Calcio

I Portieri Italiani

C’era una volta la scuola italiana dei portieri.
Questa storia potrebbe iniziare e finire così. Già, questo ho pensato mentre assistevo attonito a questa triste domenica di campionato 2013 – 2014.
Titolare a difendere la porta del Cagliari, c’era un certo Antonio Adán Garrido, spagnolo di 26 anni il cui unico merito è stato quello di aver fatto la trafila nelle giovanili (ho ribrezzo a scrivere cantera quando esiste un analogo lemma in italiano) del Real Madrid. Julio Iglesias, indimenticato cantante spagnolo noto per essere stato il cantante latino con più album venduti al mondo, ha fatto la stessa trafila, nessuno nell’allora Serie A si è mai sognato di ingaggiarlo. Se a ventisei anni, hai collezionato un totale di sette presenze nel Real Madrid e nessuno in patria fino ad ora ha reclamato i tuoi servigi, forse… dico forse… è perchè fai cagare? Marchisio ringrazia e il pubblico del Sant’Elia ti maledice.
Etrit Berisha, attuale estremo difensore della Lazio, non si sarebbe trovato nella condizione di sostituire l’infortunato Marchetti se non avesse un passaporto albanese. Il direttore sportivo della Lazio, Igli Tare, sembra del tutto incapace di acquistare giocatori che condividano con lui la nazionalità. Dopo anni di disgrazie tra i pali, il Genoa ha lasciato ai cugini blucerchiati il piacere e l’onore di installare un citofono in porta. Al campanello risponde il brasiliano Angelo da Costa. Noto alle cronache per non essere nemmeno riuscito a giocare da titolare nel Varese e quando si trasferisce all’Ancona l’anno successivo si trova chiuso da Sirigu. Riesce a giocare quando una strana influenza mette fuori squadra il titolare e il cattivo rapporto del suo antagonista con l’allora tecnico Francesco Monaco. La squadra di patron Garrone ha una recente tradizione di citofoni esotici. Ricordate Sergio “Disgrazia” Romero? Quattro anni nella difficilissima Eredivisie, in forza all’AZ Alkmaar, il “pacco” argentino colleziona addirittura il record d’imbattibilità proprio nell’anno in cui i Cheese Farmer guidati da Luois Van Gaal vincono il titolo. In quella squadra giocava da titolare anche Graziano Pellè, una indicazione inquivocabile dei livello del calcio olandese.
Arriva alla Sampdoria, che lo paga una cifra folle, 3,5 milioni di euro e dopo due stagioni piazza il bidone a Ranieri e al Monaco degli arabi che ovviamente non lo fanno mai giocare.
Potrei proseguire elencando le disgrazie straniere tra i pali dell’AS Roma, l’ultimo exploit del Milan che dopo lunghi anni di autoflagellazione con Dida tra i pali ora devo sopportare le “prodezze” di Gabriel.
La verità e che si tratta semplicemente di una questione economica, pescare all’estero abbassa i costi, è più facile rischiare. Ai portieri italiani non si perdona nulla, nemmeno aver davanti difese imbarazzanti come è accaduto a Mattia Perin, nello sfortunato anno passato in riva all’Adriatico. Oppure posso ricordare cheNicola Leali, costato alla Juventus 3,8 milioni di euro (complimenti ancora al direttore sportivo dei blucerchiati) insieme al portiere del Genoa rappresentano i due talenti più cristallini del calcio mondiale in quel ruolo.
Vi lascio con le parole del Profeta Giovanni Galeone, sull’importanza di avere un portiere come si deve a difendere la propria porta.
“Io in porta ho un optional. Quel gol del pareggio milanista, l’avrei preso di testa nonostante i miei cinquant’anni.” (13-9-1992)

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