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Fedeli alla tribù S01E08

Quando presentano Hazard con la maglia azulgrana i tifosi assediano lo stadio, c’è una folla fuori dalla tua abitazione londinese, per settimane dovete allenarvi a porte chiuse. Nelle conferenze stampa ci sono solo domande sul “trasferimento del secolo”. L’atmosfera diventa peggiore quando alla prima partita con Eriksen titolare perdete uno a zero con il Wigan. Christian passa gran parte del pomeriggio con il culo per terra, malmenato da rocciosi centrocampisti e inseguito a tutto campo da giocatori che hanno l’unico intento di impedirgli di giocare. Mai un guizzo, mai un barlume di classe.
Quando Andrea si alza dalla panchina per sedersi vicino a te sai già cosa vuole dirti. “Sostituiscilo, lo stanno ammazzando li fuori”. Per te è troppo. Sbotti. “Che impari cazzo, che si prenda le sue cazzo di responsabilità…non  importa a nessuno che è solo un ragazzino…che subisca e impari”.
Ci vogliono due settimane perché inizi ad abituarsi, metti in campo Gourcuff per affiancarlo e spesso accade che si scambino posizione. Va anche in gol il transalpino con un tocco sottomisura dopo un tiro di Immobile respinto a fatica dal portiere. Lo scugnizzo napoletano arrivato per “diciotto fottutissimi milioni”, devi esserti bevuto il cervello per comprare a quel prezzo il tuo quarto attaccante.
Si avvicina la partita di ritorno di FA Cup. Avete perso di misura in casa contro l’Everton, ora dovete andare al Goodison Park e vincere, con due gol di scarto e senza subirne uno.
Hai già in testa la formazione, una casella rimane libera, quella del tuo trequartista.
Arrivate allo stadio due ore prima, il pullman sfila veloce tra le strade di Liverpool, scortato senza troppo clamore.  Entri nello spogliatoio e si fa silenzio, prendi fiato e snoccioli la formazione.
“Chris…vai in campo, gioca come sai e divertiti”.
Quando prende palla sulla fascia e s’accentra tutto lo stadio trattiene il fiato, salta un avversario e entra in area, c’è lo spazio, un movimento rapidissimo e palla che finisce nell’angolo basso, lontano, oltre la mano protesa del portiere avversario. Salti fuori dalla panchina e finisci in ginocchio a ridosso della linea laterale, con le braccia protese in alto ringrazi il calcio e chiudi gli occhi per ascoltare l’applauso dello stadio.
Quando Fernando Torres mette a segno il raddoppio tiri finalmente il freno al tuo nervosismo, smetti di tormentare il tablet e la tua bottiglietta d’acqua. È fatta, avete passato il turno.
Pensi di poterti rilassare, ma questo non accade mai, non nel calcio, non a questo livello.
Due settimane e vi ritrovate in campo, per giocare la finale della Coppa di Lega. Avversario il Liverpool e quel Aubameyang che hai ceduto appena arrivato al Saint Etienne.

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