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Sei seduto a metà, cerchi di leggere per lenire il tedio del viaggio, questo indispensabile prolungarsi dell’attesa rende ogni gesto importante, ogni parola fondamentale.
C’è un gruppo di dirigenti e allenatori che parlano, che si confrontano.
Apprezzi il tentativo di installare un sistema che non sia solo un sistema di gioco, ma che sia una filosofia capace di trasformare questa società sportiva in un modello virtuoso, nel quale i singoli ingranaggi possono essere sostituiti perché esistono delle istruzioni precise all’interno delle quali muoversi.
Quello che ti irrita e lo fa agitando ogni poro della tua pelle è l’incapacità di comprendere alcune delle scelte umane.

“He does not know the rules….”, well i am still looking for a team sport where you are allowed to trip an opponent player. Seriously?

Non hai vent’anni di esperienza da allenatore di football americano ma ne hai VENTICINQUE da educatore e anche se sei stato il peggiore di tutti, hai una vaga idea di come si gestisce e si guida un gruppo di ragazzi o di uomini.
Non hai nessun problema quando ti viene ricordato che “non hai capito”, ti ha spinto lì la tua curiosità, la tua ricerca del sapere, “vuoi capire”, altrimenti faresti altro. Sei abbastanza intelligente da captare anche il linguaggio non verbale, da captare quell’irritazione appena accennata.
Nulla di questo ha davvero importanza, adesso.
Non c’è la tua reputazione sulla linea del fuoco, non c’è il tuo nome in cima alla lista.
Va bene così, fa parte del gioco.
Il bus si ferma, scendete.
Fila indiana, tutti i borsoni allineati lungo la stessa spalla.
Ti fermi con la squadra sulla linea laterale, il capo allenatore entra per chiedere indicazioni.
Un assistente si avvicina e rivolgendosi a te: “gli spogliatoi sono lì…”, indica la costruzione bassa al di là del campo. Prosegue “potete andare…”, indugia un attimo e poi aggiunge “se avete il permesso”, accenni un sorriso e indichi in direzione del capo allenatore, “andiamo quando lo dice lui”.
Pensi, “FUNZIONA, CAZZO FUNZIONA”, sono convinti che siamo così disciplinati, così squadra…
Ti metti gli scarpini, pensi per un attimo a Todd Marinovich, “Robo QB”, un giocatore cresciuto dal padre per essere l’atleta perfetto. Non è questa la parte che ti è tornata alla mente, ma la sua grande vittoria da QB dei Raiders, quando in una straordinaria prova ha dimostrato che poteva essere un grandissimo giocatore di football. A lui bastava dimostrare che poteva farlo, che poteva eccellere, non gli interessavano i trofei, i riconoscimenti, le vittorie, i premi.
In questo momento a due ore dalla partita, questo è il pensiero che ti corre alla mente.
Una vittoria.
Dimostrare che puoi farlo.
Una sola volta.
Una gioia.

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