Sei rimasto in Inghilterra, un po’ per quella pioggia che non ti da fastidio un po’ perché qui si respira un calcio che non è avvelenato da quell’impressione di inferiorità che c’è in Italia.
Watford.
Quando i legali della famiglia Pozzo ti hanno contattato per offrirti il posto eri ancora seduto saldamente sulla panchina del Chelsea. Hai pensato ad uno scherzo, forse anche di cattivo gusto. Loro però erano dannatamente seri. Una cosa ti ha impressionato, la loro capacità di programmare e di perseguire la stessa filosofia anche nelle difficoltà. Hanno avuto successo, questo non puoi negarlo. Udinese e Granada non saranno due corazzate in Europa, ma sono squadre che giocano un bel calcio, con giocatori di talento e il bilancio in ordine.
Sei volato a New York, con la scusa rifilata ai giornalisti di voler assistere a qualche partita della National Football League.
Li hai incontrati in un piccolo ristorante nel Jersey. C’era il Patron Pozzo in persona, avete parlato di vino e di vita. I piatti scorrevano veloci e al dessert è arrivata la proposta.
“Il posto da manager per il Watford è suo, se lo vuole. Completo controllo tecnico e sportivo.”
Un contratto davanti a te, firmato.
La cifra in bianco.
L’hai preso e messo nella tua borsa.
Sul volo di ritorno ti hanno fatto visita i tuoi fantasmi. Li hai scacciati scrivendo ai tuoi amici, perché non sono più semplici collaboratori. Gli hai raccontato della proposta, hai tracciato le linee di contorno per un nuovo sogno e li hai salutati. Arrivederci a presto, è tempo di preparare le valige.
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