata in salita“.

Per non farsi mancare nulla, Marchese torna, oltre che nella Capitale, anche in quel campo che l’ha vista nascere e diventare la donna e la giocatrice che è: il vecchio amore del 105×68 in erba (a volte). Di quelli che non si dimenticano. Un doppio sport, una doppia avventura, una doppia sfida. Un ritorno dopo otto anni di “saluti solo da lontano”. “Doppio sport si. Partecipare a due campionati contemporaneamente è sicuramente impegnativo, ma personalmente non mi lamento, non ancora almeno.
Mi mancava calpestare i campi di calcio a 11, non sapevo nemmeno se ne sarei stata ancora in grado.
Rispolverare gli scarpini ormai appesi al chiodo, mi ha fatto rivivere tante emozioni, e perché no, desiderare di crearne di altri, altrettanto belli“.

Mi sta odiando lo so. Non tanto me, quanto la serie infinita di domande che scorrono veloci a cavallo di reti di connessione a tratti instabili.
Scusa, ma avrei ancora molto da chiedere. Come, ad esempio, che effetto fa ascoltare “Lazio, su un prato verde vola. Lazio tu non sarai mai sola” entrando in campo. Ma la conservo per la prossima intervista. Mi limito, se di limite si può parlare, a chiederle perché. Perché proprio la Lazio.

Indosso questa maglia perché ho sempre reputato la Lazio una squadra compatta e mai doma.
Mi ha sempre affascinato l’organizzazione del loro sistema di gioco, conciliata a un carattere forte e deciso di chi lo portava in campo”.
E dove può arrivare questa squadra? “Non mi sento di delineare una posizione in classifica precisa per questa squadra.
Credo piuttosto che dipenda fortemente da noi. Quest’anno è pieno di “squadre corazzate”, ma noi proveremo a dar fastidio a chiunque, mantenendo la nostra identità

Ed è proprio questo che, secondo la saccense, non dovrà mai mancare. “La lazialità. Un modo di vivere la maglia che senti arrivarti addosso dal primo giorno”. Un’identità biancoceleste che abbraccia tutto e solleva e trascina di partita in partita, di gara in gara, di domenica in domenica. O sabato come in questo caso. Si perché le ragazze di mister Chilelli scenderanno in campo questa sera per affrontare l’Athena Sassari, nella sua prima trasferta stagionale. Un appuntamento settimanale, quello con le gare di campionato, che si prepara giorno dopo giorno secondo Marchese.

“Alla domenica si arriva sudando tutti i giorni precedenti. Ci si arriva con la voglia di mettere a frutto il lavoro della settimana. Cercando di migliorare difetti e imprecisioni. Cercando di mantenere il sorriso e un ambiente positivo.
Ci si arriva – conclude – con la voglia di vincere insomma!

Su un prato verde vola.
Catch Me If You Can.

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