Calcio

Manchester United Premier Nike Cup

Solo qualche anno fa, quando il web era quel luogo semi sconosciuto ai più, l’esistenza della Manchester United Cup, sarebbe stata nota solo agli addetti ai lavori.
Grazie a forzapescara.tv invece, in una assolata domenica di Marzo, eccoci sugli spalti del complesso sportivo Poggio degli Ulivi.
In campo si sfidano Inter e Roma, in palio la possibilità di disputare la fase finale del torneo nella cornice leggendaria dello “Stadio dei Sogni”, L’Old Trafford. Si tratta di due compagini della categoria giovanissimi nazionali (1999).
Spalti assolutamente stracolmi, gente in piedi o su sedie di fortuna. Bella cornice di pubblico. Ci Sediamo a ridosso della balaustra in plexiglas trasparente e ci accorgiamo in pochi minuti che dietro di noi c’è un gruppetto di addetti ai lavori. Si mescolano le lingue, riusciamo a distinguere due olandesi o belgi fiamminghi, un portoghese e italiano. Sembra l’inizio di una barzelletta lo so, e quando insieme, dopo una brutta chiamata del giovanissimo arbitro, saltano in piedi per gridare in italiano “Arbitro” ci è chiaro dov’è che che hanno appreso l’italico idioma. Sebbene le conversazioni vengano veicolate in inglese, è ovvio che sono lì per dare una occhiata a questa nuova nidiata di prossimi professionisti.
Impieghiamo solo dieci minuti per comprendere dove probabilmente un calciatore come De Rossi abbia appreso la fine arte della boxe applicata al calcio e quali siano i modelli di questi ragazzi.
La palla viaggia lungo la linea laterale, il talentuoso numero 10 nerazzurro la controlla e va via al numero 4 giallorosso che non tenta nemmeno di intervenire si limita ad urlare “arbitro” indicando l’uscita dal campo della palla. La tribuna esplode e da addosso la ragazzo, colpevole in una età dove è ancora scarsamente tollerato l’imbroglio, di indulgere in quei comportamenti che troppo spesso scusiamo negli atleti professionisti.
La Roma già in vantaggio per uno a zero, continua per tutto il secondo tempo a strattonare l’avversario, reclamare falli inesistenti e gettare la palla in avanti verso un numero nove “pennellone”, chiaramente fuori misura fisica per la coppia di centrali difensivi dell’Inter. Un lamento continuo da parte di un paio di giocatori in particolare, 4 e 5, difensore centrale e mediano davanti alla difesa. Ci ritroviamo da spettatori neutrali, a sostenere la causa di questa giovane Inter, chiaramente più dotata tecnicamente e meno scorretta. Sfortunatamente non sono sempre i buoni a vincere. Nel momento di massima pressione nerazzurra è la Roma a trovare un gol in contropiede, partita chiusa e biglietti per Manchester da prenotare.
Dopo tante pedate di terza e seconda categoria, guardare questi ragazzi è stato come assistere ad un partita “vera” di livello tecnico e tattico così vicino al calcio professionistico da essere uno spettacolo che vale il tempo investito sotto il sole cocente di un improvviso sprazzo d’estate.

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