Serie A

Audace Verona, Katia Coppola chiuderà la carriera in rossonero: “Ma prima la salvezza”

Coppola

Nell’armadio, a casa, ha già iniziato a far spazio a vestiti diversi da pantaloncini e maglie da allenamento. Insomma, chi sperava in un ripensamento, dovrà iniziare a sua volta a far spazio ad un’idea lontana da quella di Katia Coppola giocatrice dell’Audace Verona e familiarizzare con quella di una donna nel pieno dei suoi anni e con idee chiarissime in testa.
Così è deciso. Quella contro il Città di Falconara al PalaLupatotina sarà infatti l’ultima gara che il capitano disputerà in casa e quella al PalaRoma contro il TikiTaka, il 30 aprile, sarà invece l’ultima della sua carriera.
“Perché lo fai?”, direbbe una canzone italiana dalle note facilmente riconoscibili.

“Mi sento ripetere spesso che posso dare ancora tanto, ma inizio ad accusare troppa stanchezza e ho voglia di dedicare tempo a me, alle mie amiche e alle mie colleghe”.
Spazio che da quasi 30 anni (li compirà il 5 maggio) ha scelto di riservare allo sport, toccando picchi altissimi tanto nel calcio quanto nel futsal.
“Come mi sento? Da una parte sono serena, dall’altra so che sarò colpita da un uragano di emozioni: giocherò davanti al mio pubblico e alla mia famiglia che non si perde una partita, con la mia squadra e poi, tra poco, tutto questo non ci sarà più. Ma, come ti dicevo, è appunto una questione di scelte: nel mio futuro c’è un lavoro che amo e una famiglia con dei bambini che vorrei avere da giovane, per avere tempo di crescerli e allo stesso tempo per crescere con loro”.

Prima di voltare pagina, però, c’è un’altra missione da completare: conquistare quella salvezza che è sempre stata a portata di mano, eppure non è ancora stata afferrata dalle rossonere.
“Ingenue noi a non cogliere i vari match point avuti contro Vip, Granzette o contro una Lazio malconcia con la quale siamo state anche in vantaggio. Col Molfetta, poi, mai scese in campo. Punti buttati via. Considerato quello che abbiamo dimostrato, o meglio non abbiamo dimostrato, è giusto essere a ridosso dei playout. Il futsal è anche questo: ora è tutto ancora aperto, ma il rammarico è che non siamo le sole padrone del nostro destino, quando avremmo potuto metterci in una posizione diversa già molto tempo fa”.

Volti distesi, invece, quelli di un’Under 19 che ha vinto il proprio girone in campionato e tra poco andrà a giocare per la Coppa Italia. Primo step contro il Bitonto, poi – nel caso di accesso alla finale – una tra Pescara e Kick Off.
“Avendo vissuto quel palcoscenico in A2, ho detto a tutte di godere di ogni singolo momento e di dare sempre il massimo. Sono talmente felice per loro che il 23 aprile andrò in Puglia per seguirle: comunque vada, il primo obiettivo deve essere divertirsi e dimostrare la squadra che sono, proprio come hanno fatto in regular season pur partendo da zero”.

E lo stesso dovrebbe essere per le grandi, anche se ora il tempo stringe e la classifica non sorride.
“Sulla carta non abbiamo nulla da perdere, a maggior ragione dobbiamo entrare in campo e provarci. Falconara e TikiTaka sono più forti, è vero, ma non per questo stenderemo loro un tappeto rosso: il Pelletterie ha vinto col TikiTaka e noi abbiamo vinto col Pelletterie, tutto è possibile. Ma dobbiamo giocarcela a viso aperto e poi tirare le somme: se ci sarà da affrontare altre due partite, lo faremo. Altrimenti, vuol dire che sarà finita come vogliamo e spero che il futuro possa riservare alle mie compagne un cammino con meno ostacoli. Io, anche se da fuori, sarò lì a sostenerle”.

Coppola. Katia, 30. Un numero che è un pezzo di cuore perché indissolubilmente legato all’amatissima nonna, ma anche un numero che è ormai un pezzo di storia dell’Audace Verona e che potrebbe essere ritirato dopo il suo saluto al futsal.
“Stanno valutando se sia un tributo meritato…”, sorride il capitano, che in fondo già lo sa. Non ci sarà altro 30 dopo di lei, il privilegio che si riserva ai migliori.

Foto: Federica Arca (Audace Wave)

 

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