Serie A

Francesca Trumino: “Col Bitonto mi sento cresciuta. Jozi? Giocatrice di un’umanità incredibile”

Tre settimane di stop e un solo giorno al completo prima della ripresa. Tra impegni nazionali di vario genere (doppia amichevole Italia-Ucraina e vittoria del Torneo internazionale di Fafe da parte del Brasile), quella del Bitonto all’anticipo col Lamezia è stata letteralmente una preparazione a singhiozzi.
“Ci sarà un po’ di stanchezza e, viste le assenze, abbiamo visto più palestra che campo, ma – carica Francesca Trumino – sappiamo che non possiamo sottovalutare l’avversaria: loro avranno vissuto questo periodo di stop diversamente rispetto a noi, perciò massima attenzione per non farci mettere in difficoltà”.

A soli 23 anni, Francesca è già alla sua seconda esperienza in Serie A, dopo il quadriennio rossoverde con la squadra della sua città: la Ternana. È qui che ha appreso tutti fondamentali del suo ruolo.
“Ho iniziato quasi per caso, perché mi piaceva il calcio ma non sono mai stata amante della corsa – sorride – e stare in porta era la strada più semplice. In quel periodo, alle Ferelle serviva un terzo portiere e così sono entrata subito nella massima categoria, completando il parco composto da Mascia, una persona fondamentale all’interno del mio percorso, e Cipriani. Come dico sempre, io sono stata fortunata perché ho potuto imparare dalle migliori: Tardelli, Marika per l’appunto, Salinetti, ma anche Ludovica Coppari è stata un grande esempio. L’ho rivista a Taranto con la Nazionale e per me è come una sorella: con tanto lavoro e umiltà è arrivata ad essere il capitano delle Azzurre e lo merita assolutamente”.


E col Bitonto, Trumino è stata altrettanto fortunata. Prima Castagnaro – il miglior portiere al mondo negli ultimi Futsal Awards – e poi Jozi Oliveira, il cui curriculum a livello internazionale è da far spavento: è con loro, oltre che col preparatore dei portieri Colaianni, che la neroverde ha affinato la tecnica.
“In primo luogo, devo ringraziare la società che mi ha dato la possibilità di allenarmi in un ambiente così competitivo. Dopo 3 anni in B col Grottaglie, il salto è stato sicuramente importante, la differenza c’è e si sente. Ma ho sempre trovato compagne pronte a sostenermi: da Bianca ho preso la serietà e la professionalità, di Jozi amo la sua umanità. Mi ha dato forza prima di ogni partita, è una persona dolcissima che è già entrata nel mio cuore. Quanto mi sento cresciuta? Parecchio, ma c’è sempre da migliorare e non voglio fermarmi qui”.
Ad accompagnarla in questo cammino non solo il Bitonto, ma anche tutta la città.
“Il calore che vedete da fuori è esattamente quello che arriva a noi ragazze. I tifosi ci adorano e forse è anche per questo che torno poco in Umbria. Con loro mi sento già a casa”.

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