Futsal

Sonia Facino – Il futsal come stile di vita

Sonia Facino

Forse la resistenza non è più quella di una volta, ma al Real Grisignano non ci fa caso nessuno. Non serve un minutaggio alto per fasi notare, neanche gol da cineteca: in questo club in provincia di Vicenza sono i valori che contano e Sonia Facino è l’esempio calzante di come si possa essere fondamentali in un gruppo, pur senza copertine di giornale a sottolinearlo ogni domenica. Anzi, è nel silenzio che Sonia si muove meglio: alle spalle di un avversario che non la sente neanche arrivare, oppure nelle quattro mura di uno spogliatoio, dove servono poche e misurate parole. Proprio della misura, Facino ha fatto la sua cifra, un po’ come l’idolo di cui porta il numero sulle spalle, Andrea Pirlo, che poi è anche il numero degli anni che si sente: 21. Con buona pace dell’ufficio anagrafe che approssima per eccesso. Con lei torniamo sul 4-1 imposto alla Bellator, ma è solo dovere di cronaca. Perché quando incontri una persona così, fermarsi al risultato sarebbe un crimine sportivo senza attenuanti.
“Eravamo già da qualche settimana in un periodo positivo, soprattutto a livello di gioco più che in termini di punti raccolti. Con il Pescara avevamo fatto bene, poi ci sono state due settimane di stop (il week end della Final Eight e la sosta forzata dopo la rinuncia del Locri, n.d.c.) che ci hanno permesso di recuperare da un punto di vista psicologico: la Serie A è dura, ma – ci racconta – ci aspettavamo una buona prestazione e così è stato”.
Un successo prima del derby, Facino non potrebbe chiedere di più alla viglia di un match che per lei ha un grandissimo valore affettivo.
“Ho militato nel Città di Breganze nell’anno della nascita del campionato nazionale, ma non sono soltanto un’ex giocatrice: in biancorosso conservo tantissime amicizie, legami che non sono solo di un rettangolo di gioco e ho tanta stima per tutta la società”.
Di quello storico gruppo che faceva (e fa tuttora) capo a Raffaele Merlo, sono poche le ragazze ancora in attività ai massimi livelli: c’è Cerato, che continua proprio nel Breganze con la fascia di capitano al braccio, poi la rossoblu Nicoli e, infine, Sonia. Che per un lungo periodo, però – poco dopo essere passata al Thiene – ha dovuto lasciare scarpini e palloni a rimbalzo controllato, per combattere con tutte le forze la sua partita più importante: quella contro il linfoma di Hodgkin.
“In realtà il futsal è rimasto comunque una costante perché ho attraversato quei mesi come se giocassi una partita di calcio a 5: la terapia rappresentava i miei play off, i miei quarti, le mie semifinali e la mia finale che ho vinto – sorride, facendoci sorridere a nostra volta. – Trasportare le miei passioni all’interno di un evento negativo, mi ha aiutato a vedere quello che mi stava accadendo in modo più familiare, e quindi meno ostile. Bisogna sempre affrontare tutto con speranza”.
E’ con il sorriso sulle labbra, infatti, che Sonia si è ripresa un po’alla volta la sua quotidianità fatta di lavoro e borsoni preparati in fretta per correre al campo.
“Fisicamente non è sempre semplice, ma l’anno scorso c’è stato un bel recupero. Quest’anno sto facendo il possibile cercando di conciliare i vari impegni”.
Non ultimo, il corso per allenatori iniziato a gennaio e giunto ormai agli sgoccioli.
“Un’esperienza che mi permetterà di arricchire il mio bagaglio, diciamo che sarà il coronamento della mia carriera”.
Ma qui non si parla affatto di titoli di coda.
“Per un attimo l’avevo pensato, ma credo che la panchina possa aspettare ancora un po’: ora penso solo alla salvezza del Real Grisignano, il bellissimo gruppo che si è formato potrà davvero essere il fattore determinante di questo finale di stagione”.

Foto: Ilaria Boraso e Juna Manca

Click to comment

Leave a Reply

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

To Top