Serie A

Dudù Morgado sorride al Pescara: “Tutte in campo con le stesse idee”

Sei punti contro le campionesse d’Europa con le quali il Pescara si è conteso lo Scudetto negli ultimi due anni. Per questo motivo, contro il Città di Falconara non sarà mai una gara come le altre. Ma più che alla sfida singola, mister Dudù Morgado preferisce pensare a ciò che il 4-1 del PalaBadiali significa all’interno di un percorso che ben presto sfocerà nei playoff.

“Ad eccezione dei quarti di Coppa con lo Statte lo scorso anno, non abbiamo mai sbagliato una partita che conta, ma quella di domenica è stata un’altra di quelle gare che ci servirà per abituarci a lottare contro squadre che vorranno vincere il titolo e l’abbiamo affrontata alla grande: concentrate contro un’avversaria fortissima, tutte ben predisposte a fare un determinato tipo di gioco che ha dato i suoi frutti. Il portiere di movimento? Che sia utilizzato per attaccare o per difendere, ho cercato di trasmettere alle mie ragazze tutti i segreti che ho appreso come giocatore.
Al di là della vittoria, quel che più mi ha fatto piacere è quando la squadra riconosce la validità del lavoro che stiamo facendo. Domenica Ortega ha chiuso il match rubando due palloni in una posizione del campo studiata in allenamento, dopo il primo gol è venuta da me con un sorriso e mi hai detto sorridendo: “Avevi ragione”. A quanti uomini capita una cosa del genere? – ride -. Scherzi a parte, ho con tutte un confronto trasparente e vedere che ci sia tanto impegno nel riproporre in partita quel che provo ad insegnare in settimana è ciò che mi rende più felice”.


Ancor più di un’imbattibilità che dura dallo scorso 18 settembre, soprattutto grazie alla miglior difesa del campionato.
“Tutte entrano in campo con le stesse idee. Non è il singolo, per quanto forte, ma il meccanismo che fa sì che i risultati siano continui oltre le assenze. Detto ciò, non siamo il Barcellona: così come possiamo vincere contro chiunque, allo stesso modo possiamo perdere. Anzi, visto che l’anno del tricolore non eravamo imbattuti, probabilmente dobbiamo perdere, ma a contare davvero sono solo i playoff.

Vogliamo esserci perché dobbiamo essere abituati a quel tipo di emozioni, quello che succederà poi sarà un altro paio di maniche, ma il Pescara è e vuole continuare ad essere una squadra capace di arrivare a partecipare alla festa finale: ne abbiamo già vissute tante, eppure non saranno mai abbastanza”.

E basta dare un’occhiata al suo curriculum per capire che a parlare è uno dei massimi esperti in materia: oltre ad essersi laureato campione d’Europa con l’Italia nel 2003, Eduardo Carlos Oliveira Morgado – per tutti Dudù – ha preso parte ad altri due Europei (chiudendo rispettivamente al secondo e al terzi posto), ha realizzato 40 gol in 60 presenze in Azzurro e ha vinto tutto quel che c’era da vincere (compresa la Recopa de Europa de fútbol sala”) nei vari club tra Brasile, Spagna e Italia.
“Ho festeggiato tanto – sorride l’allenatore, che continua ad essere anche giocatore nel Futsal Pescara in B – ma quel che dico sempre alle mie ragazze è che ho perso tantissime finali, per arrivare a vincerne 15/20. Gioco da quando avevo 5 anni, sono arrivato in Italia che ne avevo appena 18 ma ero pronto per militare in qualsiasi squadra del mondo. In Brasile, non è solo scuola calcio. C’è agonismo, competizione. E questo ti forma, tanto è vero che a 22 anni avevo già vinto un titolo importante come l’Europeo. Ora ne ho 41, so che un giorno dovrò smettere, ma non mi sento assolutamente pronto, perché quando ho un pallone tra i piedi mi sento ancora come se fossi un ragazzino. Fino a quando mi divertirò, io non mollo…”.

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