Calcio

Carolei: «Chiamatemi pacificatore e non provocatore»

Carolei

Il comico toscano Giacomo Carolei, noto anche alle tv nazionali e per i suoi pluri cliccati video estivi in giro per spiagge e locali, parla dopo le sue ultime esperienze “gobbe” a Firenze e Bologna: «Io provocatore? Affatto, la provocazione è ben altro. La rivalità tra tifoseria va stemperata»

Centinaia di video in giro per i locali d’Italia, dove ha saputo mettere insieme più di sedici milioni di visualizzazioni e un successo sempre crescente, che l’hanno consacrato come una indiscutibile web star. Ma definire Giacomo Carolei, toscano di Prato, soltanto “web star” appare riduttivo. Ha al suo attivo diverse pubblicità nazionali e recitato in diversi film per Sky, Canale 5 e Rai, dove ha avuto la possibilità di confrontarsi, tra i tanti, con Raoul Bova e Teresa Mannino. Ma Carolei è estroverso e fantasioso, con la battuta sempre pronta. Un comico, in buona sostanza. Nel 2016 partecipa al talent “Eccezionale Veramente” riservata proprio ai comici su La7 e ha fatto divertire tanta gente grazie al suo format web “Carolei at the disco”, senza dimenticare le sue esilaranti interviste estive in spiaggia. Insomma, Carolei è un’artista completo e questo è indiscutibile.

Di recente, però, ha deciso di avventurarsi in un campo niente affatto semplice: il calcio. Con le migliori delle intenzioni, ovvero quella di stemperare un po’ la tensione in un mondo in cui si viene preso tutto e troppo sul serio. Come esattamente? Camminando nelle immediate vicinanze delle curve di Fiorentina e Bologna, per ora, con indosso la maglia della Juventus. E come da previsione, dall’altra parte ci hanno trovato poco da ridere. E adesso nelle prossimità di quale curva vedremo quel “bellone” di Carolei? A rigor di logica mancherebbe Napoli, magari dove avventurarsi con la maglia del Pipita. E allora eccolo Carolei, sulle colonne di Any Given Sunday, pronto ad offrirci il suo personale punto di vista su fede calcistica, tifoserie e concetti da rivedere. Il comico pratese può piacere o non piacere, questo non si discute. Può offrire punti di vista condivisibili o meno, ma in qualsiasi caso rimane un maestro della risata. E questo proprio non si può discutere.

Giacomo, i tuoi video fanno discutere i tifosi. Qual è il tuo pensiero a riguardo?

«Sono un attore comico e l’intento dei miei video è sempre quello di strappare una risata a chi li guarda, ma in questo caso c’è anche la voglia di far riflettere sul peso eccessivo che ancora oggi hanno il tifo e la rivalità tra tifoserie. Quindi se questo accade anche a seguito di certi commenti, non può farmi che piacere».

A chi ti dice che “sei solo un provocatore” cosa rispondi?

«Rispondo che la provocazione è ben altro. Cerco di fare umorismo e questo non è mai mancanza di rispetto. Mi piace l’ilarità e non il sarcasmo, che non è nelle mie corde. Perché mi piace prendere la vita con quel po’ di leggerezza che aiuta a viverla meglio. No, non sono un provocatore, semmai un pacificatore».

 Speravi in un dialogo maggiore con i tifosi?

«Sapevo che non mi avrebbero accolto a braccia aperte e che qualcuno avrebbe avuto da ridire, senza ombra di dubbio. Però, vedi Bologna, il dialogo c’è stato. In alcuni casi anche strette di mano».

Ti vedremo all’esterno di qualche altra curva d’Italia a beccare improperi? 

«Sì, vorrei continuare ma non per beccare improperi, semmai per cercare tifosi che capiscano il senso della mia presenza: per sorridere insieme e per capire che di quella seriosità, in una cosa come il tifo, non se ne può davvero più. La gente che quando gli parli di tifo ti risponde dicendoti che è una fede va mandata dallo psichiatra, non allo stadio».

Qual è il tuo auspicio per i prossimi video?

«Spero che continuando con questi video le persone pian piano capiscano che si parli di sport. Mi piacerebbe vedere un giorno gruppi di tifosi di altri colori che mi vengano incontro sorridendo e non con aria minacciosa».

 Senti, ridendoci un po’ su come dovrebbe essere, ma non sarà che è più tranquillo fare sondaggi in spiaggia o in discoteca?

«In spiaggia a dicembre ci sono andato ma non c’era nessuno e vorrei evitare di andare a letto una vita intera alle 6 del mattino per rincorrere gente alticcia in discoteca. Se me lo lasciano fare vorrei occuparmi di sport adesso. Anche se, di là dalle battute, il mio format sulle spiagge tornerà presto, forse anche in inverno, chissà».

I prossimi tuoi impegni?

«Devo rimbiancare casa, anzi se non hai nulla da fare e vuoi darmi una mano ti aspetto volentieri».

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