Futsal

TDN – Ultimo dia

ultimo

Odio tante cose e profondamente: tra queste chi mastica a bocca aperta, chi fa videochiamate urlando in un posto pubblico, chi tira su con il naso. Potenzialmente potrei uccidere il mio vicino d’aereo prima della partenza, allora cerco di scrivere per distrarmi.

Non solo il vicino. Anche stupide mail che finalmente ho il tempo di controllare, mi ricordano che sto per tornare alla realtà: già perché quella di Guadalajara – per quanto impegnativa – è stata una parentesi a metà tra il sogno e la vacanza. “Scegli un lavoro che ami e non dovrai lavorare neppure un giorno della tua vita”, diceva Confucio, che evidentemente conosceva già il futsal e le meraviglie che regala. Essere in prima linea, scrivere prima di tutti, correre a fare una cronaca e poi inseguire qualcuno per le interviste prima che rientri negli spogliatoi. Qui c’è terreno fertile per la mia ansia, questa frenesia mi fa sentire viva. E poi, a casa, ho le spalle coperte da Mauro e Federica che lavorano di post-produzione con altrettanta ansia (indotta).
Abbiamo un evento da raccontare e persone che ci ringraziano perché siamo qui: Guadalajara per noi è una vera missione dopo il silenzio di Teheran.

segundo

Per essere sicura di arrivare in anticipo, faccio colazione direttamente al bar della struttura: un caffè solo, l’unica cosa che non mi mancherà della Spagna. Oggi l’Italia si gioca l’ultima possibilità contro la Russia campione in carica, che non mi ha fatto una bella impressione. Troiano rischia di bucare la transenna con lo sguardo, anche Giuliano ha gli occhi infuocati. Quella di Coppari è invece una calma apparente: al primo ingresso in campo, vince un contrasto di quelli che ovalizzano il pallone. “Ora se le mangiano“, penso a bordo campo. Più Italia, infatti. Tanta Italia, eppure nessun gol per tutto il primo tempo che si chiude su uno 0-0 che ci sta strettissimo.

ultimo

 

E adesso c’è quella questione dei secondi tempi: se nei primi non abbiamo mai preso gol, è nei primi minuti della ripresa che Portogallo e Spagna hanno costruito i loro successi. Ma stavolta la difesa regge fino al 14’, sulla prima incertezza di una Mascia stratosferica in tre partite da titolare. Sui visi delle Azzurre inizia a leggersi il peso delle tante occasioni sprecate, anche perché la difesa russa non si sposta neanche con il portiere di movimento. Sa di beffa il centro a porta sguarnita di Samodorova, poi Kuleshova e Durandina confezionano un risultato che le premia ben oltre i meriti reali. Pazienza Azzurre, non è dai numeri che vanno giudicate le vostre prestazioni e chi ci ha seguiti lo sa bene.

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Spagna-Portogallo è la finale più giusta per l’assegnazione del titolo e di sicuro la gara più spettacolare del torneo. Sul parquet si vola come se prima di oggi ci fossero stati almeno due giorni di recupero, poi però le lusitane scontano il peccato originale: quello di non avere Amparo. Il primo gol è un capolavoro mancino di controbalzo, il raddoppio dice quasi tutto del carattere della spagnola: generosità nel seguire l’azione, tenacia nel portarla a termine colpendo anche una seconda volta, dopo la prima risposta di Natalina. E’ l’altra Silva, Janice, a ridare speranza alle lusitane ma Consu riallunga e il bis di Morgado si spegne sul tiro libero di Amelia Romero pochi secondi dalla fine: doppiato il Portogallo, la Spagna è campione del 4 Nazioni.

ultimo

E adesso che faccio? Devo riabituarmi ad orari normali, prima di tutto. Non si pranza alle 16 e non si cena a mezzanotte. Poi magari proverò a dormire un po’, ma mi aspetta Madrid. Siamo in due a girare per la città: io e la stanchezza, resistiamo fino a che la pioggia non ci obbliga al rientro.
“Non voglio sentir parlare di futsal fino al 2018”, scrivo a Mauro e Fede come messaggio della buonanotte. “Quindi mercoledì non vieni a Terni con noi?”. “Posto prenotato”. Anche questa notte, farò sogni bellissimi.

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