Sport

UDR questo sconosciuto

Se qualcuno tra voi ha avuto occasione di conoscere l’ambiente della vela e delle regate, avrà una idea seppure vaga dell’operato degli UdR, cioè degli Ufficiali di Regata. Sono una figura del tutto singolare ed atipica nel panorama dei giudici o degli arbitri, che si è soliti vedere negli altri sport. Infatti il loro compito non è affine a quello consueto per altri giudici di gara, meglio dire che non è circoscritto al solo regolamentare l’evento.

Per impostare una regata serve innanzitutto posizionare un campo di boe in mare.
Bisogna farlo nella maniera più corretta possibile, garantendo a tutti i concorrenti le stesse (o quasi) condizioni per regatare. Fatto questo, è necessario impostare una linea di partenza il più coerente possibile considerando il vento, la corrente, il numero di partecipanti. Appena siamo sicuri che è tutto posizionato correttamente, iniziamo le procedure di partenza. Successivamente il comitato imposta un countdown scandendo il tempo con l’issata e l’ammainata delle bandiere di segnalazione, si accerta che le imbarcazioni non partano prima del tempo stabilito monitorando la flotta e sanzionando coloro che trasgrediscono, con tutte le penalità del caso.
Quando la flotta parte,  sei di vedetta per controllare che il vento non faccia giri strani , tipo mollarti o girare improvvisamente. All’arrivo aspetti la flotta prendendo i numeri di arrivo delle imbarcazioni che tagliano il traguardo.
In queste poche righe vi ho spiegato cosa fa un Comitato di Regata in acqua, omettendo le specifiche che ogni classe di imbarcazione ed ogni campo di regata o zona possiede in maniera peculiare.
Poche righe e vi è già chiaro quanto sia complesso il ruolo.
Se poi a farlo è un comitato di 3 o più persone che possono avere contrasti o non avere le necessarie competenze, il compito diventa un incarico per folli.
Oltre al Comitato di Regata, nelle regate importanti, c’è un Comitato delle Proteste chiamato anche Giuria.
Nella vela esiste l’autoregolamentazione tra regatanti.
Se qualcuno ha subito un torto in acqua: precedenza, diritto di passaggio o ingiuria, può (o deve) protestare chi lo ha danneggiato con una mancanza, tramite una protesta prima verbale e poi verbalizzata a terra. A questa farà seguito una vera e propria udienza ai sensi del diritto inglese, con resoconto diretto. Tranquilli non si parla di lungaggini italiane o di procedure strane, è tutto scritto nel Regolamento di Regata ISAF – International Sailing Federation, scaricabile dal sito FIV, alla sezione Norme e Regolamenti.

La Giuria ha anche il compito di sanzionare in acqua i comportamenti scorretti descritti dalla Regola 42, cioè quelli inerenti la propulsione scorretta in acqua. E’ una regola a lungo dibattuta, poiché in alcune classi i movimenti troppo accentuati del corpo in barca, fatti senza un corretto sincretismo con le raffiche o con il moto ondoso, possono creare una propulsione scorretta del mezzo, nonché creare danni alla colonna vertebrale o alle ginocchia a lungo andare. Sotto questo principio la regola sembra giusta, ma cercare di discernere in acqua se un comportamento è o meno scorretto e in quale misura, è davvero complicato. Io ho visto ragazzi accentuare per regate intere movimenti così scorretti, che al posto che guadagnare posizioni le hanno perse ed altri che invece operando correttamente riuscivano ad essere padroni del mezzo in maniera impeccabile. La regola è nata perchè, lo sport della vela evolvendosi è diventato molto professionale, per conquistare posizioni si adottano  comportamenti sconvenienti.
L’evoluzione ha ridotto la necessità di ricorrere alle cure dell’ortopedico, ma ha anche creato degli UdR che sanzionavano con troppa leggerezza i malcapitati di qualsiasi parte della classifica.

Oltre alla Giuria e al Comitato, nelle regate a squadre, in quelle di Match Race e in quelle dov’è previsto l’arbitraggio diretto, trovate anche un’altra figura , cioè quella dell’Umpire.
In questo caso abbiamo un arbitro vero e proprio, che può decidere immediatamente in acqua o in risposta ad infrazioni eclatanti oppure essere chiamato dai regatanti per giudicate nelle proteste. E’ la figura più conosciuta perché era anche quella più visibile nell’Americans Cup . Erano quei figuri sul gommone che seguiva le imbarcazioni e che rispondevano alle chiamate con le bandiere.

Quindi un regatante ha bisogno di chi crea un campo per partire e lo fa regatare. Ha bisogno di chi giudica le controversie, in alcuni casi cje soa disponibile immediatamente in acqua. Infine ha anche bisogno di chi controlla le imbarcazioni che utilizza e verifiche se sono tutte uguali.
La vela è uno sport dove è importante lo sforzo fisico, può essere anche uno sport di solo sforzo mentale. Tutto sta nel mezzo che utilizzi.  Se hai trovato degli escamotage che rendono il tuo mezzo più competitivo di quello di altri a parità di vento, potresti essere un genio, oppure un truffatore. Non tutti hanno la possibilità di accorgersi di questi trucchi ed infatti in nostro aiuto arriva un altra figura: lo Stazzatore. La stazza è quella serie di misure che un barca monotipo deve avere per rientrare in una data classe (larghezza, altezza, lunghezza e peso dello scafo, dimensione delle vele, delle attrezzatura e presenza delle dotazioni di sicurezza e caratteristiche delle stesse, ecc.).

Spero con questa breve dissertazione di avevi spiegato cosa vuol dire iniziare a vedere la vela dal punto di vista degli addetti ai lavori e cosa serve ad un circolo per vivere al sua vita all’interno delle regate.

Un saluto a tutti

Daniela

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