Calcio

On the Sidelines 15

Cambi quattro undicesimi della formazione titolare ed iniziate a giocare il tuo calcio. Infilate undici risultati utili consecutivi, la gente vi guarda giocare e torna a paragonarvi al Pescara degli anni 80. Andate in testa alla prima divisione prima di natale e molti giornalisti locali con il panettone ci si strozzano.  Questa non sarà mai la tua squadra, lo sai, i risultati saranno merito dei giocatori che hai trovato qui. Per questo  decidi che arriveranno giocatori, semisconosciuti di grande talento. Hai detto al tuo presidente che sono semplicemente giocatori necessari a dare profondità alla rosa, ma in cuor tuo sai che li hai ingaggiati per poter prendere a calci nel culo i giocatori che non saranno mai, i “tuoi” ragazzi. Arrivano Aya e Kettenrich dalla Sampdoria, Marrone dalla Juventus e Ciotola dal Verona, non li presenti nemmeno alla stampa, quando qualche giornalista ti chiede chi diavolo sono rispondi con una laconica scrollata di spalle, come se ne ignorassi la risposta.
Alla fine del girone d’andata siete in testa con 5 punti di vantaggio, solo due sconfitte. Marco Verratti entra in campo dalla panchina quattordici volte nel girone di andata e ti regala nove gol. Continui a nasconderlo alla stampa, niente interviste e nessuna apparizione pubblica. Arriva a riprendere la tua squadra perfino una troupe di SkySport.
Ti chiama un giornalista, vuole una dichiarazione, Bonanni ha firmato per il Parma. Rilasci una frase di circostanza, una di quelle vuote che non vogliono dire nulla.  Finito. Il bicchiere con il tuo rum preferito contro il muro, il soggiorno pieno di schegge. Entri nell’ufficio del tuo presidente, la segretaria a tentato di fermarti, tu sei una furia oggi, come un uragano. Interrompi una riunione tra uomini d’affari e urli le tue ragioni.
“Era un’offerta che il club non poteva permettersi di rifiutare”, tradito dal tuo presidente, il primo sangue è stato versato. Avrà la sua maledetta guerra se è questo che vuole, non lascerai mai più ad un presidente il potere di decidere del tuo futuro. Due giorni dopo Citotola, l’esterno alto del Verona si allena nel tuo gruppo, l’osservi attentamente. Sorridi compiaciuto.
Siete diventati la squadra da battere, tutti contro di voi giocano alla morte, non vi concedono un metro. Ma i tuoi ragazzi non arretrano, continuano a battersi come leoni, a Marzo il margine sulla seconda è salito a nove punti. Gli addetti ai lavori cercano di indovinare con quante giornate di anticipo verrete promossi, sorridi furbo, quando ti viene rivolta direttamente la domanda. Riesci a parlare al telefono con tua sorella a Kabul, le dici che c’è qui un biglietto che l’aspetta per il 3 Maggio, quel giorno le dici, festeggerete il ritorno in serie B.  Qualche pareggio di troppo, troppo parlare di promozione e programmi futuri. Vi ritrovate all’ultima di campionato con due punti di vantaggio, vuoi essere promosso da campione di prima divisione. La fortuna sembra avervi abbandonato, ma la cazzo di fortuna non esiste, non in trentotto partite di campionato. Il Ravenna è dietro di voi, quel maledetto Ciro Immobile che ha rifiutato di giocare per te è in prestito proprio lì, indossa quella merdosa maglia giallorossa. L’ha buttata dentro ventisette volte questa stagione.

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