Futsal

Nastro Rosa – Tempo di bilanci

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Le migliori idee, si sa, arrivano quando meno te lo aspetti.
Così è nata l’iniziativa “Con il Nastro Rosa” dedicata alla sensibilizzazione verso la malattia e alla lotta al tumore al seno, in un tranquillo pomeriggio d’autunno.
Ho sempre avuto l’impressione che questa faccenda del tumore alla mammella sia così “comune” da sembrare spesso scontata.
La fenomenologia e il decorso sono invece così particolari da rendere ogni donna in lotta con la “bestia”, unica per la sua storia e il suo vissuto.
Sono stata testimone da vicino di cosa è capace il cancro e di cosa sono capaci le donne che lo combattono. Per questo ho chiesto a chi con AGS collabora di aiutarmi in questa “impresa”. Abbiamo quindi deciso, un po’ su due piedi, di proporre al mondo del futsal in rosa, un’iniziativa concreta per il sostegno di una associazione del nostro territorio, quello abruzzese. Volevo avere dei volti e delle storie da raccontare e presentare, cercavo qualcuno che tutti i giorni, opera per e accanto alle donne colpite dal tumore al seno: ecco perché ho scelto la Gaia Onlus.

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G.A.I.A è una realtà meravigliosa: oltre agli incontri di autoaiuto, offre supporto psicologico e nutrizionale grazie ad una rete di esperti che lavora per migliorare il decorso ospedaliero e il recupero una volta terminati i cicli di chemioterapia. Se tutto questo non bastasse, nel corso della sua vita associativa ha effettuato diverse donazioni in termini di macchinari al reparto di Oncologia degli ospedali di Chieti ed Ortona. Pare che noi siamo arrivati proprio al momento giusto: l’associazione proprio ad ottobre ha fatto partire una raccolta fondi per l’acquisto di un costosissimo macchinario (35mila euro) per l’individuazione precoce dei tumori alla mammella da donare al reparto oncologico di Chieti.
Da qui è partito il nastro rosa che ha unito le più disparate realtà italiane di futsal e non solo: dalla Serie C alla Serie A passando per Nazionale, maschile ed anche scherma e football americano, tante sono state le squadre e le persone che hanno aderito e che, a fronte di un invio di lacci rosa da parte nostra, hanno effettuato una donazione alla Gaia Onlus, contribuendo a realizzare qualcosa di grande. Nessuno sponsor, nessun appoggio economico se non PescaraTurismo con un piccolo contributo, che poi siamo sempre noi in quanto PescaraTurismo è l’attività della mia famiglia.
Solo la volontà di tutta la redazione di fare qualcosa di concreto a favore delle donne sensibilizzando alla prevenzione chi è ancora giovane e aiutando concretamente chi vive la dura realtà di una vita segnata dal tumore.
Ma vediamo un po’ di numeri, perché a parole e proclami siamo tutti bravi:

  • 550 paia di lacci rosa, acquistati, in due ordini, presso la ditta Fa.Las di Acervia (An) e ritirati a mano entrambe le volte

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  • Le squadre e le persone che hanno partecipato sono in totale 44:

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  • 26 i pacchi preparati e spediti, 18 quelli consegnati a mano;

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Avevamo pensato ad una piccola iniziativa, è diventata una grande gara di solidarietà che da ottobre è scivolata in novembre per concludersi a dicembre. Tante le realtà di Serie A ma ci ha stupito come le piccole realtà sportive si siano sentite parte di questa battaglia ed abbiano partecipato con gioia.

La nostra, di gioia, è stata vedere i palazzetti di tutta Italia battuti da centinaia di scarpini con lacci rosa e aver contribuito alla realizzazione di un progetto così importante.

Alleghiamo due utili pubblicazioni della Gaia Onlus per quel che riguarda le tematiche della prevenzione:

CONOSCERE PER VINCERE il link porta alla versione web del libretto. Dalla stessa pagina è possibile scaricare la versione pdf.
PROGETTO CECILIA opuscolo dedicato alle giovani ragazze.

 

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[ndc]
Il pezzo è di Federica, io m’intrometto solo quando si tratta di fare da editor o come curatore come si chiama in Italia con un lemma vetusto.
Questa volta e solo questa volta vorrei contribuire a questo racconto.
Partendo dalla fine.
Alla cena sociale dell’associazione alla quale avete contribuito a donare un pezzo di macchinario c’erano tanto visi sconosciuti, tante donne di diversa estrazione sociale perché come mi hanno ricordato la malattia non fa distinzioni. Tutti abbiamo i nostri demoni, li combattiamo spesso da soli, loro hanno scelto di farlo insieme. Sono sempre restio a partecipare agli incontri sociali di questo tipo, non so spiegare bene perché, alla fine poi vado e non me ne pento mai.

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Avevo indosso i lacci rosa, perché non ho avuto il tempo di toglierli e sono rimasti li.
Ho conosciuto donne straordinarie, menomate nel corpo forse ma non nello spirito. Donne che non ostentano l’essere state malate o l’esserlo ancora. Donne che si vestono del sorriso migliore perché trasmetta alle altre la forza di combattere. Sono sopravvissute e ora s’aggrappano a questa vita non per scaricare il loro livore verso il mondo come se altri fossero responsabili della loro condizione ma per vivere quello che resta loro nel miglior modo possibile.
Abbiamo bevuto vino, parlato di vita e si anche della loro malattia, di medici, di terapie ma prima di tutto ci hanno chiesto di voi, di quelle donne che non conoscendole hanno scelto di aiutarle, di partecipare alla loro lotta. Ho sempre avuto estremo rispetto per chi conserva la sua dignità anche nella disperazione della malattia. C’erano solo donne così a quel tavolo, in quella sera di dicembre.
Nessun livore, nessun rancore solo sorrisi e curiosità.
Sono andato via tra abbracci e strette di mano, uscendo mi sono detto: “li tengo i lacci rosa, perché mi ricordano loro”.
Grazie a voi tutte, anche se non ricordo i nomi perché sono una frana in questo, ricordo gli occhi e i visi e saranno con me ogni volta che guarderò questi lacci rosa.
Mauro

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