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Se Fossi Un Mister – Pioggia e Sole

pioggia e sole
Ho visto persone nelle stesse scarpe andare per altre strade, pioggia e sole cambiano la faccia alle persone dice Francesco, sempre e per sempre tu ovunque sei dalla stessa parte mi troverai.

La vita sportiva è fatta di scelte, ogni anno a fine anno, tante scelte, chi rimane? Chi va? Chi ha bisogno di un chiarimento?

E Tu?
Tu sempre e per sempre dalla stessa parte sarai, hai cominciato per gioco, hai creduto che potesse venirne qualcosa di buono per tutti, ci hai creduto e quante volte sei caduto per terra lo testimoniano i tuoi jeans strappati, a volte qualcuno ti ha allungato una mano per alzarti, altre ti sei dovuto avvitare su te stesso, fare forza sulle ginocchia e rimetterti in piedi.

E’ stato facile?
A volte molto, tutto è andato come doveva, come un fiume che scorre forte e potente dentro il suo grembo, altre ho nuotato controcorrente, io che non so nuotare e quindi la difficoltà me la sono creato da solo, non avrei dovuto buttarmi in acqua senza sapere come affrontarla ma non sopportavo l’idea che qualcuno stesse affogando ed allora ho pensato che se non ce l’avessi fatta sarei voluto affogare con lui.

pioggia e sole

Cosa hai provato?
Ho provato l’ebrezza di vedere persone di talento e passione smisurata diventare calciatrici vere, è come fare un viaggio in moto senza casco, puoi sentire tutta l’aria che ti pettina forte le guance ma mentre tu ti godi l’aria loro ti sorpassano e diventano donne, calciatrici, adulte e così è stato con loro, sono andate talmente forte che hanno realizzato tanti dei loro sogni e moltissimi dei miei, io mi godevo l’aria e loro costruivano la scala per arrivare in cima. Ho provato la sensazione di vuoto allo stomaco, come una vertigine che ti entra dentro e ti catapulta altrove, l’ho sentita vedendole a testa giù negli spogliatoi, con le lacrime che bagnavano il pavimento ed i singhiozzi che rintoccavano come le campane stonate la domenica mattina.
Ho provato la gioia della fratellanza, il giorno in cui sono entrato nello spogliatoio con loro ed abbiamo cantato come se fossimo al Festivalbar, la nostra canzone, la nostra emozione, la nostra vittoria e la nostra uguaglianza, tutti giù dal piedistallo, tutti giù per terra tra scarpini sudici, vasi doccia traboccanti d’acqua e sapone che erano utili a schizzarci  come delfini felici e liberi.

pioggia e sole

Quel giorno ho portato a casa il pallone della partita, firmato da tutte, le mie 12 candidate al pallone d’oro che impallidiscano tutte le giurie di qualità.
Quel giorno ho visto il mio presidente poggiare la sua mano gigante sulla mia spalla e dirmi ho lavorato una vita, ora che sono in pensione ho scoperto cosa vuol dire fare un buon lavoro, complimenti mister.

E poi si torna a casa scomposti nel pulmino, i flash dei telefonini da dietro perché questo momento non si può archiviare ne oggi ne mai, i cori di chi ha voglia di far casino, il clacson come se il nostro fosse un matrimonio e Dio mio quant’è bella oggi la sposa.

Scendo alla stazione di servizio, il tizio alla pompa di benzina mi guarda e dice: vuoi tu Mister prendere come legittima sposa la qui presente squadra per amarla, onorarla e rispettarla in salute e in malattia, in ricchezza e povertà finché morte non vi separi?

– Si lo voglio e senza esitazione o paura, la gioia, il rispetto e l’amore ce li ho presenti, sono ora li in quel pulmino e la malattia , la povertà li abbiamo già provati tante volte insieme che non mi spaventano.

Le tante sconfitte mie personali con qualche giocatrice che non sono riuscito a stimolare, crescere, formare ed aiutare, le altrettante sconfitte di squadra che si partiva per fare l’impresa ed invece si tornava a casa con il piatto vuoto, la povertà dei risultati, la povertà del non riuscire a farsi capire, la povertà di idee, la povertà di comprensione e poi la malattia, la malattia di alcuni spogliatoi che hanno l’ambizione di distruggersi piuttosto che crescersi e di osteggiarsi piuttosto che capirsi, la malattia di un infortunio lungo da cui non se ne esce e mentre tu la guardi la tua ragazza incerottata, pensi che quei dolori li vorresti tu che tanto non devi giocare, e aspetti che tolga i punti, poi le stampelle e poi aspetti che ti venga ad abbracciare il giorno in cui torna in campo e ti fa vincere la partita e ti porta più punti in classifica di quelli che le hanno messo sul ginocchio.

pioggia e sole

Si finché morte non ci separi mi sembra la giusta frase, qualunque siano le condizioni, nei momenti buoni e quelli più difficili perché non è mica facile stare sempre sulla stessa barca cercando di governarla e tenerla in piedi, non è mica facile vedere le tue atlete star male, piangere e per fortuna puoi appellarti a giorni come questo mentre tutto il pulmino canta e tu hai deciso che oggi la sposa è troppo bella per rimandare ancora una volta.

Sono tanti anni che stiamo insieme e forse è arrivato il momento di smettere di andare a ballare la sera, di far baldoria con gli amici, di correre dietro ad un paio di leggins, io metto la testa a posto, me la sposo.

Pioggia e sole cambiano la faccia alle persone, fanno il diavolo a 4 nel cuore e passano e tornano e non la smettono mai, sempre e per sempre tu ricordati dovunque sei se mi cercherai, sempre e per sempre dalla stessa parte mi troverai.

Tu non credere se qualcuno ti dirà che non sono più lo stesso, il vero amore può nascondersi, confondersi ma non può perdersi mai.

Adesso potete anche lanciarci il riso, il bouquet chiedetelo alla sposa.

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